La democrazia non può essere repressa nel sangue. Una brutta pagina per l’Europa

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1976

Al referendum sulla Catalogna indipendente oltre 2 milioni di cittadini catalani hanno detto sì. E questo nonostante le violenze e le intimidazioni commesse dalle forze dell’ordine su mandato del governo centrale spagnolo guidato da Mariano Rajoy.

All’esultanza dei cittadini che hanno espresso un voto democratico – sebbene non riconosciuto da Madrid – purtroppo fanno eco le violenze contro cittadini inermi, le cui immagini hanno fatto il giro del mondo. Una brutta pagina per la Spagna e l’Europa. Immagini che mai avremmo voluto vedere e che ci fanno chiedere: dov’è la democrazia ? Se la democrazia è diritto dei cittadini a decidere, nella Spagna di Rajoy – Premier peraltro non eletto da nessuno, visto che il suo monocolore è retto unicamente dall’astensione del PSOE e del partito dei Ciudadani per evitare un ritorno alle urne – questo diritto è stato calpestato brutalmente.
E ciò indipendentemente da come la si possa pensare sulla questione Catalana.
Su tutto questo l’Europa tace. O, peggio, il Presidente della Commissione europea Juncker ed il Presidente del Parlamento di Strasburgo Antonio Tajani sostengono il governo di Madrid. Pazzesco, assurdo, vergognoso.
Il referendum catalano, per Costituzione, poteva anche ritenersi illegittimo, ma come si può ritenere una espressione di voto democratica e pacifica illegittima e soprattutto questa possa essere soffocata nel sangue ? Il voto poteva benissimo essere dichiarato successivamente nullo dal governo centrale, senza alcuna violenza, senza alcun sopruso. Ma ad ogni modo tutto ciò dovrebbe far riflettere, ovvero forse sarebbe il caso, per la Spagna, di dare il via ad una Assemblea Costituente composta da cittadini per rinnovare la Costituzione e far sì che questa sia espressione diretta dei cittadini medesimi e che riconosca finalmente le identità culturali e storiche di Catalani e Baschi.
Una Assemblea Costituente, peraltro, è stata avviata in quel Venezuela socialista che proprio la Spagna di Rajoy e gran parte dell’Europa (Tajani in testa…sic !) ha definito “dittatura”. Una Assemblea Costituente votata in luglio in Venezuela e contrastata unicamente dall’opposizione violenta di piazza in assetto paramilitare (altro che i cittadini inermi e pacifici catalani !), che per mesi i media europei hanno presentato come “paladini di libertà” e non come sovvertitori di un governo – quello presieduto dal socialista Nicolas Maduro – eletto (lui sì) dai cittadini.
Dunque, mentre la Spagna e l’Europa sanzionavano il Venezuela socialista e la sua democratica Assemblea Costituente (che sta costituzionalizzando i diritti dei disabili e nuovi diritti sociali per poveri e pensionati, aumentando le risorse in tal senso), oggi Spagna ed Europa vorrebbero impedire ai cittadini catalani di esprimersi liberamente e pacificamente ! Sconvolgente !
Gli unici a sostegno dei referendari e ad esprimersi immediatamente contro le violenze perpetrate dal governo di Madrid i socialisti di razza, ovvero il movimento politico socialista spagnolo e per la democrazia diretta Podemos, il cui leader Pablo Iglesias si è augurato una Catalogna “libera e sovrana”, nonché il leader del Partito Laburista inglese Jeremy Corbyn, che ha chiesto al Primo Ministro britannico Theresa May di intervenire per porre fine alle violenze e trovare una soluzione politica a questa crisi costituzionale; nonché il Presidente del Venezuela Nicolas Maduro, che ha espresso solidarietà al popolo catalano e dichiarato: “Chi è il dittatore ? Mariano Rajoy ha optato per il sangue, il manganello, la repressione, contro un popolo nobile”.
Non è questa, dunque, l’Europa e la Spagna che vogliamo. I democratici, da sempre, vogliono una Europa dei cittadini e dei popoli sovrani, liberi, civili, pacifici e non una Europa di burocrati ed élites che fomentano divisione e violenza.
Di Luca Bagatin
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Nato a Roma nel 1979, è blogger dal 2004 (www.amoreeliberta.blogspot.it). Dal 2000 collabora e ha collaborato con diverse riviste di cultura risorgimentale, esoterica e socialista, oltre che con numerose testate giornalistiche nazionali, fra le quali L'Opinione delle Libertà, La Voce Repubblicana, L'Ideologia Socialista, La Giustizia, Critica Sociale, Olnews, Electomagazine, Nuovo Giornale Nazionale, Liberalcafé. Suoi articoli sono e sono stati tradotti e apprezzati in Francia, Belgio, Serbia e Brasile. Ha pubblicato i saggi "Universo Massonico" (2012); "Ritratti di Donna (2014); "Amore e Libertà - Manifesto per la Civiltà dell'Amore" (2019); "L'Altra Russia di Eduard Limonov - I giovani proletari del nazionalbolscevismo" (2022) e "Ritratti del Socialismo" (2023)

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