Europa 2020: Una strategia per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva. Il proposito è quello di raggiungere entro il 2020 certi obiettivi quantitativi, attraverso certe azioni.
Il proposito è quello di raggiungere entro il 2020 certi obiettivi quantitativi, attraverso lo sviluppo delle conoscenze e dell’innovazione; l’impiego massivo di fonti energetiche rinnovabili, promuovere metodi di produzione tecnologicamente avanzati, sostenibili ad alta efficienza, infine, non per importanza, promuovere la coesione Sociale e Territoriale, in una parola favorire una politica “inclusiva” dei Paesi Membri.
Sul sito dell’Unione Europea è presentata la strategia dell’Unione per promuovere lo sviluppo economico e l’occupazione. Il documento è piuttosto datato, risale al 03/03/2010. Ne parliamo adesso per capire quanto l’Italia è distante rispetto agli obiettivi che la Commissione Europea si è data.
Vediamo questi obiettivi, quindi.
. portare al 75 % il tasso di occupazione delle persone tra i 20 e 64 anni;
. investire il 3 % del prodotto interno lordo (PIL) in ricerca e sviluppo;
. ridurre le emissioni di carbonio al 20 % (e al 30 % se le condizioni lo permettono),
. aumentare del 20 % la quota di energie rinnovabili
. aumentare l’efficienza energetica del 20 %;
. ridurre il tasso di abbandono scolastico a meno del 10 %
. portare al 40 % il tasso dei giovani laureati;
. ridurre di 20 milioni il numero delle persone a rischio di povertà.
Per punti vediamo la situazione dell’Italia rispetto agli altri Paesi.
. portare al 75 % il tasso di occupazione delle persone tra i 20 e 64 anni;
Riguardo a questo punto, le statistiche della Commissione Europea ci collocano al terzultimo posto tra i 28 paesi membri, con il 55,6% contro il 64,1% della media Europea (dato del 2013). Ultimi rispetto a noi solo Spagna e il fanalino di coda, la Grecia con il 49,3%. In cima alla classifica, con oltre il 70% di occupati, Germania, Danimarca, Norvegia, Svezia, Finlandia, Gran Bretagna. Oltre 7 punti % ci distanziano dalla media e mancano solo 6 anni al traguardo. Per l’Italia, com’è noto, l’indice è in deceremento dal 2008, abbiamo perso oltre 3 punti in quasi 6 anni. Solo la Germania e pochi altri paesi hanno incrementato l’occupazione del 2008 ad oggi.
Per chi volesse consultare il report questo è disponibile presso il sito della commissione Europea.
. investire il 3 % del prodotto interno lordo (PIL) in ricerca e sviluppo;
L’Italia al 16esimo posto tra i Paesi membri, con l’1,26% del PIL. In cima alla classifica: Danimarca, Svezia, Finalandia, Germania, Austria con oltre il 3% del PIL. Fonte Istat, dati aggiornati al 2012.
. ridurre le emissioni di carbonio al 20 %
In questo ambito l’Italia ha fatto molto, il rapporto della fondazione per lo sviluppo sostenibile cita i progressi fatti dall’Italia nell’ultimo decennio.
L’Italia ha ridotto le proprie emissioni di gas serra del 25% in meno di un decennio, centrando gli impegni del Protocollo di Kyoto e andando addirittura già oltre i target del 2020 previsti per l’Italia dal Pacchetto Clima.
. ridurre il tasso di abbandono scolastico a meno del 10 %
Sfavorevole la congiuntura anche in questo ambito siamo molto lontani dall’Obiettivo. I dati ISTAT fotografano un indice oltre il 19%, con punte superiori al 23% per la popolazione maschile e con differenze sostanziali tra Nord e Sud. Dati aggiornati al 2009, fonte Istat. Un dato più aggiornato pubblica il Sole24ore che cita un più aggiornato 17% come media nazionale Italia.
. portare al 40 % il tasso dei giovani laureati
E quale posizione potevamo occupare tra i 28 Paesi? Neanche a dirlo siamo ultimi per tasso di laureati, il nostro Paese registra nel 2013 un tasso pari al 22,4%, fonte Sole13ore.
Un obiettivo pari a quasi il doppio dell’indice recente.
. ridurre di 20 milioni il numero delle persone a rischio di povertà.
I 20 milioni di unità in decereento si intendono a livello Europa.
Per misurare questo indice occorre riferirsi alla definizione formale. Secondo il Ministero delle Politiche Sociali la definizione è la seguente : “Sono a rischio di povertà le persone che vivono in famiglie il cui reddito equivalente netto – che tiene conto della diversa composizione delle famiglie – è inferiore al 60% di quello mediano nazionale”.
“Nel 2012, il 12,7% delle famiglie è relativamente povero (per un totale di 3 milioni 232 mila) e il 6,8% lo è in termini assoluti (1 milione 725 mila). Le persone in povertà relativa sono il 15,8% della popolazione (9 milioni 563 mila), quelle in povertà assoluta l’8% (4 milioni 814 mila).”
Fonte Istat.
Quindi, in stato di povertà assoluta sono circa 5milioni di nostri concittadini, 1/4 del totale obiettivo Europeo.
Abbiamo analizzato la situazione Italia alla luce degli obiettivi della Commissione Europea per il 2020.
Non abbiamo ancora detto che sono state definite anche “sette iniziative faro” per attende gli obiettivi citati. Una di queste è l’AGENDA DIGITALE EUROPEA di cui vi parleremo in un nostro prossimo post.