Un’alternativa latina, ellenica e terzomondista all’Unione Europea globalista

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Lo abbiamo visto anche in quest’ultima occasione: l’Unione Europea semplicemente non c’è. O, meglio, c’è solo quando deve battere cassa e pretende che Stati sovrani come la Grecia o la nostra Italia, rispettino i patti di stabilità. Ma di quale stabilità stiamo parlando, visto che il debito degli Stati è comunque matematicamente impagabile ? Ma di quale stabilità stiamo parlando ? Forse di quella dei banchieri, delle grandi imprese e delle multinazionali che attraverso le misure di austerità e della flessibilità del lavoro possono continuare ad arricchirsi alle spalle del prossimo.

Così come è facile oggi per la Francia scaricare il peso dell’immigrazione sull’Italia. Proprio la Francia che decise per prima di bombardare l’ultimo baluardo contro il fondamentalismo islamico e contro gli sbarchi indisciminati, ovvero il Colonnello Gheddafi.

E’ facile per le potenze globaliste d’Europa scaricare il peso sui Paesi Euromediterranei, già preda di una pesante crisi economico-finanziaria dalla quale possono uscire solo attraverso un comune sforzo di solidarietà, di abolizione del debito e di misure che vadano incontro alle esigenze dei poveri e dei diseredati.

Ecco, forse più che un’Unione Europea ci vorrebbe un’Unione dei Paesi Euromediterranei e del Sud del Mondo, in un rinnovato dialogo con il mondo ellenico, latino, latinoamericano, terzomondista, per sconfiggere fame, terrorismo, povertà, esclusione, che certo non sono risolvibili con l’accettazione supina alle regole del mercato capitalista, allo sradicamento dei popoli ed alla loro “democratica” deportazione, all’instaurazione di fantomatici grandi mercati transatlantici che di fatto impongono, ancora una volta, gli interessi di Washingon al mondo intero.

Un’Unione latina, latinoamericana, ellenica, terzomondista, alternativa tanto al blocco Nordamericano che a quello Russo-putiniano che, nei fatti, rappresentano i due nuovi blocchi di una nuova Guerra Fredda nella quale a rimetterci sono e saranno i popoli, i poveri, gli oppressi di sempre.

Utiopia o forse l’unica autentica realtà possibile ?

 

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Nato a Roma nel 1979, è blogger dal 2004 (www.amoreeliberta.blogspot.it). Dal 2000 collabora e ha collaborato con diverse riviste di cultura risorgimentale, esoterica e socialista, oltre che con numerose testate giornalistiche nazionali, fra le quali L'Opinione delle Libertà, La Voce Repubblicana, L'Ideologia Socialista, La Giustizia, Critica Sociale, Olnews, Electomagazine, Nuovo Giornale Nazionale, Liberalcafé. Suoi articoli sono e sono stati tradotti e apprezzati in Francia, Belgio, Serbia e Brasile. Ha pubblicato i saggi "Universo Massonico" (2012); "Ritratti di Donna (2014); "Amore e Libertà - Manifesto per la Civiltà dell'Amore" (2019); "L'Altra Russia di Eduard Limonov - I giovani proletari del nazionalbolscevismo" (2022) e "Ritratti del Socialismo" (2023)

16 COMMENTI

  1. Beh, allora è decisamente una persona giovane e dalla quale non necessito certo lezioni.
    Ha meno anni di chi mi mise al mondo e soprattutto dei miei Maestri che, purtroppo, non ci sono più da qualche tempo.
    Maestri che non hanno mai smesso di sentirsi giovani, certo, come Peter Boom (classe 1936) che sicuramente non sarebbe andato d’accordo con lei su molte cose.
    Perché quelli che lei chiama “sogni puerili” sono vita. Una vita che lei, nel suo cosmopolitismo edonista ha evidentemente perduto.
    Eh sì, vado molto fiero del mio stile di vita, formatosi con gli anni e con grande pazienza e che mi rende, per fortuna, ancora giovane dentro, come lei stesso asserisce.
    Giovane e libero davvero….per quel che questa vita materiale ci consente di essere liberi.
    Lei trova che io “riempia la rete” ecc… però è lei il primo a leggermi e a scrivermi, tentando in qualche modo di denigrarmi.
    Io non mi curo di ciò che lei scrive. Sino qualche tempo fa lei era solo un nome stampato fra molti. Un motivo ci sarà, non trova ?
    Lei invece mi legge e mi risponde.
    Io le rispondo, ma solo perché mi interessa la psiche umana. Capire dove vuole andare a parare.

