La crisi economica è lo specchio della crisi dei rapporti interpersonali

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Luigino Bruni dalla Bicocca a Trento, per parlare di economia del domani.

di Martina Cecco

Trento – A 15 anni dalla firma del “Trattato di Maastricht” che ha dato il via al grande cambiamento delle regole economiche internazionali, partendo dall’Europa, la grande crisi economica del XXI secolo svela finalmente uno dei primi punti deboli del sistema globale: la prima causa della povertà e della fame; l’ingiustizia del pianeta è causata dalla mancanza di unità di intenti, un terreno comune di interessi, si potrebbe dire, tra chi compra e chi vende, perché i contratti economici sono vuoti, privi del senso comune, quell’interesse proprio a tutti i contraenti, che spinge a rispettare una norma etica che sia valida per tutti e che sia appagante.

Una economia, la nostra, che è in crisi perché sono in crisi i valori relazionali tra le persone. A definire la crisi dei mercati come una crisi prima di tutto fondata sui problemi della relazione interpersonale è stato Luigi Bruni, Economista presso l’Università degli Studi della Bicocca, già autore di parecchi saggi sull’economia e sulla storia del pensiero economico. Secondo l’economista nel mondo le persone che soffrono la fame sono attualmente 963 milioni. Anche se per quanto si prospetta a causa dell’aumento dei prezzi delle derrate alimentari in futuro saranno ancora di più, stando alle proiezioni della FAO del 2008/2009.

Alla luce della situazione attuale del pianeta l’economista Bruni ha presentato quella che potrebbe essere una delle possibili svolte per uscire dalla attuale crisi: rivedere le relazioni che sono alla base dei rapporti di mercato per scoprire che tanto più sono naturali le relazioni tra chi opera nel mercato e tanto meglio funzionano i rapporti. E’ evidente che dove i contratti di mercato sono carenti interviene il personale modo di agire di chi è inserito nella dinamica economica.

Quali soluzioni? Spiega Bruni che il valore che si aggiunge alla norma è dato solo la gratuità del rapporto, parlando di bene comune nella chiave di lettura della Dottrina Sociale della Chiesa. Azioni concrete, che partono dalla cortesia e vanno lontano, gesti e modi che le persone devono aggiungere al contratto, a determinare la migliore riuscita dell’operazione. In caso contrario, se le cose non cambieranno rispetto alla situazione attuale, il sistema, dice Bruni nel suo saggio “Economia e relazioni umane” (La ferita dell’altro) il sistema imploderà.

Preceduto dall’introduzione di Giorgio Viganò, esponente del Partito Democratico, Giovanni Kessler Presidente del Consiglio Provinciale della Provincia Autonoma di Trento e don Rodolfo Pizzolli, della Commissione Lavoro e problemi sociali dell’Arcidiocesi di Trento, l’incontro ha sviluppato il tema dell’anno della pace 2009, ispirandosi ai più alti ideali di solidarietà globale tra i Paesi ricchi e i Paesi poveri.

Il messaggio del papa Benedetto XVI è stato interpretato in chiave economica, per valutare che cosa può essere tradotto in azione del “codice etico comune”. Spazio e Tempo sono ridotti nella nostra società, motivo per cui non è difficile sapere che cosa accade nel mondo e specialmente come accade. Ecco allora che è arrivato il momento per rivedere le regole della nostra economia, per fare sì che chi è ricco non diventi sempre più ricco e chi è povero non diventi sempre più povero.

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