Finlandia: governo tripartito liberal-conservatore

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Il Partito dei Finlandesi per la prima volta nell’Esecutivo

 

Il 28 maggio 2015 il Parlamento monocamerale, composto da 200 deputati, ha eletto il nuovo Primo Ministro: Juha Sipilä. Presidente del Partito di Centro, ha ottenuto 128 voti a favore e 62 contrari. Dopo le elezioni legislative del 19 aprile, il Presidente della Repubblica Sauli Niinistö ha incaricato Sipilä di condurre i negoziati con le altre formazioni politiche, in particolare con i rispettivi gruppi parlamentari, che hanno portato alla formazione del nuovo Esecutivo e del programma di governo. Alla conclusione dei negoziati, il Presidente della Repubblica, sentiti i gruppi parlamentari e il portavoce del Parlamento, ha nominato Primo Ministro Sipilä, il quale si è presentato il Parlamento per ottenere la fiducia della maggioranza.

Dopo il passaggio parlamentare favorevole, la procedura costituzionale prevista è stata completata il 29 maggio con il giuramento dei componenti del nuovo governo davanti al Presidente della Repubblica. Il governo è formato da KESK – Partito di Centro, PS – Partito dei Finlandesi e KOK – Partito della Coalizione Nazionale, con una maggioranza parlamentare di 124 seggi. Il 4 giugno il programma di governo presentato in Parlamento ha ottenuto il voto favorevole di 114 deputati mentre 72 si sono dichiarati contrari (13 assenti).

Le Legislative 2015 sono state caratterizzate dall’affermazione del Partito di Centro e dall’avanzata della Lega Verde a fronte di una significativa diminuzione di seggi per il Partito della Coalizione Nazionale e dei Socialdemocratici, questi ultimi in particolare con il peggior dato elettorale della loro storia iniziata nel 1899. Il Partito di Centro ha ottenuto il 21.1% corrispondente a 49 seggi (+14 in confronto alle Legislative del 2011). A seguire il Partito dei Finlandesi 17.6% (38 seg., -1), Partito della Coalizione Nazionale 18.2% (37 seg., -7), SDP – Partito Socialdemocratico 16.5% (34 seg., -8), VIHR – Lega Verde 8.5% (15 seg., +5), VAS – Alleanza di Sinistra 7.1% (12 seg., -2), SFP|RKP – Partito del Popolo Svedese di Finlandia 4.9% (9 seg., -), KD – Democratici Cristiani 3.5% (5 seg., -1), Coalizione Åland 0.4% (1 seg., -).

L’affluenza alle urne è stata il 70.1% degli aventi diritto (70.4% nel 2011), corrispondenti a poco più di 2milioni950mila elettori. I 200 seggi del Parlamento sono attribuiti con il metodo proporzionale. Centodiciassette seggi sono stati assegnati a uomini, 83 a donne. I Socialdemocratici hanno eletto il maggior numero di donne tra i propri parlamentari – 21 seggi su 34 (62%) – mentre nel Partito di Centro le candidate elette sono state 14 (meno del 30%).

Il Partito di Centro (nel Parlamento Europeo aderente all’Alleanza di Liberali e Democratici per l’Europa), la Lega Verde (ad. I Verdi – Alleanza Libera Europea), il Partito del Popolo Svedese (ad. Alleanza di Liberali e Democratici per l’Europa), la Coalizione Åland (rappresentativa della regione omonima formata da un arcipelago di lingua svedese nel mar Baltico) aumentano il numero di voti in confronto alle elezioni parlamentari precedenti. In diminuzione invece la Coalizione Nazionale (ad. Partito Popolare Europeo), il Partito Socialdemocratico (ad. Alleanza Progressista di Socialisti e Democratici), il Partito dei Finlandesi (ad. Conservatori e Riformisti Europei), Alleanza di Sinistra (ad. Sinistra Unita Europea – Sinistra Verde Nordica) e Democratici Cristiani (ad. Partito Popolare Europeo, come osservatore).

Il Partito di Centro esprime una cultura di tipo conservatore suoi valori sociali e liberista in economia, con una rilevante ala “euroscettica”. Ha una marcata prevalenza elettorale nelle aree rurali, ovvero nell’area centro-settentrionale della Finlandia caratterizzata da una ridotta densità di popolazione, tanto da aver conseguito soltanto un seggio su 22 nella circoscrizione elettorale della capitale, Helsinki, evidenziando una polarizzazione politico-culturale tra città e aree rurali. Tale fenomeno, non frequente nel contesto europeo, è determinato anche da una componente religiosa. In Finlandia la maggioranza della popolazione è cristiana protestante di orientamento Luterano ma la quota è scesa sotto il 75% nel 2014 (era al 98% all’inizio del Novecento), soprattutto per l’andamento demografico decrescente nelle città.

Il governo uscente, formato nel giugno 2014, era un pentapartito presieduto da Alexander Stubb (Coalizione Nazionale), composto anche da Partito Socialdemocratico, Lega Verde (fino a settembre 2014), Partito del Popolo Svedese di Finlandia, Democratici Cristiani. Questo esecutivo succedeva a quello realizzato dopo le elezioni del 2011, che si era concluso a seguito delle dimissioni del Primo Ministro Jyrki Katainen (Coalizione Nazionale), poi da novembre 2014 Vice presidente della Commissione Europea e Commissario Europeo per Lavoro, Crescita, Investimenti e Competitività. Il governo presieduto da Katainen era composto da sei partiti: Coalizione Nazionale, Partito Socialdemocratico, Lega Verde, Alleanza di Sinistra (fino ad aprile 2014), Partito del Popolo Svedese di Finlandia, Democratici Cristiani. Con l’esecutivo di Sipilä, dopo più di trent’anni si interrompe la presenza al governo del Partito del Popolo Svedese di Finlandia, che ha partecipato a maggioranze di centro-sinistra e di centro-destra.