  2. ERRATA CORRIGE!!

    Per Bacco! Cosa mi capita di leggere. Della mia SENILITA’. L’aspirante esperto in scienza gastronomica creativa – perito in insalate eccessivamente condite – questa volta, pensa di suonarmele davvero per bene… Per fortuna che accusarmi di senilità avanzata, nella mia miserabile concezione, non è un’offesa, anzi! Anche se prima di arrivare ai 90 devo arrivare agli 80 e prima di compierne 80 devo ancora compierne 70… Ma, in tutta franchezza, confesso che ambisco arrivare a quelle avanzate età con la stessa disposizione che solo quest’anno mi ha permesso di andare in Germania in Febbraio; in Marzo in California; in Aprile in Cina; in Maggio in Italia ed ora in Luglio nuovamente in Cina, mentre ho già programmato il prossimo viaggio in Italia ad Ottobre e stiamo preparando il prossimo viaggio in India a cavallo di Novembre e Dicembre… Mi sembra niente male per un vecchio candidato moribondo che dopo aver, magari viaggiato anche oltre 24 sopra gli oceani, gli basta una doccia ristoratrice per intraprendere centinaia di chilometri, guidando in macchina… Ad ogni buon conto, egregio giovane Bagatin, credo che la vecchiaia – come insegna pure il buon Cicerone – non sia una disgrazia, bensì un privilegio, sempre che sia vero che gli individui, negli anni accumulando esperienze non fanno altro che imparare. Naturalmente, ci sono anche le eccezioni di quelli che dopo aver iniziato a leggere libri a 8-10 anni, arrivando a 40 non hanno ancora appreso molto, al punto di essere ancora fermi alla fase giovanile, intenti a perseguire i propri puerili sogni di ‘amore e libertà’; libertà di drogarsi tutti ed ovunque ed a coltivare le effimere filosofie hippy… Noi poveri vecchi acciaccati, almeno abbiamo l’etica orientale di Confucio dalla nostra parte che ci attribuisce, se non altro, un po’ di esperienza, di saggezza, qualità che alle persone mature e di buon senso incutono anche una certa dose di rispetto…
    Il Signor Bagatin, al contrario, vede tutto in grigio: il progresso è un male, il successo dell’individuo una condanna, il denaro, sterco del demonio è una colpa. La rassegnazione, invece, per lui è una virtù; lo sforzo è schiavitù; il merito una inutilità… Questi sarebbero i valori di chi condanna l’emancipazione umana e si vanta di non muoversi, rinchiudendosi nel proprio guscio – tipico timore dei conservatori che diffidano dei cambiamenti. Eppure, denigrando il progresso e la modernità, in maniera poco coerente, si spreca a sproposito a riempie la rete di Internet con la sua geniale scienza gastronomica. E se non bastasse, senza muoversi dalla sua culla, ha la pretesa di scrivere su Paesi e regimi che lui conosce solo per sentito dire; infatti, ammette di non essersi mosso dal 1988, quando certi vecchi già agli inizi degli anni ’80 avevano già conosciuto mezzo mondo… Il risultato si vede: la sapienza in persona ritiene Evo Morales un grande politico; chissà, poi, per quale motivo il senatore boliviano Roger Pinto Molina ha chiesto asilo politico al Brasile – concesso – perché perseguitato dal presidente eletto dai coltivatori di coca… Poi Bagatin sostiene che Fidel Castro non è un dittatore; esalta addirittura quella figura folclorica di Hugo… Bagatin in un inutile tentativo cinestetico ginnico, esalta il bolivariano Hugo Chaves che, prendendo in giro il suo Popolo lo ha ridotto in totale disgrazia. Proprio quel Chaves che in piena cupola della 17° riunione iberoamericana era stato pubblicamente richiamato dal Re di Spagna Juan Carlos con un bel ?por que no te calla? ossia ‘Perché non taci!?’ Ma l’esimio aspirante politologo Bagotin non ne azzecca proprio una e gli manca solo pubblicare l’elogio dell’iraniano Ahmejadin o di Robert Mughabe per completare un perfetto scenario… E l’astuto si guarda bene a non elogiare il buon ex governante brasiliano perché, forse, gli è giunta la puzza, delle notizie che è indagato non solo in Brasile, ma anche in Svizzera, Portogallo e Stati Uniti… Poi, invece, se la prende con gli imperdonabili imprenditori del Nordest colpevoli di aver eccessivamente partecipato al progresso del nostro caro Paese, contribuendo al proprio benessere ed a quello della maggioranza degli Italiani. Ma si sa, in questo mondo, ci sono individui coraggiosi che vivono per mettersi alla prova, anche per poter identificare i propri limiti di capacità e la propria dimensione in questo meraviglioso pianeta pieno di opportunità, almeno per chi non teme il lavoro. Poi, ci sono quelli che nascono stanchi e preferiscono sopravvivere senza fare troppa fatica – cultori dell’ozio creativo – e che per giustificare la proprio pochezza, accusano i più competenti, scaricando tutta la loro invidia generata dalle proprie frustrazioni che derivano da una certa inerzia. Insomma ci sono i vittoriosi da una parte e gli sconfitti dall’altra che puerilmente sognano un idillico passato, auspicando un nostalgico ritorno ai tempi in cui la gente mossa dalla superstizione, guardava verso il cielo ed adorava il Sole in qualità di divinità assoluta. Eppure, grazie all’emancipazione di questa modernità, ormai, anche i miei nipotini non credono più a certe leggende… Ecco dove sta la differenza di concezione fra questo povero decrepito vecchio entusiasta della vita, contro quella del bravo Bagotin che ha difficoltà a distinguere il progresso dalla decadenza; la differenza fra l’era della conoscenza l’era dell’inconsapevolezza; certo, che il suo tanto decantato movimento hippy è stato il tipico sintomo di quella superficiale spensierata ma profonda decadenza, ragione per cui alla fine la cosiddetta civiltà dei fiori si è estinta spontaneamente, perché anche fra quelli che l’avevano abbracciata in modo infantile, sperimentandola, alla fine, hanno capito che perseguivano una mera chimera. I pragmatici, realisti, al contrario, mentre guardano con ottimismo all’avvenire si nutrono ancora di speranza; speranza di liberare gli umani dalla schiavitù dei pregiudizi e dell’ignoranza che ahimè condiziona ancora molti romantici quanto ingenui superficiali ambigui poeti sognatori. Ma coraggio! Non tutto è perso; infatti, per il bene dell’umanità, gli inutili immaturi giovani nostalgici sono solo un’insignificante improduttiva minoranza; la grande maggioranza dei giovani, non si accontentano di volgere lo sguardo all’indietro; preferisce guardare avanti, procedere insieme all’evoluzione perché i giovani intelligenti sanno che oltre all’orizzonte ci sono nuove conoscenze da scoprire, perché come Popper insegna, la conoscenza non si esaurisce e la grande maggioranza delle nuove generazioni, mossa da dubbi e non dalle certezze, aspira ad imparare sempre di più perché il progresso sta nell’avvenire che promette, mentre il tempo che abbiamo alle spalle non può generare speranze ed ormai serve solo come utile lezione.

  3. Purtroppo è uscito un paragrafo sbagliato il senatore boliviano Roger Pinto Molina ha chiesto asilo politico perché perseguitato da Evo Morales e non certo Hugo Chaves; e chi sostiene nero su bianco che Fidel Castro non è un dittatore è il Signor Bagatin… che qui stesso confessa di non essersi mosso fin dal 1988 e pertanto, deve avere una conoscenza del mondo piuttosto limitata perché dall’88 il mondo ha subito una discreta evoluzione, soprattutto fra i Paesi che avevano subito il collettivismo… Peccato che il paragrafo sia uscito così storpiato.

