Stati Uniti: da democrazia a plutocrazia?

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di DOMENICO MACERI

La miliardaria americana Leona Helmsley disse nel 1983 che solo “i poveri pagano le tasse”. Eventualmente la Helmsley andò in prigione per evasione fiscale. Non aveva tutti i torti però. I ricchi in America sempre trovano modi per non pagare le loro tasse.
General Electric, una delle più grosse multinazionali, ha realizzato profitti di 14 miliardi l’anno scorso, 5,1 dei quali dalle sue operazioni negli Stati Uniti. Quante tasse ha pagato in America? Zero. GE ha anche usufruito di benefici dal salvataggio a Wall Street ricevendo fondi dal governo.

GE non è l’unica azienda che in un modo o nell’altro riesce a non pagare le sue dovute tasse. Il sistema fiscale in America è molto complesso e le grosse aziende hanno non pochi impiegati il cui lavoro è di ridurre i loro obblighi fiscali. Inoltre, le grosse aziende hanno potentissime lobby che continuano a ottenere agevolazioni dai legislatori repubblicani ma anche da quelli democratici.
Chi paga le tasse dunque? La classe media ed i poveri.
Quando i legislatori spingono per ridurre la tasse e creare benefici fiscali alle grosse aziende le casse del tesoro si svuotano. Come ha detto il governatore della California Jerry Brown durante l’elezione l’anno scorso, i benefici delle aziende vengono dal pane che si toglie ai più poveri.

E non solo. La pressione è sempre per ridurre anche i modesti benefici che ricevono i membri della classe media. Recentemente, Antonio Villaraigosa, il sindaco di Los Angeles, è riuscito a imporre tagli agli impiegati della sua città. Non è stato inaccettabile ai membri del sindacato anche se dovranno assorbire il costo del 4% per la loro assicurazione medica.

La rappresentante dei sindacati ha detto che si tratta di una “vittoria” per il suo gruppo dato che il sindaco ha promesso di non imporre “furloughs”, licenziamenti temporanei di parecchi giorni lavorativi all’anno agli impiegati.
Villaraigogsa è democratico ed anche ex sindacalista. Le sue riduzioni sono viste come “benevoli” quando si comparano a quelle subite dai lavoratori negli Stati del Wisconsin, Ohio, e Indiana dove i leader sono repubblicani.

Quest’erosione allo standard di vita della classe media continua a vedersi dappertutto negli Stati Uniti. Recentemente il giornale locale di chi scrive queste righe ha fatto una comparazione fra tre membri della società. Il primo, un individuo della classe bassa, il secondo di classe media, ed il terzo dei benestanti. I nomi sono stati pubblicati nel giornale ma quello del benestante è rimasto anonimo perché senza anonimato questi non avrebbe partecipato all’intervista.
I risultati della ricerca hanno rilevato ciò che si sapeva da tempo. Negli ultimi tempi i ricchi hanno continuato ad arricchirsi mentre la classe media e bassa hanno perso terreno. Quanto? Dal 2002 ad oggi, il 24% secondo l’articolo citato.

Ciò che preoccupa di più però consiste nel fatto che la classe dirigente è riuscita a schierare la classe bassa contro la classe media. Ecco come si spiega per esempio l’animosità verso i sindacati negli ultimi tempi. In America i più poveri guardano a quelli della classe media e gli invidiano quel poco che hanno. Non si accorgono che in realtà i sindacati spingono per benefici non solo dei loro membri ma anche degli altri. Non lo fanno direttamente ma spingendo verso l’alto avranno un effetto positivo anche per coloro che si trovano nella situazione più precaria.

Sfortunatamente le aziende ed il Partito Repubblicano sono stati molto efficaci a dare la colpa ai lavoratori di classe media per i problemi fiscali. Mentre i gruppi meno abbienti lottano fra di loro i ricchi continuano a controllare sempre di più le risorse economiche. Secondo un articolo della rivista Mother Jones il 10% degli americani controlla il 2/3 delle risorse economiche.

Adesso GE è in procinto di tagliare i benefici assicurativi e le pensioni per i nuovi impiegati senza sindacato. Si crede anche gli impiegati sindacalizzati di GE dovranno accettare simili tagli. Nel frattempo però, Jeff Immelt, l’amministratore delegato di GE riceverà un aumento del 100%. Viviamo in una democrazia o una plutocrazia?

* Domenico Maceri, PhD della Università della California a Santa Barbara, è docente di lingue a Allan Hancock College, Santa Maria, California, USA. I suoi contributi sono stati pubblicati da molti giornali ed alcuni hanno vinto premi dalla National Association of Hispanic Publications.

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