“C’eravamo anche noi”, saggio di Renato Traquandi sulla presenza repubblicana mazziniana all’Assemblea Costituente dal 1946 al 1948

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Con “C’eravamo anche noi” (Book Sprint Edizioni), agile saggio storico relativo alla presenza Repubblicana nell’Assemblea Costituente dal 1946 al 1948, l’amico Renato Traquandi, già repubblicano mazziniano e collaboratore di Randolfo Pacciardi nell’Unione Democratica Nuova Repubblica nella prima metà degli Anni ’60, prosegue la raccolta dei suoi scritti e analisi sul movimento laico e repubblicano, avendo già all’attivo una biografia di Randolfo Pacciardi; un saggio sul repubblicanesimo mazziniano; un saggio che racconta le alterne vicende del nascente Stato unitario italiano e la Chiesa cattolica ed una biografia del repubblicano Mario Angeloni, combattente nella Guerra Civile Spagnola a fianco di Carlo Rosselli e Pacciardi.

In “C’eravamo anche noi”, l’amico Traquandi ripercorre le vicende di quei repubblicani mazziniani nati fra la fine dell’800 e gli inizi del ‘900, che occuparono i banchi di quell’Assemblea Costituente che avrebbe dato vita alla Repubblica italiana.
Repubblicani ancora intrisi di quegli insegnamenti e di quelle passioni mazziniane e garibaldine, legate alla Giovine Italia del 1831 ed al primo Partito d’Azione del 1853, movimenti politici di combattenti fondati da Giuseppe Mazzini, primi veri e autentici partiti politici italiani i cui scopi erano l’Unità italiana, la Repubblica, l’unità fra il capitale ed il lavoro, la cooperazione e la fratellanza fra le genti. Insegnamenti e passioni che contribuiranno a dare vita – anche se per un breve periodo – alla Prima Internazionale dei Lavoratori del 1864, assieme a socialisti, anarchici e marxisti e che nel 1895 daranno vita al Partito Repubblicano Italiano, partito ancor più rivoluzionario e operaio finanche del Partito Socialista Italiano, fondato qualche anno prima, nel 1892.
Quegli insegnamenti e passioni, che hanno rappresentato il miglior spirito operaio e rivoluzionario italiano, purtroppo, a parer mio, si perderanno qualche decennio dopo l’Assemblea Costituente, con l’ingiusta espulsione dal PRI di Randolfo Pacciardi, ultimo dei grandi leader mazziniani e con la trasformazione completa del PRI – prima considerato “piccolo partito di massa” finanche dal Segretario del PCI Palmiro Togliatti – in partitino liberale, borghese, filo statunitense e atlantista e subalterno alla Democrazia Cristiana, con i La Malfa e gli Spadolini, sino alla sua quasi definitiva scomparsa e marginalità.
In parte direi che da allora quell’eredità mazziniana e garibaldina sarà raccolta dal socialista Bettino Craxi, che tornerà a rinverdire la figura del Garibaldi rivoluzionario, anche attraverso il sostegno ai movimenti di liberazione nazionale in Cile, Palestina, Nicaragua sandinista; riprendendo in mano la battaglia presidenzialista di Pacciardi e culturalmente recuperando una figura rivoluzionaria dimenticata quale quella dell’anarchico Proudhon.
In “C’eravamo anche noi” Traquandi ripercorre l’epopea risorgimentale che portò all’Unità d’Italia e successivamente la storia del PRI dal 1895 sino all’avvento della Repubblica. Partito che, con i suoi esponenti, puntò al miglioramento delle condizioni di vita delle classi subalterne, operaie, degli agricoltori, degli artigiani, delle donne e dei minori. Partito che nulla aveva a che spartire con quelle classi borghesi e liberali, ancora spesso legate ad idee monarchiche o comunque moderate.
Nel saggio l’amico Traquandi ripercorre poi le vicende che portarono alla vittoria del referendum del 2 giugno 1946 che portò alla trasformazione dell’Italia da Monarchia a Repubblica e quelle relative alla nascita dell’Assemblea Costituente, nelle cui elezioni – tenutesi lo stesso giorno del Referendum – il PRI conquistò il 4,3% dei consensi, aggiudicandosi 23 deputati.
E non a caso metà del saggio di Traquandi è dedicato alle biografie di gran parte di questi deputati, di cui, per completezza e rispetto storico, ricordiamo qui i nomi: Leone Azzali, Luciano Magrini, Arnaldo Azzi, Tommaso Perassi, Ettore Santi, Cino Macrelli, Oddo Marinelli, Giovanni Magrassi, Bruno Bernabei, Ludovico Camangi, Aurelio Natoli Lamantea, Errico Martino, Silvio Paolucci, Giuseppe Salvatore Bellusci, Gaetano Sardiello, Girolamo Grisolia, Francesco De Vita, Ugo De Mercurio, Vincenzo Mazzei.
Un saggio prezioso, quello di Renato Traquandi, per non dimenticare la nostra Storia, le nostre origini storiche e culturali. Che sono democratiche e rivoluzionarie.
Luca Bagatin
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Nato a Roma nel 1979, è blogger dal 2004 (www.amoreeliberta.blogspot.it). Dal 2000 collabora e ha collaborato con diverse riviste di cultura risorgimentale, esoterica e socialista, oltre che con numerose testate giornalistiche nazionali, fra le quali L'Opinione delle Libertà, La Voce Repubblicana, L'Ideologia Socialista, La Giustizia, Critica Sociale, Olnews, Electomagazine, Nuovo Giornale Nazionale, Liberalcafé. Suoi articoli sono e sono stati tradotti e apprezzati in Francia, Belgio, Serbia e Brasile. Ha pubblicato i saggi "Universo Massonico" (2012); "Ritratti di Donna (2014); "Amore e Libertà - Manifesto per la Civiltà dell'Amore" (2019); "L'Altra Russia di Eduard Limonov - I giovani proletari del nazionalbolscevismo" (2022) e "Ritratti del Socialismo" (2023)

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