  4. Per Bacco! Cosa mi capita di leggere. Della mia SENILITA’. L’aspirante esperto in scienza gastronomica creativa – perito in insalate eccessivamente condite – questa volta, pensa di suonarmele davvero per bene… Per fortuna che accusarmi di senilità avanzata, nella mia miserabile concezione, non è un’offesa, anzi! Anche se prima di arrivare ai 90 devo arrivare agli 80 e prima di compierne 80 devo ancora compierne 70… Ma, in tutta franchezza, confesso che ambisco arrivare a quelle avanzate età con la stessa disposizione che solo quest’anno mi ha permesso di andare in Germania in Febbraio; in Marzo in California; in Aprile in Cina; in Maggio in Italia ed ora in Luglio nuovamente in Cina, mentre ho già programmato il prossimo viaggio in Italia ad Ottobre e stiamo preparando il prossimo viaggio in India a cavallo di Novembre e Dicembre… Mi sembra niente male per un vecchio candidato moribondo che dopo aver, magari viaggiato anche oltre 24 sopra gli oceani, gli basta una doccia ristoratrice per intraprendere centinaia di chilometri, guidando in macchina… Ad ogni buon conto, egregio giovane Bagatin, credo che la vecchiaia – come insegna pure il buon Cicerone – non sia una disgrazia, bensì un privilegio, sempre che sia vero che gli individui, negli anni accumulando esperienze non fanno altro che imparare. Naturalmente, ci sono anche le eccezioni di quelli che dopo aver iniziato a leggere libri a 8-10 anni, arrivando a 40 non hanno ancora appreso molto, al punto di essere ancora fermi alla fase giovanile, intenti a perseguire i propri puerili sogni di ‘amore e libertà’; libertà di drogarsi tutti ed ovunque ed a coltivare le effimere filosofie hippy… Noi poveri vecchi acciaccati, almeno abbiamo l’etica orientale di Confucio dalla nostra parte che ci attribuisce, se non altro, un po’ di esperienza, di saggezza, qualità che alle persone mature e di buon senso incutono anche una certa dose di rispetto…
    Il Signor Bagatin, al contrario, vede tutto in grigio: il progresso è un male, il successo dell’individuo una condanna, il denaro, sterco del demonio è una colpa. La rassegnazione, invece, per lui è una virtù; lo sforzo è schiavitù; il merito una inutilità… Questi sarebbero i valori di chi condanna l’emancipazione umana e si vanta di non muoversi, rinchiudendosi nel proprio guscio – tipico timore dei conservatori che diffidano dei cambiamenti. Eppure, denigrando il progresso e la modernità, in maniera poco coerente, si spreca a sproposito a riempie la rete di Internet con la sua geniale scienza gastronomica. E se non bastasse, senza muoversi dalla sua culla, ha la pretesa di scrivere su Paesi e regimi che lui conosce solo per sentito dire; infatti, ammette di non essersi mosso dal 1988, quando certi vecchi già agli inizi degli anni ’80 avevano già conosciuto mezzo mondo… Il risultato si vede: la sapienza in persona ritiene Evo Morales un grande politico; chissà, poi, per quale motivo il senatore boliviano Roger Pinto Molina sostiene che Fidel Castro non è un dittatore; esalta addirittura quella figura folclorica di Hugo ha chiesto asilo politico al Brasile – concesso – perché perseguitato dal presidente eletto dai coltivatori di coca… Poi Bagatin in un inutile tentativo cinestetico ginnico, esalta il bolivariano Hugo Chaves che, prendendo in giro il suo Popolo lo ha ridotto in totale disgrazia. Proprio quel Chaves che in piena cupola della 17° riunione iberoamericana era stato pubblicamente richiamato dal Re di Spagna Juan Carlos con un bel ?por que no te calla? ossia ‘Perché non taci!?’ Ma l’esimio aspirante politologo Bagotin non ne azzecca proprio una e gli manca solo pubblicare l’elogio dell’iraniano Ahmejadin o di Robert Mughabe per completare un perfetto scenario… E l’astuto si guarda bene a non elogiare il buon ex governante brasiliano perché, forse, gli è giunta la puzza, delle notizie che è indagato non solo in Brasile, ma anche in Svizzera, Portogallo e Stati Uniti… Poi, invece, se la prende con gli imperdonabili imprenditori del Nordest colpevoli di aver eccessivamente partecipato al progresso del nostro caro Paese, contribuendo al proprio benessere ed a quello della maggioranza degli Italiani. Ma si sa, in questo mondo, ci sono individui coraggiosi che vivono per mettersi alla prova, anche per poter identificare i propri limiti di capacità e la propria dimensione in questo meraviglioso pianeta pieno di opportunità, almeno per chi non teme il lavoro. Poi, ci sono quelli che nascono stanchi e preferiscono sopravvivere senza fare troppa fatica – cultori dell’ozio creativo – e che per giustificare la proprio pochezza, accusano i più competenti, scaricando tutta la loro invidia generata dalle proprie frustrazioni che derivano da una certa inerzia. Insomma ci sono i vittoriosi da una parte e gli sconfitti dall’altra che puerilmente sognano un idillico passato, auspicando un nostalgico ritorno ai tempi in cui la gente mossa dalla superstizione, guardava verso il cielo ed adorava il Sole in qualità di divinità assoluta. Eppure, grazie all’emancipazione di questa modernità, ormai, anche i miei nipotini non credono più a certe leggende… Ecco dove sta la differenza di concezione fra questo povero decrepito vecchio entusiasta della vita, contro quella del bravo Bagotin che ha difficoltà a distinguere il progresso dalla decadenza; la differenza fra l’era della conoscenza l’era dell’inconsapevolezza; certo, che il suo tanto decantato movimento hippy è stato il tipico sintomo di quella superficiale spensierata ma profonda decadenza, ragione per cui alla fine la cosiddetta civiltà dei fiori si è estinta spontaneamente, perché anche fra quelli che l’avevano abbracciata in modo infantile, sperimentandola, alla fine, hanno capito che perseguivano una mera chimera. I pragmatici, realisti, al contrario, mentre guardano con ottimismo all’avvenire si nutrono ancora di speranza; speranza di liberare gli umani dalla schiavitù dei pregiudizi e dell’ignoranza che ahimè condiziona ancora molti romantici quanto ingenui superficiali ambigui poeti sognatori. Ma coraggio! Non tutto è perso; infatti, per il bene dell’umanità, gli inutili immaturi giovani nostalgici sono solo un’insignificante improduttiva minoranza; la grande maggioranza dei giovani, non si accontentano di volgere lo sguardo all’indietro; preferisce guardare avanti, procedere insieme all’evoluzione perché i giovani intelligenti sanno che oltre all’orizzonte ci sono nuove conoscenze da scoprire, perché come Popper insegna, la conoscenza non si esaurisce e la grande maggioranza delle nuove generazioni, mossa da dubbi e non dalle certezze, aspira ad imparare sempre di più perché il progresso sta nell’avvenire che promette, mentre il tempo che abbiamo alle spalle non può generare speranze ed ormai serve solo come utile lezione.

  5. Ribadisco, dire che l’intelocutore ha le idee confuse significa semplicemente non sapere che cosa rispondere e/o rimanere arroccati nelle proprie posizioni.
    Del resto è cosa possibile data l’età. Perché se io sono “giovane” deduco che tu abbia almeno 80 o 90 anni.
    Generazione che peraltro ha molte responsabilità nei confronti di quelle successive per averle rese così edoniste con il mito del “successo” e del “lavoro” da averle rese oggi talmente apatiche che i vent’enni di oggi hanno solo voglia di una cosa: che qualcuno li mantenga per rimanere ad annoiarsi (personalmente li invito al suicidio, quando posso dare un consiglio).
    Per non parlare degli imbecilli che hanno la mia età (la peggiore generazione degli ultimi cinquant’anni) – uno dei quali governa questo Paese – privi di ogni passione e imbevuti di imbecillità mediatico-mediocri.
    Sì, abbiamo una concezione di vita diametralmente opposta. Per fortuna aggiungo !
    Sin da bambino non amavo la competizione e del successo altrui me ne sbattevo alquanto (mi sono sempre fatto gli affari miei in primis). Anzi, quando ho notato che nel nord-est italiano – nel quale ho vissuto per trent’anni – c’era chi lavorava (e lo fa ancora oggi) 14 ore al giorno e si manteneva la villa e altre cosette…ho pensato che fosse una realtà alquanto sciocca, estranea al mio modo di concepire la vita. Una realtà morta.
    Ho sembre guardato all’interiorità ed alla spiritualità. Passavo, sì, forse almeno 8 ore in letture sin da quando ero giovanissimo. A 10 anni, come ho detto e scritto più volte, ho iniziato ad interessarmi di Massoneria fra l’altro. L’interesse per la politica venne invece a 8 anni.
    Qual è il mio stile di vita ? Non guido da undici anni e anche allora avevo una Austin Mini metro del 1980, ovviamente di seconda mano. Ho uno smartphone da settanta euro, ma solo da due mesi e non mi ci trovo nemmeno bene (e comunque lo uso davvero di rado). Non vesto firmato e vivo con il minimo indispendabile. Non vado in vacanza dal 1988 e non amo andarci. Se mi sposto lo faccio unicamente o per conoscere persone oppure per lavoro o progetti.
    Ricerco un modello di vita che metta in comunicazione le intelligenze (che sono molto poche, per questo le persone non si parlano e/o spesso non si capiscono) e che ritorni allo stato di natura.
    Utopie ? Forse. Ma certamente ne vado orgoglioso e sono contento che queste utopie si siano rafforzate nel corso degli anni. Perché ricercare il sentimento piuttosto che uno stupido “successo” (ma de che ?) trovo sia molto più utile e nobile.

