L’Italia non è in una campana di vetro se a pagare è il contribuente

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Parole del giorno: Alitala e sindacati – Tremonti e protezionismo – Prostituzione

Alitala e sindacati

L’attenzione resta sempre tutta su New York e su Alitalia. La negoziazione è peggiorata, il sindacato, soprattutto gli autonomi, sembrano davvero tirare la corda oltre ogni limite. Pensavo ad un bluff da astuti giocatori, ma ora sembra che la situazione sia fuori controllo. Ormai la crisi penalizza direttamente l’economia del paese – non solo contribuenti e prospettive economiche. I richiami, corretti, del Primo Ministro non sembrano fare alcuna leva. Sarà interessante verificare la reazione degli italiani. I lavoratori di Alitalia non sono infatti nelle condizioni di lamentarsi, hanno beneficiato di privilegi impossibili persino da credere per decenni. Resta anche imbarazzante la posizione dei Sindacati principali, sempre più evidentemente anacronistici, incapaci di interpretare la società contemporanea e di ristrutturarsi. Alla loro incapacità rispondono con richieste folli che li allontanano dai veri problemi, dai nuovi lavoratori – che li rifiutano apertamente. Essi si rendono sempre più i responsabili di un drastico dissesto del paese, rischiando di prendersi anche colpe originarie non loro. La situazione è grave. Liberal Cafè non ha appoggiato il piano Fenice, lo trova l’ennesima follia antimercato. La nostra posizione è sempre stata chiara: fallimento e liberalizzazione di cieli e slot. Tuttavia, non possiamo non riconoscere la follia di questo sindacato e dei suoi aderenti. Vedremo se sarà accettata l’ultimissima offerta di assegnare ai dipendenti di CAI il 7% degli utili futuri.

Tremonti il protezionista che dimentica in fretta

Andrebbero definite tali anche le affermazioni di Tremonti. Egli vorrebbe un’Italia in una campana di vetro, immune alle malattie, ma chiusa al mondo. Siamo un paese davvero sano? Il Ministro sembra dimenticare alcune crisi che hanno coinvolto banche e investitori, Parmalat, Cirio, Argentina. Eppure il Ministro era Ministro anche allora. La storia la sappiamo. Con i bond argentina, 16 miliardi di Dollari il debito al 2006 (interessi inclusi) l’allora Ministro non fece nulla, era lui in una campana. Nè richiamò le banche, nè se la prese con l’Argentina che ancora ci è debitrice. Strano modo di vedere l’economia. Il protezionismo non ci piace nè tanto meno l’arroganza.

Prostitute e Borsa

Abbiamo inviato un nostro corrispondente davanti alla Camera per vedere se i vigili urbani di Roma sono stati appostati. “Vietato indossare abbigliamenti che manifestino inequivocabilmente l’intenzione di adescare”. Secondo quanto si legge nei servizi del primo quotidiano italiano, il Corriere della Sera, o si vede dai servizi fotografici di corriere.it, sembra che in diverse all’interno del Parlamento corrispondano agli attributi specificati nell’ordinanza del sindaco. 3 multe ieri (oltre 300 nella notte), 3 vergognose multe a 3 clienti che cercavano piacere e a 3 persone che espletavano la propria professione. Il Governo dovrebbe pensare a riconoscere quella professione, non a criminalizzarla. E’ l’unico mercato che non risente di crisi, certo non lo affosserà la Min. Carfagna. Anzi, legalizzandolo, qualcuno del settore entrerebbe in borsa e forse aiuterebbe i mercati ad andare meglio. Invitiamo anche gli amici più amici a quantificare quanto il fisco ci guadagnerebbe dalla legalizzazione.

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