di CHIARA MARIA LÉVÊQUE*
Dalla Spagna alla Croazia, dagli Emirati Arabi Uniti alla Palestina, dalla Siria alla Tunisia: sono stati circa una trentina i Paesi del bacino del Mediterraneo, nel senso più allargato del termine, che hanno preso parte alla seconda edizione del Forum Economico e Finanziario per il Mediterraneo svoltasi a Milano il 12 e il 13 luglio 2010.
L’evento che per i primi anni si è sviluppato sotto forma di meeting informale tra imprenditori (conosciuto con il nome di Laboratorio Euro – Mediterraneo), è divenuto ormai da due anni un evento istituzionale internazionalmente riconosciuto, accompagnato da contenuti sempre più ricchi e da relatori sempre più numerosi.
Alla sessione di apertura, tenutasi nella prestigiosa cornice di Palazzo Mezzanotte, in Piazza Affari, hanno preso parte i vertici economici e politici italiani, a partire dal Premier Silvio Berlusconi, cui è spettato l’intervento conclusivo a seguito delle relazioni del Presidente della Camera di Commercio di Milano, Carlo Sangalli, del Presidente della Lombardia, Roberto Formigoni, del Sindaco di Milano, Letizia Moratti, del Presidente di Promos, Bruno Ermolli, del Sotto Segretario agli Affari Esteri, Stefania Craxi, del Vice Presidente della Banca Europea degli investimenti, Dario Scannapieco, della Presidentessa di Confindustria, Emma Marcegaglia, del Vice Presidente della Commissione Europea Antonio Tajani. Ma non solo. A testimonianza delle ottime relazioni politiche che il nostro Paese intrattiene con la Tunisia, è stato dato spazio, in questa importante sessione introduttiva, alle parole del Ministro del Commercio Tunisino Ridha Ben Mosbah, unica personalità straniera a parlare insieme al Vice Premier siriano Abdallah Al Dardari.
Sono stati due giorni densi di contenuti da cui è emersa la comune volontà di avvicinare sempre più le sponde del Mediterraneo, riaprendo i negoziati avviati con il processo di Barcellona per l’istituzione di un mercato comune “Euromed” sulla falsa riga di Asean e Mercosur.
Il vertice non è stato solo momento di confronto amicale, bensì trampolino di lancio di proposte concrete come quella avanzata dal Presidente di Promos, Bruno Ermolli, di dare vita a Milano ad un Centro Euro-Mediterraneo per le Piccole e Medie Imprese (PMI), struttura tecnico operativa con l’obiettivo di favorire la cooperazione economica e gli investimenti nell’Area del Mediterraneo, nella ferma convinzione che sviluppo economico voglia dire stabilità e sicurezza sociale.
Incisivo, in chiusura della due giorni di confronto internazionale, l’intervento del Ministro degli Esteri Franco Frattini che, con molto pragmatismo ha toccato tutti i nodi che l’Unione Europea deve sciogliere per poter finalmente guardare in maniera davvero propositiva e incisiva alla sponda Sud del Mediterraneo. Frattini ha raccomandato la fine degli atteggiamenti paternalistici di chi dice “noi vi portiamo il capitale”: nella nuova concezione Euro-Mediterranea dovrà essere lasciato spazio solamente al confronto tra eguali, concetto espresso con forza anche il giorno prima dal Vice Presidente della Commissione Europea Antonio Tajani, che ha messo in guardia contro i rischi di dinamiche da neo-colonialismo.
E di disparità tra i Paesi del Mediterraneo ha parlato anche il Ministro del Commercio della Tunisia, Ridha Ben Mosbah, durante il suo intervento alla sessione plenaria di apertura, sottolineando come nell’epoca delle coalizioni regionali, questa zona risenta di una scarsa coesione interna dovuta a disuguaglianze ancora troppo marcate che impediscono il pieno sviluppo delle sue potenzialità a discapito stesso della sua competitività a livello mondiale.
La crisi economica ha dimostrato l’importanza e la necessità per i Paesi appartenenti ad una stessa area, di coniugare gli sforzi e coordinare le politiche, in modo da costituire spazi che possano davvero reggere il confronto con gli altri, ha proseguito il Ministro tunisino. E, in effetti, il bacino del Mediterraneo ha un potenziale di integrazione altissimo e un margine di guadagno molto elevato per entrambe le sponde, che possono contare da un lato su manodopera numerosa, giovane, qualificata e su abbondanti materie prime e, dall’altro, su tecnologia avanzata e grandi imprese, fattori che, assieme, possono dare vita a partnership di successo, come rimarcato dalla Presidentessa di Confindustria, Emma Marcegaglia.
È poi nell’interesse dell’Unione Europea, ha sottolineato il Ministro Ridha Ben Mosbah, che il bacino Sud del Mediterraneo si sviluppi economicamente così come, per quest’ultimo, è fondamentale la presenza di un’Europa forte e risoluta a livello internazionale.
Vi è una sola certezza: da questo dibattito schietto, aperto e costruttivo, il Mediterraneo ne è uscito rafforzato. La presa di coscienza delle difficoltà, infatti, non ha minato nemmeno per un attimo la comune volontà di integrazione e di costituzione di un mercato comune, veicolo di benessere, pace e solidarietà tra i popoli del mare nostrum.
* Centro di Promozione delle Esportazioni della Tunisia – Delegazione Generale in Italia