  6. Bene Luca,
    visto che questo, effettivamente, è un dialogo fra sordi, ritengo oltremodo opportuno concluderlo definitivamente, Anche perché la tua eccessivamente ricca immaginazione mi porta a conclusioni che la tua generale confusione è tale che il dialogo è assolutamente inutile.
    Ma prima di salutarti voglio solo aggiungere che io non sono un ricco – o meglio non facoltoso – imprenditore; vivo certamente bene perché mi dò da fare; infatti, per oltre 15 anni ho lavorato per gli altri: in Europa (Nord, Centro e Sud), Africa (Nord e Centrale) e Sudamerica, senza mai lamentarmi dei miei datori di lavoro, per i quali ho sempre dato il massimo e senza mai invidiare chi vantava una condizione patrimoniale superiore, bensì ammirando il loro successo, com’è tradizione fra gli Americani… Cosa che apparentemente non fai tu perché hai una visione del mondo diametralmente opposta alla mia; ti potrebbe risultare molto utile la lettura dei saggi LA SOCIETE’ DE CONFIANCE o DU MIRACLE EN ECONOMIE di Alain Peyrefitte, oppure DOMINEZ LA TERRE di Jean-Yves Naudet, forse ti chiarirebbe un po’ le tue stravaganti idee in generale ed economiche in maniera specifica; e se hai davvero letto Milton Friedman, Bruno Leoni eccetera, come sembri dichiarare, posso solo dedurre che non ci ha capito molto…
    Ad ogni modo, per darti un’idea della mia “ricchezza” che è costituita principalmente di esperienza e di conoscenza di questo meraviglioso mondo, aggiungo che le vicissitudini della vita, per un caso fortuito, mi hanno occasionato a mettermi in proprio, rinunciando ad un discreto stipendio fisso ed accettando di essere messo alla prova ad ogni giorno che passava e da quasi 30 anni lavoro in media 14 ore al giorno, almeno 6 giorni alla settimana – ed anche molte domeniche, perfino di notte, proprio per sfruttare il fuso orario, e sempre con entusiasmo che è il motore che mi aziona, e che mi permette di approfittare le opportunità che gli Stati Uniti (ai quali sono immensamente grato), l’Europa, l’Asia e le Americhe (Centrale e Meridionale) ed in minor misura anche l’Africa del Sud e l’Australia che, per mia grande soddisfazione, da allora mi proporzionano.
    Non lo dico certamente per vantarmi, ma solo per farti finalmente capire come si acquisisce una visione cosmopolita, in contatto con ambienti ed individui totalmente diversi; è, dunque, questo il modesto divario che mi distingue da te e che, in tutta franchezza, credo di avere i titoli per poter criticare le tue ingenue fantasticherie da giovane sognatore piuttosto a corto di esperienze, almeno a proposito di economia e di conoscenza del cosiddetto Terzo Mondo, per non dire di altro come si potrebbe, giacché tu stesso, molto ingenuamente, nelle tue illusioni e con quanto sostieni e scrivi, purtroppo, senza nemmeno rendertene conto, fornisci eccellenti opportunità…
    Buona fortuna, Tullio

  7. Tullio, francamente non comprendo più nemmeno il senso di questa discussione che, in modo pretestuoso ed inconcludente, iniziasti tu.
    Il tuo percorso iniziatico non è affar mio è trovo peraltro assai poco iniziatico il fatto che tu lo spiattelli non solo a me, ma finanche in pubblico.
    Men che meno mi possono interessare lo sfoggio dei tuoi viaggi e vicissitudini, che, ripeto, sono esclusivamente fatti tuoi.
    Fuori strada sarò io…per te, ovviamente, le cui conclusioni appaiono inappellabili. Tu presumi questo e quello e allora te lo lascerò credere. Del resto, nel corso degli anni, mi sono sentito dare del: fascista, del comunista, del venduto al soldo di Berlusconi (ma non ancora del Governo cubano…peccato in effetti…), persino del pedofilo, del pappone, del copione e chi più ne ha più ne metta.
    Penso che se fossi attaccato al danaro, con le querele avrei potuto anche sistemarmi 🙂
    Collaboro con riviste di Storia massonica, esoterica e Risorgimentale. Ho da sempre un ottimo rapporto, anche epistolare oltre che telefonico, con Storici dell’argomento. A sentire te verrebbe da pensare che sono degli imbecilli (del resto l’ex On. Francesco Nucara diede al prof. Aldo A. Mola dello pseudo conoscitore della Massoneria…cosa che mi fece dimettere da collaboratore de La Voce Repubblicana, con tanto di articolo in risposta al Nucara…che non è certo un cattedratico, ma persona pagata dal contribuente per essere stato seduto su una sedia).
    Per quel che mi riguarda non ti ho mai nemmeno dato dell’ignorante. Vedo che anche qui le conclusioni sono tutte tue, a dimostrazione che questo è un dialogo fra sordi.
    Noto sempicemente che ragioni da ricco industriale quale sei. Da ricco e ottuso liberale. Come ti ho detto ho abbandonato le posizioni liberali in economia da molto tempo, pur non avendo alcun pregiudizio su chi la pensa così, non amando infatti la contrapposizione fra ideologie (non credo alle ideologie, ma al bisogno delle persone di dare e ricevere amore, che è cosa che Adam Smith e Karl Marx, a differenza di Mazzini, nella loro freddezza, non hanno mai compreso). Conosco Adam Smith, Buno Leoni, la scuola di Chicago e compagnia cantante. Persino il prof. Luigi De Marchi (la sua voce su Wikipedia reca una mia nota).
    Ti ringrazio per aver sottolineato le mie “idee confuse”, che è argomento che utilizzano coloro i quali non hanno argomentazioni e vogliono chiudere in fretta il discorso. Soprattutto con coloro i quali non hanno una visione dogmatica del mondo.
    Sopravviverò ache a questo. Ci sono abituato.

    Luca Bagatin

  8. Luca, abbi pazienza, ma qui l’insalata – per non dire le sciocchezze – le stai mescolando tu, anche ricorrendo al francese in modo improprio…

    Intanto, per chiarire, sappi che in Officina sono entrato nel ’72 (magari non eri ancora nato) e sono in sonno per buoni motivi da ben oltre 15 anni; ma non perché l’istituzione non sia positiva, bensì perché le norme non vengono applicate… Comunque, se ti può interessare, ho frequentato in Italia, Francia, Germania, Perù e Stati Uniti e non per questo mi esibisco, pubblicando articoli su internet – al tuo esempio – su questi argomenti, proprio perché, nonostante tutto, conservo un certo rispetto per le regole…

    Poi, su Garibaldi, Mazzini, e Aninha – alias – Anita, sei palesemente e totalmente fuori strada, così come sei fuori strada quando esalti Cuba, dove ho l’impressione che non sia mai stato, altrimenti non la penseresti a quel modo; mentre io ci sono stato e potrei descrivere le mie interessantissime e stravaganti – per non dire grottesche – esperienze fin dal controllo passaporti, anche se non le pubblico. Invece, per evitare tanta confusione, torno a raccomandarti di leggere un po’ cosa ne dicono gli autori che ti ho già indicato, aggiungendo anche Armando Valladares; così impari un po’ di più sulla cruda e triste realtà di Cuba. Del resto, da quanto si evince dalle tue affermazioni, è più che evidente che conosci poco il mondo in generale, Stati Uniti compresi, e molto meno il cosiddetto Terzo Mondo. Al contrario, per ciò che mi riguarda, giro il mondo dal 1963, per studio e per lavoro; e, quando tu forse andavi ancora all’asilo, da giovane, ho fatto anche la guida nel cosiddetto Terzo Mondo, per la più importante organizzazione turistica al mondo… Mentre, attualmente, passo un terzo del mio tempo in giro, andando anche in India e Cina 3-4 volta all’anno; anzi, parto il 10 Luglio e non per turismo. E, visto che mi dai dell’ignorante, ti invito a casa mia – ti ospito io – così prendi visione di una delle biblioteche liberali più fornite che tu abbia mai visto, molte nelle versioni originali… e non compero libri per decorazione…

