di Lucia Pignatelli
Fare impresa oggi presuppone peculiarità che ieri si liquidavano con la nonchalance data dai numeri che non ammettevano quasi più variabili umane. Alla luce della crisi attuale e delle sue cause, è necessario ristabilire il primato del lavoro e della imprenditorialità rispetto alla finanza speculativa. Le condizioni del mercato impongono l’ottica del conservare per resistere. Eppure, mai è stato così fondamentale dare una sbirciatina ottimista al futuro con un indispensabile sentimento che si chiama speranza. Oggi si riparla di valori dimenticati quali la solidarietà.
Ma come fare a declinare insieme sviluppo, efficienza e solidarietà? Secondo me le chiavi di lettura consistono in un nuovo senso di responsabilità che dovrebbe investire, come pioggia benefica, ogni settore del “convivere civile”. Questo va applicato ad ogni campo e l’impresa, come naturalmente la politica, non può che esserne simbolo. La piaga dei licenziamenti vede il proliferare di situazioni drammatiche e la ricetta in alcuni casi è stata la grande solidarietà dei lavoratori che hanno preferito vedersi ridurre gli stipendi con una scelta che coinvolgeva tutti concordemente per salvare il posto di lavoro dei colleghi.
L’Italia non è costituita solo da fannulloni, ma anche da una schiera di eroi silenziosi a cui andrebbe rivolta l’attenzione del mondo dell’imprenditoria e della politica. L’impresa, centro promotore di lavoro, la sua efficienza, la sua sopravvivenza sul mercato e i lavoratori chiamati ad esserne protagonisti, sono aspetti convergenti ed indissolubili uno dagli altri. È responsabilità precisa dell’imprenditore comportarsi di conseguenza e sottoporre in primo luogo se stesso al fondamentale compito di non dimenticare questa interdipendenza. Penso che l’ottica della responsabilità e della partecipazione di tutte le parti sociali intorno a valori condivisi, premi chi la applica.
Si tratta, dunque, di investire finalmente sui valori e su scelte positive e sostenibili. Occorre affrontare il mondo della produttività. Non si può prescindere più dalla persona e dai suoi valori . Quando si consegue questo, con tutto il massimo dell’impegno possibile, la realtà dei “liberi e forti” è a portata di mano. Spero che altri amici vogliano continuare a parlare di questo argomento, segnalando e raccontando di realtà aziendali che hanno già fatto scelte di questo tipo. Una nuova cultura economica ci tende la mano: non perdiamo l’occasione di comprenderne i significati e le infinite possibilità.