La tentazione di prendere per il culo le Parlamentarie fin dal neologismo (si spera dalla vita brevissima) è forte. Guardare i video in cui parte di quei 1400 candidati e attivisti del movimento cinque stelle si presentano agli elettori (gli iscritti del blog Beppegrillo.it, il cui numero è incerto e misterioso) è un documento antropologico di prima mano. Anzitutto ci avevano raccontato che i grillini erano giovinetti. Falso! A balbettare in webcam ci sono per lo più persone in crisi dei 40 o dei 50 anni con tanti propositi eco-sostenibili e di democrazia partecipativa.
Certo, per carità, chiunque di noi con una webcam accesa in salotto o in ufficio, senza uno straccio di testo e preparazione, apparirebbe come l’ultimo dei coglioni. Si capisce quanto è difficile stare di fronte a una camera guardando quelli che non lo sanno fare. Ma noi che lo sappiamo, e che siamo molto meno coraggiosi (o sprovveduti) dei grillini, non facciamo neppure la figura di presentarci come l’alternativa vitale agli «zombie della vecchia politica». Non mi stupirei se i candidati in video avessero un carrello con flebo fuori campo. Il tumblr di Fabio Chiusi, che ha raccolto pazientemente i video sparsi per YouTube, è un compendio di facce grigie e stanche, di sguardi sconfortati e di volti afflitti. Ecco perché è bene stare lontani dalla televisione! perché questi qui sono impresentabili.
Cosa si vede dunque? La raccapricciante estetica grillina su modello Casaleggio; piuttosto respingente, ne converrete. Anzitutto ci si divide in due categorie di youtubers tra baziniani (realismo ontologico, signori) e quelli che se ti distrai pensi a un imbonitore che vuol venderti coltelli e mixer al canale 1800 del digitale: tra slide della città ripresa dall’alto e i manifesti politici fatti con Paint. Cos’altro si vede? E’ tutto una soggettive dal basso, sfumature e sottotitoli blu cobalto pugno nell’occhio che non fanno invidia ad Al Qeida, attivisti in pantofole in cameretta, sguardo sicuro in cam e alle spalle un poster di World Of Warcraft che ti distrae, a te che cerchi di prenderli sul serio. E poi il marchio, con quel nome, e la musica sfigata che fa un po’ l’effetto christian heavy metal, col ritornello odioso “ognuno vale uno” che ha spinto centinaia di persone a sopravvalutarsi. Comicità involontaria a non finire, da quello che parte dicendo: “Un buon video deve essere corto per non tediare” e la tira lunga per oltre dieci minuti disattendendo le proprie premesse, a quell’altro che parla fuori campo e sembra non aver mai visto Agostina Olmo. Ma non lo sanno che sembrano tutti casi umani così? Favia, Salsi, tornate! Che il vostro buon nome e il vostro buon volto siano riabilitati, e subito.
L’impressione generale delle audizioni video è che abbiano solo l’aspetto dei nerd (cioè un’incapacità cronica a indossare un vestito che li faccia sembrare fichi) ma siano sprovvisti della qualità principe di un nerd: la performatività e l’intelligenza fuori dal comune. O comunque, se ce l’hanno, la nascondono bene. Quel che ne viene fuori è il significante esatto di una organizzazione impacciata che si finge democratica ma è a livelli di trasparenza cinese (in quanti votano? Chi controlla?).
Tra i tanti video qualcuno buono c’è, ma viene sommerso dalla valanga di dilettantismo. Il che solleva un problema non da poco: dov’è il gatekeeper? Dov’è il Casaleggio quando serve? Quello che seleziona, ché se uno deve votare tra centinaia di candidati tornato a casa dal lavoro, stanco, non è che sta a guardarsi tutti i video; ha bisogno di una selezione. O no?
Ah, la rete, la rete… quanta ingenuità. Stupisce l’ottimismo nel medium YouTube rispetto alla televisione. Stupisce perché il linguaggio usato da molti grillini è a metà tra l’imitazione di un presentatore tv e del politichese incomprensibile, quel linguaggio burocratico fatto di gerundi e di frasi complesse, lunghe, per dire cosa poi? Non si capisce. Però una differenza c’è rispetto alla tv, su YouTube nessuno ti interrompe. Si è infinitamente più liberi. E si vede.