    Ma per tornare al Brasile, quando osi affermare che vi si muore o moriva di fame, dimostri proprio di oltremodo disinformato. Una cosa è l’esistenza di sacche di miseria in certe zone al Nordest) e un’altra cosa è morire di fame; in Brasile è difficile morire di fame perché se in Europa si ottengono 1-2 raccolti all’anno, in Brasile se ne ottengono 3-4. Del resto il Brasile, con la quarta industria aeronautica del mercato, con la produzione di 4 milioni di autovetture all’anno, è la settima potenza industriale al mondo; primo produttore agricolo: 60% della produzione mondiale di carne bovina primo esportatore di carne di pollo e di maiale al mondo, senza parlare di produzione di soia, di mais, di zucchero, non è certamente più Terzo Mondo; anzi, non fosse per questi ultimi governi socialisti, avrebbe già superato l’Italia, mentre se continua di questo passo, si rischia di tornare indietro. Infatti, invece di fare gli investimenti internamente, aiutano Cuba, Venezuela, Bolivia, Uruguay ed Argentina, a non patire la fame perché questi Paesi ultimamente sono a corto di spiccioli… Al punto che questa “generosità” con questi regimi, viene attualmente contestata dalla locale opposizione parlamentare ed è in procinto di essere investigata…
    Ma per concludere, definitivamente, questo scambio di opinioni in pubblico che sta diventando anche sgradevole, ti consiglio di leggere: qualcosa dello starordinario liberale italiano Bruno Leoni; inoltre, L’OSSESSIONE ANTIAMERICANA di Jean-François Revel; LA SOCIETE’ DE CONFIANCE, oltre a DU <> EN ECONOMIE di Alain Peyrefitte ed un’eccellente saggio dell’economista del cosiddetto Terzo Mondo: Dambisa Moyo – già tradotto anche in italiano – LA CARITA’ CHE UCCIDE; forse ti potranno illuminare un po’ le tue idee confuse’; infatti, se proprio non sei più un giovane virgulto, sembri di di essere rimasto fermi ai preconcetti del ’68; infatti, hai veramente bisogno di aggiornarti e di ampliare la tua visione del mondo e dell’ordine spontaneo che è il mercato…
    Cordialmente, Tullio

  9. Tullio, tu mi parli di dettagli insignificanti ed anche inutili.
    Ho smesso di far parte di organizzazioni da almeno dieci anni, rimanendo iscritto solo alla Società Teosofica, senza però frequentare alcunchè. Occorre mangiare gli escrementi per sapere che sono disgustosi ?
    Non amo questo modo di ragionare (che non ha nulla dello spirito di Fratellanza) e se tu sei un Fratello, sono lieto di non essere tuo prente.
    Esaltare qualche cosa ? Ah sì ? Anche qui sei fuori strada. Io racconto, semmai, cose di cui nessuno o pochi raccontano. Perché forse la fratellanza la praticano…solo in loggia.
    Mazzini socialista ? Ma da quando ?????
    Hai mai letto le sue critiche alla “società dei castori” ?
    Garibaldi fu sansimoniano più che socialista tout cour (e comunque fu antimarxista).
    E allora ? Anche qui mi tiri fuori sciocchi “feticismi d’appartenenza” ?
    Trovo che in contraddizione sia tu, perché la libertà non ha nulla a che vedere con il dogma o con assurdi feticismi ideologici.
    Anita Garibaldi un’avventuriera ? Che mi tocca sentire ! Era una donna libera, che faceva il bagno nuda e con questo ? E quanto al marito le fu imposto e preferì seguire il cuore, ovvero Garibaldi.
    Purtroppo è facile gettare escrementi sui morti, che non possono parlare e che usarono un fucile che i vivi avrebbero paura di vedersi puntato contro o di usare oggi, nell’epoca dell’opulenza, ove si ha la libertà di parlare…anche a vanvera. Come stiamo facendo entrambi, peraltro, visto che non serve né servirà a nulla questo simulacro di discussione.
    Ma forse “liberal” dogmatici …preferiscono – novelli marxisti – raccontare di un’Anita prostituta. Perché ad essersi prostituiti sono proprio loro stessi, come le loro istituzioni, che non sono né liberali né tantomeno democratiche.
    Sono giovane ? Beh, se a quasi quarant’anni uno è giovane… E’ facile dare del giovane per denigrare. E’ una storia vecchia. Ma anche questo è un dettaglio che non vuol dire nulla. Anche un vecchio può essere un imbecille, così come un giovane può essere un genio, una pornodiva può essere una parlamentare…. I luoghi comuni, insomma, lasciano il tempo che trovano.
    Quanto al romantico, in epoca di decadenza, di gente ricca (cosa che per mia fortuna non sono mai stato) e ignorante, è termine oltremodo positivo.
    Di Cuba (che denigravo anch’io quando avevo vent’anni, figlio della propaganda “liberal-democratica”) non sai nulla, così come non sai nulla di Mazzini…e di Anita Garibaldi (sic !).
    Vivi in Brasile, ma dici di preferire gli USA….vabè, per fortuna che quello in contraddizione sono io !
    Mi sembri invece la conseguenza del relativismo, ovvero del marxismo e dunque del suo omologo al contrario, il liberalismo. Un connubio fra materialismo e dunque economicismo.
    Io sono altro, è vero. Dopo vent’anni di attività politica (anche nelle file cosiddette “liberal-democratiche, coe già detto, che però mi sono reso conto che non conoscevano né l’uno n’è l’altro aspetto) mi sono rotto alquanto. Ricerco lo spirito oltra la materia. Me ne frego delle ideologie e dei feticismi. Elaboro teorie nel mio athanor, senza petendere di essere ascoltato. Morirò, sapendo di morire e di morire solo. Ma non senza aver provato a vivere.

  10. Caro Luca,

    bene non sei fratello, mi spiace per te, ma come spieghi che ne scrivi? Come si può scrivere di ordini iniziatici, magari esaltandoli, senza esserne nemmeno parte? Sei già in contraddizione qui, ma non solo qui… Mazzini? Garibaldi? Oddio né l’uno né l’altro erano liberali, bensì socialisti.
    Anita Garibaldi? Ma tu sai chi era Anita Garibaldi? Ana (Aninha) Maria Ribeiro da Silva – la cosiddetta “Eroina dei Due Mondi” vero… Io abito a 200 km dalla sua terra natale; era un’ avventuriera che già d ragazzina prima di sposarsi con un calzolaio, dava scandalo facendo il bagno nuda in mare, senza tante cerimonie… poi, ha abbandonato il marito per avventurarsi con l’avventuriero di Nizza…

    Ma lasciamo perdere e permettimi di dirti che dalle tue affermazioni è impossibile non notare che sei ancora molto giovane, sei un romantico che vorrebbe abbracciare utopie già sperimentate: magari alla Rousseau del Buon Selvaggio e dell’idillica età dell’oro che non hanno basi realistiche. Sei senz’altro molto più giovane di me e ti mancano ancora molte primavere per completare una visione globale, per non dire una “Weltanschauung“ più coerente. Anch’io ho avuto il piacere di leggere Thoreau al quale, a suo tempo si era ispirato il movimento hippy di altri tempi e che è ormai morto di morte naturale. Ma ti sei mai chiesto che fine avrebbe fatto il bravo Thoreau se avesse osato sfidare l’autorità del tuo beniamino Fidel Castro?