Il governo presieduto da Juha Sipilä è composto da 14 ministri, tre in meno del precedente: sei per il Partito di Centro, quattro per il Partito dei Finlandesi e altrettanti per la Coalizione Nazionale. Tra le personalità di maggiore rilevanza Olli Rehn (Partito di Centro), Ministro degli Affari Economici, già Commissario Europeo per gli Affari Economici e Monetari (2010-14) e prima per l’Allargamento (2004-10) e per Impresa e Società dell’Informazione (luglio-novembre 2004). Timo Soini, presidente del Partito dei Finlandesi, ha avuto l’incarico di Ministro degli Affari Esteri e Vice primo ministro; Alexander Stubb, presidente della Coalizione Nazionale, è stato nominato Ministro delle Finanze.

Per il Partito dei Finlandesi (fondato nel 1995 e in precedenza noto con il nome di Veri Finlandesi) queste elezioni hanno rappresentato un traguardo storico poiché, pur non avendo raggiunto la soglia ambita dei 40 seggi, è diventato il secondo gruppo parlamentare e, rimanendo al di sopra della soglia dei 35, ha creato le condizioni per la partecipazione al governo. Per evidenziare una differenza da Socialdemocratici, Centristi e Coalizione Nazionale, durante la campagna elettorale Timo Soini ha sottolineato la indipendenza decisionale del Partito dei Finlandesi sia dalle organizzazioni sindacali sia quelle imprenditoriali.

Il 28 aprile 2015, in concomitanza con la prima assemblea del Parlamento della nuova Legislatura, sono cominciati i negoziati per la formazione del governo con una serie di questioni programmatiche poste da Juha Sipilä agli altri partiti – le cui risposte erano previste in un paio di giorni – per stabilire il loro orientamento in merito. Subito dopo la vittoria elettorale, il Partito di Centro ha espresso la disponibilità ad aprire i negoziati per il nuovo esecutivo con tutti i partiti, senza alcuna pregiudiziale sul numero dei partiti che avrebbero potuto comporre il nuovo governo. Durante la campagna elettorale per le Legislative 2015, sia la Coalizione Nazionale sia i Socialdemocratici esprimevano l’intenzione di formare alleanze di governo con i Centristi, i quali, a loro volta, erano pronti ad avviare negoziati sia con la Coalizione Nazionale sia con i Socialdemocratici sia con il Partito dei Finlandesi.

Tra le varie alleanze ipotizzate, quella – poi realizzata – tra Partito di Centro, Partito dei Finlandesi e Coalizione Nazionale presentava le maggiori convergenze in particolare su tre temi fondamentali quali sviluppo economico, rapporti con la Unione Europea, immigrazione, a differenza di quella tra Centristi, Socialdemocratici e Coalizione Nazionale, data la indisponibilità dei Socialdemocratici a stare ancora al governo con la Coalizione Nazionale dopo l’esperienza dell’esecutivo uscente, sebbene un governo di tale configurazione si riteneva quello più in sintonia con la UE. Esclusa un’alleanza tra Centristi, Partito dei Finlandesi e Socialdemocratici, poiché seppure Socialdemocratici e Partito dei Finlandesi siano vicini sulle questioni del lavoro, invece su ecologia e immigrazione le distanze sono più rilevanti.

A differenza della campagna elettorale per le Legislative 2011, caratterizzata dalla crisi finanziaria di vari Stati della Eurozona e dalle valutazioni sulle modalità di intervento per la loro gestione, quest’anno è stata centrale la questione della economia nazionale, dopo tre anni di recessione e con la disoccupazione che ad aprile 2015 ha raggiunto il 10.3%, in salita rispetto al 9% dello stesso mese del 2014, ovvero 280.000 disoccupati, con 39 mila in più. In diminuzione inoltre le esportazioni (di circa il 7% tra gennaio e febbraio 2015) e le importazioni (-8% nel confronto tra i primi mesi di quest’anno e quelli corrispondenti del 2014). A inizio maggio le previsioni della Commissione Europa indicavano il Pil allo 0.3% per il 2015 e all’1% nel 2016; a febbraio scorso i dati erano 0.8% per il 2015 e 1.8% per il 2016. Il deficit di bilancio è previsto rimanga sopra il 3% del Pil nel 2015-16, il debito pubblico è atteso superare il 60% del Pil nel 2015.

Juha Sipilä, eletto presidente del Partito di Centro, nel giugno 2012, ha promesso la creazione di duecentomila posti di lavoro nel settore privato nel prossimo decennio e la riduzione della spesa pubblica. Da notare il collegamento tra la questione dello sviluppo economico e quella demografica, poiché le statistiche indicano una diminuzione tendenziale rilevante dei finlandesi in età da lavoro, tanto che i Democratici Cristiani hanno posto il tema della natalità nel proprio programma elettorale.

Il Partito di Centro sostiene una politica sulla immigrazione extracomunitaria collegata alle necessità del mercato del lavoro mentre il Partito dei Finlandesi ritiene che la congiuntura economica attuale debba portare in modo proporzionale a una diminuzione della quota di ingressi di extracomunitari. Sul versante dei rapporti con la UE, una questione di rilievo è la partecipazione della Finlandia ai piani di salvataggio (bailouts) nella Eurozona, in particolare nella eventualità di uno ulteriore per la Grecia. In Finlandia la partecipazione dello Stato al finanziamento dei bailout deve avere il voto favorevole della maggioranza del Parlamento.

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