È tornato sulla terra giovedì scorso, coperto dalla bandiera degli Emirati Arabi Uniti, Hazza Al Mansoori, primo astronauta emiratino ad aver effettuato una missione spaziale. Membro aggiunto di una missione russa, ha effettuato 16 esperimenti scientifici in collaborazione con agenzie spaziali internazionali tra cui l’agenzia spaziale europea, l’agenzia di esplorazione spaziale giapponese e quella russa.
Il programma degli Emirati Arabi, primo nella regione dei paesi del Golfo, oltre a contribuire allo sviluppo della ricerca portata avanti dalla comunità scientifica internazionale, ha anche lo scopo di preparare cittadini emiratini a svolgere voli, missioni ed esperimenti scientifici spaziali.
Durante il suo soggiorno in orbita, Hazza Al Mansoori ha comunicato spesso con la terra, in particolare con alcuni gruppi di studenti emirati e giapponesi che seguivano in video conferenza il lavoro dell’astronauta. Tra i numerosi esperimenti alcuni hanno riguardato la risposta che il corpo umano fornisce in mancanza di gravità, nello specifico in relazione all’apparato cardiocircolatorio, alla densità ossea e alla regolazione endocrina. Altri esperimenti hanno riguardato la possibilità di conservazione dell’acqua o l’uso della realtà virtuale nello studio della percezione del tempo.
Altre comunicazioni hanno riguardato invece i media nazionali a cui Mansoori ha reso dichiarazioni inerenti la vita quotidiana all’interno della stazione spaziale internazionale. Un suo pensiero è andato ai governanti degli Emirati che gli hanno dato la possibilità di vivere questa esperienza unica. Tutto ciò in attesa di poter ripetere al più presto il viaggio nello spazio. Ma Hazza Al Mansoori ha fatto una cosa molto umana appena ha messo piede sulla terra: ha parlato con sua madre per dirle che era sano e salvo.
Emanuela Locci