Il Family Day sia la festa di tutti i conviventi!

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La famiglia è un nucleo di persone che convivono nella medesima abitazione. Possono essere parenti, amici, una coppia, o anche semplicemente una persona e un animale.

Questa la definizione autentica del concetto e che andrebbe spiegata a coloro i quali pretendono – ideologicamente – che la famiglia sia composta da un padre, una madre e, eventualmente, dei figli.
Una famiglia siamo, in sostanza, anche io e il mio gatto, con buona pace di monsignor Bagnasco & Co., che della famiglia hanno un concetto tutto loro. O forse non convivono con un gatto.
Per cui al Family Day potrebbe partecipare chiunque conviva nella medesima abitazione: eterosessuali, omosessuali, bisessuali, transessuali, amici, parenti, animali domestici ecc….
Anzi, sarebbe bello vi partecipassero tutti i conviventi d’Italia, proprio per celebrare la giornata della famiglia, ovvero della convivenza. Convivenza che è alla base della tolleranza reciproca e dell’amore fraterno.
Il messaggio che gli organizzatori ufficiali del Family Day dal 2007 ad oggi vorrebbero far passare, è invece un messaggio ideologico e di divisione umana fra modi di pensare e di vivere/convivere diversi. E stupisce che una Chiesa che, a parole quantomeno, dovrebbe predicare l’amore, abbia al suo interno esponenti che fomentano contrapposizioni e divisioni, anziché promuovere la concordia ed il rispetto fra le genti.
Ed è altresì ideologico e sessuofobico ritenere che un figlio non possa essere cresciuto da un single o crescere in seno ad una coppia omosessuale, dato che ciò di cui necessita un bambino è solo l’amore. Quell’amore ucciso dalle divisioni e dalle ideologie in nome della destra, della sinistra, del cattolicesimo, dell’ebraismo, dell’islamismo e così via. Un bambino, un figlio, grazie al cielo, di tutte queste cose se ne frega e non ha certo bisogno (auguriamoci che nemmeno da adulto abbia mai bisogno di questi “ameni” aspetti della più varia umanità e sia uno spirito che pensi sempre con la sua testa !).
Non sappiamo come questo Parlamento intenda legiferare in merito, per quanto noi abbiamo le idee più che chiare nell’ambito di uno Stato che voglia garantire laicità e libertà per tutti, senza ingerenze o divisioni ideologiche. Quel che è certo è che è oltremodo ridicolo pensare che il tema delle unoni civili o del matrimonio omosessuale sia un’”arma di distrazione”, visto che in realtà è un tema centrale per milioni di persone omosessuali che pagano regolarmente le tasse.
Luca Bagatin
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Nato a Roma nel 1979, è blogger dal 2004 (www.amoreeliberta.blogspot.it). Dal 2000 collabora e ha collaborato con diverse riviste di cultura risorgimentale, esoterica e socialista, oltre che con numerose testate giornalistiche nazionali, fra le quali L'Opinione delle Libertà, La Voce Repubblicana, L'Ideologia Socialista, La Giustizia, Critica Sociale, Olnews, Electomagazine, Nuovo Giornale Nazionale, Liberalcafé. Suoi articoli sono e sono stati tradotti e apprezzati in Francia, Belgio, Serbia e Brasile. Ha pubblicato i saggi "Universo Massonico" (2012); "Ritratti di Donna (2014); "Amore e Libertà - Manifesto per la Civiltà dell'Amore" (2019); "L'Altra Russia di Eduard Limonov - I giovani proletari del nazionalbolscevismo" (2022) e "Ritratti del Socialismo" (2023)

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