    Non capisco uno che mi parla di umanismo e viene a dirmi che si trova bene in un regime totalitario come quello di Cuba… Ma Cuba che era la zona più prospera dell’America Latina, in questi ultimi 50 anni è solo andata indietro; è peggiorata continuamente; dove la gente non osa criticare il regime senza rischiare la galera; dove un medico, se guadagna molto arriva a 50 Dollari al mese e gli ingegneri che guidano carrozze trainate da ronzini devono temere di essere visti a ricevere una mancia… Poi tutto il resto: i 10.000 morti fatti fuori dai castristi solo nelle prime due settimane di rivoluzione, quando i vostri compagni condannano Pinochet per aver fatto 3.000 vittime in tutto il suo tempo di regime; regime che – fra l’altro – ha messo in ordine il Cile, creando benessere e stabilità, mentre Cuba poveretta è nella miseria con le finestre degli ospedali chiuse con il cartone; poi, ha fatto scappare un terzo della sua Popolazione verso gli Stati Uniti, spesso rischiando di diventare pasto dei pescicani… Perché non leggi un bellissimo saggio di Andés Oppenheimer (conterraneo di Ché Guevara); lui, dopo aver trascorso diversi periodi a Cuba, a Castro ha dedicato memorabili pagine…Tu ti trovi bene a Cuba spendendo Euro? Ma chiedi a Yoani Sanchez ed ai prigionieri politici cubani se sono contenti di vivere in quel regime che non conosce il più elementare stato di diritto? Di Cuba potrei scrivere pagine intere; a proposito hai mai letto Carlos Alberto Montaner??
    Non ti piace il capitalismo e vuoi essere liberale? Ma una delle ultime invenzioni dell’odiato capitalismo, del contestato progresso, mi pare, che non ti scandalizzi troppo; infatti, bazzichi su internet e condanni il suo più straordinario frutto. Mi sembri quel genio di Al Gore che vai in giro a condannare l’inquinamento, ma non s’importa d’inquinare con i suoi elicotteri; oppure quell’energumeno di José Bové che vorrebbe predicare contro l’inquinamento con la pipa accesa che gli inqina i polmoni…

    Ma tu hai mai letto Hayek? Ludwig von Mises,? Popper? Murray Rothbard? David Friedman? Ayn Rand? E tanti altri liberali che tu, evidentemente non hai mai letto. Tu conosci la Cina? L’India? Lì si che la gente moriva veramente di fame; ma ai tempi del collettivista Mao Dzedong e della “terzomondista” Indira Gandhi; certo, anche in quei Paesi c’è ancora molto da fare, ma il progresso che si è realizzato anche in quelle contrade – e che io conosco molto bene -, lo si deve al capitalismo e non ai romantici naturalisti. Perché non vai a vedere quali trasformazioni ha generato il capitalismo da quelle parti? Non è in Brasile che si muore di fame… In Brasile c’era e c’è ancora della miseria ma non per eccesso di capitalismo, bensì per la MANCANZA di capitalismo! Le zone depresse sono dove il Governo distribuisce sussidi; noi qui da noi dove si lavora magnificamente… Così come la miseria di Haiti deriva dall’assenza del capitalismo, mentre negli Stati Uniti, in Canada, in Australia e Nuova Zelanda si produce ricchezza invece di miseria! Libertà, mio caro Luca, è potersi realizzare; realizzare le proprie aspirazioni, mettere alla prova le proprie potenzialità; fare i propri leciti interessi; badare a se stessi, assumendosi le proprie responsabilità, pur di poter realizzare le proprie ambizioni. Il romantico idillico socialismo, il tuo naturalismo, invece, non sono altro che utopie incompatibili con le libertà individuali; voi negate – magari senza rendervene conto – il semplice principio del merito…

    Se in Brasile si sono fatti passi avanti, caro Luca, lo si è fatto grazie alle iniziative degli individui intraprendenti, così come il benessere italiano, tedesco, giapponese o americano eccetera lo hanno fomentato gli individui con le loro iniziative, con le loro creatività, con le loro idee; proprio perché sono gli individui che pensano e non la società… Sono gli individui che rompono paradigmi per crearne di nuovi, andando contro corrente. Invece di dare credito a Ché Guevara o Fidel Castro dovresti leggere il SAGGIO SULLA LIBERTA’ di John StuarT Mill?

    Sinceramente Luca; il tuo romantismo da sognatore “Amore e Libertà”… già… Davvero, sei veramente proprio molto giovane e ti illudi di inventare qualcosa di nuovo. L’amore, la tolleranza non sono novità li aveva promossi già il Buddha, e da qui pure l’etica di Gesù – prima che il Cristianesimo di San Paolo diventasse una religione.

    Ed in conclusione: io sono relativista, sono sicuro di non poter arrivare alla Verità; perché la Verità assoluta non è accessibile; sono un eterno apprendista; io sono fra quelli che cercano la verità fin da quando ho iniziato a pormi domande. Credo che esiste una legge superiore, quella che regola l’universo e che è l’equilibrio; dove il bene ed il male si compensano; infatti, non credo alla perfezione, bensì alla perfettibilità; la realtà è fatta di due poli; quella che interpretiamo e quella che ignoriamo; ciò che oggi interpretiamo essere un bene, domani potrà risultare un male e viceversa; ogni giorno è un nuovo giorno, un nuovo contesto; ogni attimo che viviamo ci insegna qualcosa: per dirla con Popper, la conoscenza non si esaurisce. Sono uno scettico sono fra coloro che vogliono capire per poter credere e non “credere per vedere” come i tuoi compagni che vorrebbero imporre limiti agli individui perché il denaro fa loro specie…
    Cordialmente, Tullio

  11. Caro Tullio, anche tu pensi di sapere cose che ti sfuggono. E che dai per scontate. A differenza tua io non pretendo di avere verità in tasca. Mi chiami Fratello e ti ringrazio, ma come fai a sapere se sono Fratello o meno ?
    E’ facile pensarlo, ma lo sono ? Io stesso non ho mai detto di esserlo, anche se molti lo hanno scritto…senza mai verificare alla fonte.
    Rispetto le tue idee, ma sono idee che partono da una persona comunque occidentale e privilegiata. Uno come me, invece, a Cuba ci sta benissimo. Così come in Brasile uno che venti o venticinque anni fa moriva di fame oggi non muore più. E così altrove. Pur con problemi che rimangono e forse rimarranno, chissà. Ma almeno non saranno i problemi di vent’anni fa.
    E non saranno i problemi dell'”occiente” opulento in termini di danaro. Ma totalmente privo di umanità. Che è morta trent’anni fa almeno. Così come sono morte le idee, sostituite dal danaro, dalla tecnologia, dal progresso…tecnologico (sic !).
    Un tempo ero “liberale” anch’io, poi lo sono rimasto, ma non dal punto di vista economico. Solo per quanto concerne i diritti e le libertà individuali.
    Non mi interessano la destra nè la sinistra, che sono utili solo a chi ricerca voti e che oggi, in Europa, sono totalmente snaturate (la sinistra ha abbracciato il capitale, a differenza della destra).
    Le spiegazioni le ho date in questo articolo ed anche in molti altri, peraltro pubblicati dal quotidiano “L’Opinione” che certo non è di sinistra e che li ha coraggiosamente pubblicati, così come li pubblica Liberalcafè, in una rinnovata prospettiva di liberazione individuale. Perché sociale, umana, persino cristiana aggiungerei.
    Ne ho parlato nel mio terzo saggio, di priossima uscita, “Amore e Libertà – Manifesto per la Civiltà dell’Amore” che nasce dal pensatoio che ho fondato due anni fa e che ha per simbolo Anita Garibaldi. Che è un’eroina morta e dimenticata per tutti noi.
    Del resto terzaforzista sono sempre stato, che poi non è dissimile dall’essere terzomondista: fuori dai blocchi, capitalista e comunista. Contro il progresso tecnologico e la modernità. Per un ritorno alla stato di natura alla Thoreau, ove a prevalere siano i rapporti umani su quelli economici e politici.

