Malagodi: Massa e non massa il libro riedito da Rubbettino e Fondazione Luigi Einaudi a Lodi Liberale

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Nella 295esima serata di Lodi Liberale è stato presentato il libro di Giovanni MalagodiMassa non massa. Riflessioni sul liberalismo e la democrazia”, pubblicato da Rubbettino Editore, insieme a Giuseppe Benedetto (Presidente della Fondazione Luigi Einaudi), Claudio Cressati (Professore di Storia delle dottrine politiche all’Università di Udine) e Vittorio Lorenzo Tumeo (Dottorando di Ricerca in Scienze Politiche all’Università degli Studi di Messina).

Massa non-massa non è un libro attuale, è un libro permanente. Nonostante la sua pubblicazione nel 1962, ci aiuta a capire meglio il nostro presente e a cogliere la permanenza di molte riflessioni. È in nome della libertà che anche gli avversari di Malagodi – che per lui (e non solo) sono indubbiamente i fascisti e i comunisti – devono avere libertà di parola e organizzazione. Se fossero loro negate si sarebbe divenuti come loro, con la pretesa di combatterli. Se fossero loro negate sarebbero cancellate anche quelle di tutti gli altri. Ma, affermate queste libertà, si deve lottare, senza sosta e senza sconti, per contrastare gli avversari. Fermo restando, ricorda Malagodi, che il nostro mondo, quello della libertà e della democrazia, esclude che esista un equilibrio perfetto e immodificabile, ma è un continuo succedersi di approssimazioni, in un costante confronto dialettico fra idee e interessi. Possibile, in un Mondo così messo e in un’Italia con questa storia, poter far prevalere idee di libertà, liberalismo e liberaldemocrazia? Se la risposta non fosse positiva, né Malagodi né altri come lui, avrebbero mai dedicato la vita alla politica. Credeva e credevano che fosse possibile.

“Questo agile libretto è un’idea intelligente della Fondazione Einaudi, come modo per ricordare il riferimento del periodo liberale tra il 1954 e il 1977 con una continua riaffermazione ai congressi, in cui Malagodi è stato Leader. Il segretario del PLI ha portato il partito al massimo successo ed ha ricoperto diversi ruoli di spicco.” Il Presidente di Lodi Liberale Lorenzo Maggi ha presentato questo testo ricordando che in questo volumetto ci sono le commemorazioni di questi due maestri del liberalismo italiano. Malagodi si presenta come contraltare della sinistra apertamente.”

“Fu un politico di estrema attualità, non fu tuttavia libertario. I suoi interventi sono tutt’ora attuali e lungimiranti.

Giuseppe Benedetto ha ricordato nel suo intervento Gaetano Martino, il padre di Antonio, primo presidente della Fondazione Einaudi. “Giovanni Malagodi non nacque in Italia, nacque a Londra nel 1904 e fu per tanti aspetti un liberale anglosassone, perché il luogo di nascita ha marchiato in maniera molto precisa la sua vita.” Benedetto ha fatto un ex cursus parlando di come egli fu leader dei liberali italiani dopo gli anni ’60 per trent’anni.

“Egli fu combattuto, in parte anche da noi giovani. Tuttavia pur non essendo autoritario, la sua parola era autorevole, tanto che in molte occasioni ebbe modo di dimostrarlo.” Benedetto ha segnatamente evidenziato che Malagodi ha prodotto dei documenti riconosciuti a livello internazionale e anche dall’ALDE.

“Malagodi ha avuto una intuizione a cui i liberali non hanno dato seguito: in quest’area egli raggiunse il valore massimo del 7%. La sua battaglia fu invano, dopo il 1963 egli mise in discussione l’energia elettrica nazionalizzata. All’epoca i partiti liberali si battevano per la liberalizzazione. Nella battaglia di Malagodi per l’energia e contro le regioni.”

“Essendo nel periodo del fascismo prese la sua scelta con un grande peso, sia per poter lavorare che per poter presidiare la aule. Prima di giurare fedeltà chiese consiglio a Croce. Che gli consigliò di non lasciare l’Università italiana nelle mani del fascismo.”

