Un altro frammento di concezione liberale si allontana dal Popolo delle Liberta’. Berlusconi dice di non volere un’Italia multietnica, che quella e’ un’idea della sinistra e che l’attuale Governo non seguira’ tale strada.
Il problema e’ che al giorno d’oggi opporsi ad una societa’ multietnica significa alzare delle barriere, ostacolare il libero movimento delle persone, impedire la realizzazione di progetti di vita squisitamente individuali. Una nazione liberale non ti chiede la tua etnia, alla frontiera. Semmai vorra’ sapere se sei ricercato, oppure se hai gia’ un contratto di lavoro regolare. Una societa’ forzatamente mono-etnica e’ oggi una societa’ chiusa, soffocata. L’esatto opposto di una societa’ aperta e liberale.
Attenzione, non stiamo parlando di semplice regolamentazione delle immigrazioni, cosa necessaria e ovvia.. Dichiarare che una societa’ composta da piu’ etnie sia un disegno da combattere e’ ben piu’ pericoloso. Mi preoccupa questa semplificazione nella comunicazione, questo passare con facilita’ dalla lotta all’immigrazione clandestina alla negazione di una societa’ multietnica.
Da qui alla negazione di una societa’ aperta il passo e’ breve.
E’ giusto proteggere l’Italia da un’invasione sproporzionata di immigrati non specializzati, che sarebbero comunque non assorbili e non gestibili. Questo deve stimolare alla realizzazione di una equilibrata regolamentazione dell’immigrazione stessa, ben agganciata alle richieste del nostro mondo del lavoro. Che e’ poi quello che cercano di fare un po’ tutte le nazioni civili e libere. Altra cosa e’ allinerae un’intera parte politica sotto l’odioso vessillo della lotta al diverso, idea che si nutre solamente di ignoranza. Stiamo attenti, l’ignoranza genera paura, e la paura e’ l’anticamera della privazione delle liberta’.
Berlusconi sembra sempre piu’ attratto da un modello di partito conservatore ben lontano da quello di un partito liberale. I veri liberali all’intero del PdL, pochi ma buoni, hanno delle responsabilita’ da rispettare. E’ giunto il momento di alzarsi e dissentire. Mi metto in ascolto.
Ditemi voi