  12. 1) Scrivi: “Mi chiedo allora come tu faccia a vivere ancora in quei Paesi allora…beh, forse perché fai l’imprenditore. Non mi risulta siano dittature, ma repubbliche e democrazie ove, peraltro, non esistono le “regole” lobbistiche presenti negli USA e finanche in Italia (e non solo)…ritenute delle “democrazie”.”

    Rispondo:
    Caro Fr.: Luca, ci vivo dal ’76 e ne ho viste di tutti i colori; per mia fortuna vivo nel Brasile dove si lavora, più di quanto si faccia in Europa; ma nel Sud che è la parte più prospera dell’America Latina; priva di “favelas” di ragazzini delinquenti; di analfabeti o di mendicanti; qui arrivano perfino i rifugiati da Haiti a fare i lavori più umili. Sappi che qui gli attuali governanti non hanno mai vinto un’unica elezione: sono al governo solo perché distribuiscono denaro – generato al Sud – e favori alle moltitudini attaccate alle mammelle del potere di sinistra…
    Comunque, i nodi stanno arrivando al pettine ed in pochissimo tempo, il 90% del Paese si attende di vedere i mandanti dei “lobbisti” più audaci che la storia della politica mondiale abbia mai visto in galera! Una parte degli esecutori c’è già: Hai già sentito parlare di Mensalao? Di Petrolao? Informati, poi mi dirai se negli Stati Unici ci sono mai stati dei casi di promiscuità di “lobby” e di sfacciata corruzione similari…

    Non me ne vado dal Brasile perché amo questo Paese; Ho girato e giro ancora mezzo mondo: dalle Ande all’Himalaya, dall’Africa alla Cina; qui vive un Popolo ricchissimo: generoso, tollerante, umile e con un senso per l’umore sviluppatissimo; qui ho un’attività, anche se per 6 (sei mesi) devo lavorare (14-16 ore al giorno) per il potere pubblico e le sue ed una famiglia, ma se dovessi andarmene, sceglierei gli Stati Uniti; potrei anche andare in Cina, ma MAI in Venezuela, Argentina, Bolivia e questi poveri Paesi privi di un minimo di prospettive, dove non c’è la “democrazia” che dici tu… E’ la prova che sei totalmente sprovvisto di notizie da questo mondo e ti lasci ingannare da dati pubblicati dai regimi stessi; gli stessi discorsi di Lula che in questi giorni deve dormire piuttosto male… altrimenti non oseresti proporre accordi dove la povera gente deve pagare fra 200%-300% di interessi all’anno… Dove la gente non ha le opportunità che offrono i Paesi liberi come gli Stati Uniti dove arrivano milioni di stranieri ogni anno e non c’è nessuno che ti viene a chiedere l’elemosina ai semafori o per pulirti i vetri delle automobili… Se vuoi capire qualcosa dell’America Latina dovresti leggere questi liberali: Alvaro Vargas Llosa, Hernando de Soto, Octavio Paz, Carlos Rangel o Diogo Mainardi… Poi, se vuoi, possiamo discutere di America Latina con nozione di causa. Certo che non tornerei a vivere in Europa anche se ci vado con una certa regolarità, avendo anche parte della mia famiglia che ci vive…

    2) Ma a proposito della “democrazia di Morales”: ma tu sai quel è l’attività più sviluppata della Bolivia, oltre al gas che fornisce al Brasile??? Cosa mi dici delle nazionalizzazioni bolivariane nel settore dell’energia a scapito del Brasile? Senza che Lula prendesse le difese della PETROBRAS in un processo altamente sospetto del quale, forse – speriamo -, si parlerà in un prossimo futuro. Poi, per quale motivo oppositori parlamentari si sono rifugiano in Brasile??? Inoltre, ti sei chiesto chi elegge Morales??? I coltivatori della foglia di Coca… Poi, spiegami perché i poveri Boliviani scappano da quel paradiso per assoggettarsi a venire a lavorare qui in Brasile quasi in regime di schiavitù…

    3) Dici di non essere di sinistra ma, apparentemente, le idee mancine non ti mancano e coincidono proprio con la retorica degli orfani del collettivismo che i sinistri mancini sostengono tutti i giorni da queste parti ed alle quali fanno eco Repubblica e quando ancora c’era Unità (che ora tenta tornare a pubblicare le sue fandonie. Allora, spiegami le tue inclinazioni di simpatia per regimi fascisti come quello Venezuela e addirittura Cuba o dell’Argentina: Peron – come Getulio Vargas in Brasile – avevano copiato lo “script” di Mussolini… Repubbliche dottrinarie, corporativiste condizionate dalle appendici di una burocrazia, di sindacati, paradiso di parassiti e dove si produce sempre meno; dove perfino le esportazioni sono controllate, mentre per le importazioni non ci sono più fondi in valuta forte… Qui in Brasile, ci mancava poco che saremmo arrivati a questo; per fortuna l’ AOB (organizzazione degli avvocati), la stampa, lo stesso Parlamento, si è opposto a misure di censura che i due ultimi presidenti volevano introdurre come in Argentina e Venezuela…

    4) Mi sembra di aver capito che, secondo te, Castro non è un dittatore… Ma tu sei mai stato a Cuba? Sai che Cuba prima di Castro era la zona Latinoamericana più colta, addirittura superiore all’Argentina e Cile? Ha fatto una rivoluzione per eliminare la prostituzione nei bordelli e la corruzione dei politicanti… Ora la prostituzione è per le strade protetta dai magnacci in divisa; la corruzione è a tutti i livelli, mentre un terzo della Popolazione si è rifugiato negli Stati Uniti, dove vive benissimo, mentre a Cuba c’è solo miseria…

    Finalmente, vi lamentate dell’Europa ed avete ragione di farlo; ma la soluzione non è certamente con modelli come questi che, al contrario, cercano di ispirarsi proprio ai modelli europei, copiando tutto ciò che da voi sta producendo crisi…
    Cordialmente, Tullio

  13. Mi chiedo allora come tu faccia a vivere ancora in quei Paesi allora…beh, forse perché fai l’imprenditore.
    Non mi risulta siano dittature, ma repubbliche e democrazie ove, peraltro, non esistono le “regole” lobbistiche presenti negli USA e finanche in Italia (e non solo)…ritenute delle “democrazie”.
    L’Uruguay di Mujica una dittatura ? La Bolivia di Morales una dittatura ove tutti fanno la fame ?
    Curioso, peraltro, visto che i dati ufficiali dicono l’esatto opposto (la crescita economica – da quando Morales governa il suo Paese, ovvero dal 2006 – è arrivata al 5% annuo; i prezzi delle materie prime del suo Paese hanno aumentato di nove volte i proventi delle esportazioni nazionali; il suo Paese ha un surplus fiscale ed ha accumulato 15,5 miliardi di dollari in riserve internazionali; è riuscito a far uscire mezzo milione di persone dalla povertà; ha garantito sussidi per bambini e anziani ed il suo Paese è stato dichiarato dall’Unesco libero dall’analfabetismo).
    Non ho sinistre inclinazioni, anche perché non sono di sinistra, ma di estremo centro, perché al centro vi è l’individuo.
    Peraltro in Italia non ho mai votato a sinistra (né sono un lettore dell’Unità e di Repubblica, preferendo piuttosto Il Corriere della Sera ed in passato Libero ed Il Giornale) ed in Europa non sarei mai e poi mai di sinistra, come ho scritto più volte, ispirandomi, piuttosto, all’intellettuale francese Alain De Benoist, di cui ho anche parlato su LiberalCafè a proposito della sua analisi dell’economia.
    Come volevasi dimostrare c’è molto, molto pregiudizio in ciò che dici, saltando peraltro a facili quanto fuorviani conclusioni.

