Smemorie di Maurizio Costanzo, un libro da leggere

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I libri. Sono dei documenti che restano per sempre. Parole che si possono rileggere e che aiutano a capire le dimensioni di un’epoca. lontana o vicina. Il libro che – oggi – è tema di questo articolo si intitola “Smemorie” ed è stato scritto da Maurizio Costanzo, è un breve racconto autobiografico, che parla dei primi anni radiofonici, televisivi, giornalistici, di uno dei più noti giornalisti italiani del secolo scorso e anche, in parte, di quello attuale.
In queste pochissime pagine, poco più di cento pagine, edite in versione aggiornata dalla BUR nel 1986, sulla base di un originale dattiloscritto del 1984, sono contenuti piccoli spaccati di vita professionale, politica, sentimentale di Costanzo, con una carrellata di ricordi in andirivieni che passa per la RAI, per la P2 e per la radio.
Perché parlarne: il libro contiene elementi – sostanziali – di importante poliedricità; un personaggio, Costanzo, che passa attraverso le notizie, dalle cronache più banali, alle carriere più elevate, con una sostanziale forma di distacco, quella della “penna” o “voce” che si voglia dire, che vede le cose, ma le assimila una parte.
Il doppio personaggio che invece si esprime, completamente, dando la vera luce di sé, rispetto al se stesso goloso .. non di notizie, di cui fruisce come parte attiva, ma di Bigné. Il giornalismo e i bigné, poteva intitolarsi questo libro, un piacere piccolo in un contesto grande.

Insomma, nella giovinezza,il giornalista è disincantato e distante. Matrimoni, amori e politica sono messi sullo stesso piano: un piano che scorre, davanti al personaggio. Niente a che vedere con i bigné. Una macchietta insolita dunque, quella della pasticceria, che erudisce però sulla carriera del giornalista, in balìa dell’opinione pubblica (la politica del like) dove la patente è un fatto che oscilla in bilico tra il favore del pubblico e la tendenza, del giornalista, a reiterare nel vizio.

Perché “Smemorie”? A questa domanda vi rimandiamo con la lettura del testo.

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