Ad un mese dall’avvio delle operazioni militari nel nord-est della Siria, le conseguenze sulla popolazione civile sono sotto gli occhi del mondo.
Delle circa 200 mila persone obbligate a fuggire dall’inizio dei combattimenti, circa 117 mila sono potute rientrare nei territori di provenienza, dove però hanno trovato distruzione e carenza di beni di prima necessità. Oltre 75 mila persone restano sfollate e in condizioni estremamente precarie, soprattutto a causa dell’abbassarsi delle temperature. Un quarto di loro sono accampati in centri collettivi allestiti presso scuole e altri spazi pubblici, in particolare nel governatorato di Al-Hassakeh, luoghi sovraffollati, freddi e precarie condizioni igieniche.
13 mila siriani sono fuggiti oltre confine per rifugiarsi in Iraq. Qui, la maggior parte è ospitata nel campo di Bardarash, che abbiamo ampliato e di cui abbiamo esteso i servizi per la popolazione.
L’abbassamento delle temperature e le abbondanti piogge che presto lasceranno il posto alle nevicate costituiscono il problema principale per tutte queste persone che sono scappate senza potere portare nulla con sé e che dunque sono prive di abiti e calzature invernali. Soprattutto per i più fragili, come bambini, anziani e persone malate, l’impossibilità di difendersi dal freddo costituisce un reale pericolo per la sopravvivenza.
La metà degli sfollati e rifugiati – che si aggiungono ai milioni che la guerra in Siria ha già generato in 8 anni di conflitto – sono minori. Abbiamo inoltre constatato che una quarto circa delle persone che stiamo assistendo hanno bisogni particolari: sono malati, portatori di handicap, persone fortememente traumatizzate o con gravi disagi psichici. Centinaia sono i minori rimasti separati dalle proprie famiglie durante la fuga. Di loro ci occupiamo con particolare cura, cercando i familiari nelle varie strutture, affinché possano riunirsi quanto più velocemente con i genitori.
Le attività di UNHCR in Siria
Abbiamo raggiunto circa 170 mila persone con le nostre distribuzioni di beni di prima necessità. Abbiamo inoltre realizzato dei lavori per rendere maggiormente agibili una trentina di centri collettivi, e nuovi interventi riguarderanno a breve altri 14 centri.
Insieme con le associazioni locali con cui collaboriamo, stiamo offrendo a circa 13 mila persone nelle zone di Al-Hassakeh, Tal Tamer, Tal Hamis, Qamishli, Malkieh, Ar-Raqq attività ricreazionali per bambini, sessioni di sensibilizzazione e prevenzione sulle violenze sessuali e di genere, sostegno alle vittime di questo tipo di violenza, supporto psicosociale, assistenza medica a persone con bisogni specifici.