  14. Caro Luca, sì, hai proprio ragione, sono fondamentalmente prevenuto da questi regimi autoritari che non riconoscono i più elementari principi e valori della Libertà e se non bastasse seguono una politica che è già fallita ovunque. Evidentemente non conosci proprio la realtà di questo mondo… Io in Venezuela, Argentina, e Cuba ci sono stato, come sono stato in Cile ed Uruguay; mettere questo emisfero a confronto con gli Stati Uniti mi sembra addirittura poco serio… sono anche stato un centinaio di volte negli Stati Uniti, da Nord a Sud, da Est ad Ovest e dove abiterei volentieri se dovessi lasciare il Brasile; la corruzione americana è insignificante se paragonata a questi Paesi. Non vivrei certamente a Cuba, in Venezuela, in Argentina, in Bolivia, né in Uruguay… Inoltre, in Paesi come i nostri, da queste parti, ogni anno la delinquenza uccide decine di migliaia di individui, come se fossimo in una guerra civile fra onesti e delinquenti; peggio che in Afganistan od in Iraq. Esaltare queste dittature potrebbe essere davvero divertente se non fosse tremendamente tragico; il Brasile nonostante la crisi che stiamo attraversando è un paradiso al confronto: l’abbondanza contro l’assoluta scarsità. Paesi falliti dove la gente deve fare la fila per poter comprare l’essenziale come il pane, il sapone e la carta igienica è veramente inconcepibile. Popoli che votano per poter sopravvivere di sussidi, ma che non hanno alcuna concreta prospettiva di uscire dalla miseria; dove si premia solo la militanza a detrimento del lavoro, del merito. Ti consiglio di leggere Alvaro Vargas Llosa, forse ci ricavi qualcosa di più concreto. Ma visto le tue sinistre inclinazioni, un ottimo saggio che ti potrebbe essere oltremodo utile è IL MISTERO DEL CAPITALE di Hernando de Soto, può farti capire come si combatte davvero la miseria, l’ignoranza e la superstizione… Ho conosciuto anche il suo Paese – il Perù – ai tempi del Sensore Liminoso, mentre oggi, al contrario, ed all’esempio del Paraguay, va abbastanza bene, come va bene l’economia della Colombia, nonostante le FARC. Ma non voglio annoiarti anche perché è del tutto inutile discutere di realtà senza conoscere questi Paesi… con chi deve aver letto troppo dall’Unità o da Repubblica… Ti saluto cordialmente, Tullio

  15. Penso che tu abbia una visione precostituita e preconcetta.
    So che con la rivoluzione bolivariana in Venezuela i poveri hanno cominciato a mangiare e così nell’Argentina di Peron e dei Kirchner, contrastati da una globalizzazione che ha già inglobato l’Europa (sempre di più, prossimamente, con il Grande Trattato Transatlantico).
    L’economia è roba per ricchi, i poveri hanno bisogno di mangiare ed emanciparsi. Dovremmo smetterla di ragionare in termini economicistici, bensì umani e umanitari, perché la crisi globale è prima di tutto una crisi umana, di sfruttamento.
    Certo, la corruzione in Venezuela e Brasile c’è, così come c’è negli USA da sempre e c’è nel mondo cosiddetto “occidentale e democratico”.
    Purtuttavia c’è meno povertà. Ci sono meno morti per fame. L’analfabetismo è pressoché scomparso.
    E’ così in Venezuela, Brasile, Equador, Bolivia, Argentina, nell’Uruguay di Mujica e nella Cuba di Fidel che è tutt’altro che un dittatore, come dipinto da secoli dalla propaganda imperial-globalista.
    E’ facile parlare male dell’America Latina se si è ricchi, se si è occidentali, dico io.

  16. Caro Luca,

    temo che tu non abbia una visione molto chiara dell’America Latina…

    Vivo in Brasile dal 1976 e potrei illustrarti su cosa sta succedendo da queste parti…

    L’altro ieri una commissione di senatori brasiliani, in viaggio ufficiale, si è recata in Venezuela per visitare i prigionieri politici di quel disastrato ed ormai povero Paese bolivariano… Sono stati accolti a sassate, mentre la polizia stava a guardare; e le stesse autorità locali hanno bloccato le strade per evitare che arrivassero alle carceri dove gli oppositori – fra i quali il sindaco di Caracas – incarcerati; tutto organizzato da un gruppo di simpatizzanti di quella dittatura per non dire repubblica delle banane, dove la gente fa la fila per comperare il pane e la carta igienica…

    Ma Lasciamo il Venezuela che è un inconcepibile caso estremo…

    Tu sai cosa sta succedendo in Argentina con la Kirschner che monopolizza la carta per impedire ai giornali di scrivere ciò che avviene in quell’altro disastrato Paese, dove la stessa “Presidenta” è sospetta di essere coinvolta in un gravissimo delittuoso caso??? L’Argentina potrebbe essere un Paese prospero, ma da quando Peron lo ha rovinato, non si è mai più recuperato: sempre fra dittatura e governi autoritari ed incompetenti…

    Se non bastasse, tu sai cosa sta succedendo in Brasile, dopo 12 anni di governi mancini: inflazione 8%; crescita nel 2014 0,25%(zero virgola venticinque percento); disoccupazione in fortissima crescita; ma ciliegina sulla torta: proprio in questo momento, le più alte cariche del Paese sono soggette a finire in carcere – un paio ci sono finiti già un paio di anni, mentre il Lula sosteneva di non saper niente… – in seguito tutta una serie di scandali organizzati, l’ultimo della serie (altri se ne attendono a corta scadenza) è il più grande scandalo di corruzione al mondo di tutti i tempi: miliardi di Dollari – in paragone, gli scandali italiani sembrano realizzati da dilettanti – con i più importanti imprenditori edili del Paese in carcere…

    E chissà che adesso non seguiranno altre ripercussioni in rapporto agli scandali della FIFA…

    Una volta andava bene il Cile ma perfino il governo socialista è tornato ad andare male; e cosa dire della Bolivia? Cosa dire dell’ Equador? Cosa dire della Colombia parzialmente occupata dalla guerriglia, ormai da decenni?

    Allora, dimmi tu a quale Paese dell’America Latina ti riferisci? Il Messico parzialmente condizionato dal traffico di droga?? Haiti? Oppure Cuba??

    Che l’Unione Europea non vada bene siamo tutti d’accordo, ma conclamare ad accordi con questi governi che abbiamo noi qui in America Latina, dimostra solo una scarsa conoscenza della nostra realtà, ti consiglio di informarti meglio su ciò che avviene da queste parti perché mi sembra che tu sia sulla strada sbagliata…

    L’unico Paese che sembra andare abbastanza bene con una crescita del 6% annuo è il Paraguay.

    Cordialmente, Tullio

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