Claudio Cressati ha ricordato l’Anniversario della morte di Malagodi e la riedizione di questo libro che è ormai introvabile nella versione precedente, ovvero ripescando nella sua Biblioteca ha anche trovato un altro volume di scritti brevi di Malagodi che potrebbe essere riedito, ovvero “Liberalismo in cammino”.

Cressati ha ricordato il periodo del fascismo e il periodo successivo, quando Malagodi compone le opere più note. Malagodi era fortemente anti-comunista. Vedeva il comunismo e il fascismo come due uguali pericoli. Nel capitolo la Galleria degli Inutili inserisce intellettuali di sinistra e personaggi autoritari.

Gli scritti di Malagodi sono posteriori la guerra, si tratta di testi non più disponibili che dovranno essere riediti per poterli acquistare.

IL LIBERALISMO E LA DEMOCRAZIA NON SONO DUE ELEMENTI CONTRAPPOSTI, MA LA DEMOCRAZIA LIBERALE DEVE DARE OCCASIONE ALLA MASSA DI ESSERE NON MASSA

“Egli parla di liberalismo e di democrazia, che all’epoca non erano scontate come la vediamo noi oggi. Malagodi distingue tra democrazia totalitaria e democrazia liberale. Da una parte Montesquieu e dall’altra Rousseau. La democrazia secondo Malagodi può anche essere quella che fa riferimento a un capo conduttore, che interpreta il potere della volontà generale”.

Se l’Italia fosse stato un paese libero Malagodi avrebbe potuto fare il giornalista o il professore universitario, ma non era possibile durante il periodo fascista, per questo egli si dedicò a una professione legata al mondo delle banche. Alla fine degli anni ’20 e ’30 e durante la guerra Malagodi svolge un’attività di grande apertura internazionale.

“Tra Cavour e Einaudi si dipana l’avventura di Malagodi, senza dimenticare il legame che aveva con Croce. Malagodi non nasconde nei suoi scritti quel che conosce della questione tra Croce ed Einaudi, ma non si tira indietro nella discussione. Molte sono le occasioni in cui si sono incontrati, molte le situazioni chiarificatrici.” Cressati ha raccontato molti episodi che sono intercorsi nel periodo del fascismo e che sono stati resi noti. Ad esempio solo 12 professori universitari non aderirono al fascismo.

“I contenuti del libro di polarizzano sull’esercizio della libertà di pensiero e sulla diversità del pensiero. Nemici della libertà per Malagodi sono Fascismo e Comunismo come faccia del totalitarismo. Negare il diritto di libertà del pensiero però sarebbe stato un atteggiamento di repressione anti liberale.” Vittorio Lorenso Tomeo ha parlato di oscillazioni in democrazia, laddove l’equilibrio non è sempre scontato, ma labile.

“E’ possibile nel mondo attuale e contemporaneo far prevalere le idee di libertà, liberalismo e liberaldemocrazia?” Attualmente è un obbligo l’adottare un modello di società democratico per garantire il liberalismo e viceversa. Questo libro intercetta i valori della libertà.”

Far riacquistare la dignità all’Europa è l’emergenza di oggi, secondo Tomeo i soli interrogativi devono farci riflettere sulla correlazione tra liberalismo e mercato, Europa e mercato. Malagodi fu tra i primi a pensare che non aveva senso una Unione Economica Europea che non valutasse anche una Unione politica e sociale: di fatto prese parte al pensatoio per il passo del 2004, che andò buco. In tutto ciò si evince che i problemi dell’attuale fossero già chiari.

IN CHE COSA IL NUOVO LIBERALISMO SI DISTINGUE DAL VECCHIO?

“La necessità di un nuovo liberalismo richiede una meditazione più raffinata di quello che si pensi. Malagodi torna attuale poiché nell’era post pandemica ci siamo ritrovati con una società che non rispetta più i principi del liberalismo.”

Il liberalismo è uno e si perpetua nel tempo, ma ogni generazione deve superare i suoi problemi.

Martina Cecco

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