Dallo scorso maggio, i Paesi a guida socialista, la Cina di Xi Jinping e il Brasile di Lula, hanno promosso un piano di pace nel conflitto russo-ucraino.
Piano di pace rilanciato in questi giorni, sostenuto da ben 110 Paesi e che, recentemente, ha ricevuto il plauso anche da parte del governo svizzero.
Un piano che comprende sei punti, ovvero:
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Le due parti invitano tutte le parti interessate a osservare tre principi per la de-escalation della situazione, vale a dire nessuna espansione del campo di battaglia, nessuna escalation dei combattimenti e nessuna provocazione da parte di nessuna delle parti.
2. Le due parti ritengono che il dialogo e la negoziazione siano le uniche soluzioni praticabili alla crisi ucraina. Tutte le parti dovrebbero creare le condizioni per la ripresa del dialogo diretto e spingere per la de-escalation della situazione fino alla realizzazione di un cessate il fuoco globale. Cina e Brasile sostengono una conferenza di pace internazionale tenutasi in un momento opportuno e riconosciuta sia dalla Russia che dall’Ucraina, con pari partecipazione di tutte le parti e una discussione equa di tutti i piani di pace.
3. Sono necessari sforzi per aumentare l’assistenza umanitaria alle regioni interessate e prevenire una crisi umanitaria su larga scala. Gli attacchi ai civili o alle strutture civili devono essere evitati e i civili, comprese donne e bambini e prigionieri di guerra (POW), devono essere protetti. Le due parti sostengono lo scambio di POW tra le parti in conflitto.
4. L’uso di armi di distruzione di massa, in particolare armi nucleari e armi chimiche e biologiche, deve essere contrastato. Devono essere fatti tutti gli sforzi possibili per prevenire la proliferazione nucleare ed evitare una crisi nucleare.
5. Gli attacchi alle centrali nucleari e ad altre strutture nucleari pacifiche devono essere contrastati. Tutte le parti devono rispettare il diritto internazionale, inclusa la Convenzione sulla sicurezza nucleare, e prevenire risolutamente gli incidenti nucleari provocati dall’uomo.
6. La divisione del mondo in gruppi politici o economici isolati deve essere contrastata. Le due parti chiedono sforzi per migliorare la cooperazione internazionale in materia di energia, valuta, finanza, commercio, sicurezza alimentare e sicurezza delle infrastrutture critiche, tra cui oleodotti e gasdotti, cavi ottici sottomarini, impianti elettrici ed energetici e reti in fibra ottica, in modo da proteggere la stabilità delle catene industriali e di fornitura globali.
Posizioni di estremo equilibrio, che molto probabilmente avrebbe avuto anche un Occidente responsabile ai tempi della terribile Guerra Fredda, ma che oggi sembra aver perduto il senno.
Del resto, come spesso ricordo, non esistono più leader del calibro di Mitterrand, Craxi, Papandreu, Gonzales. Ovvero i leader dell’equilibrato euro-socialismo, che, dal 1993 in poi è andato perdendosi proprio in quel Partito del Socialismo Europeo, che di “socialista”, ormai, non ha che il nome.
Per non parlare della scomparsa dell’equilibrio dei De Gaulle e degli Andreotti, che certo non erano socialisti, ma comunque personalità di esperienza e spessore, nell’Occidente un tempo democratico.
Oggi, in Occidente, sembrano avanzare fondamentalismi di ogni tipo, purtroppo. E lo vediamo anche con la terribile avanzata delle estreme destre in Europa, che è un segnale profondamente negativo e purtroppo in linea con l’attuale turbolento periodo storico.
Scarsa capacità diplomatica, scarsissima conoscenza della Storia e della geopolitica, volontà di far parlare le armi. Nessun piano di ampio respiro per governare l’economia e i fenomeni geopolitici.
Del resto, una classe dirigente che parla e agisce per slogan e non guarda ai fatti, non potrà mai andare da nessuna parte.
Negli stessi USA, fra la Harris e Trump, non assistiamo minimamente a dibattiti dettati dalla lungimiranza e dal buonsenso, ma unicamente dall’ideologia degli slogan per accaparrarsi nuovi voti.
Vogliamo la pace o i condizionatori?
Vogliamo i condizionatori del buonsenso, della diplomazia, della lungimiranza, che spengano i bollori delle guerre e dei fondamentalismi e creino condizioni vantaggiose per tutti, sotto il profilo socio-economico e della sicurezza internazionale.
Luca Bagatin