Al di là dell’offerta e della domanda” di Wilhelm Röpke presentato a Lodi Liberale

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Nella serata del 2 settembre Lodi Liberale ha presentato la pubblicazione: “Al di là dell’offerta e della domanda” di Wilhelm Röpke insieme a: FLAVIO FELICE, Professore di Storia delle dottrine politiche all’Università degli studi del Molise; SILVIA BRUZZI, Professore di Economia e gestione delle imprese all’Università di Genova; ALESSANDRO GUZZINI,  Presidente UCID Macerata e CARLO MARSONET, Assegnista di ricerca presso l’Università di Torino.

 

“Lodi Liberale è tornato dopo la pausa agostana e con questa serata inizia la XII stagione. Questo libro presentato stasera parla di argomenti tradizionali come la concorrenza nel mercato, la proprietà privata, come fonte di libertà e di indipendenza personale e ha un testo molto ricco e molto denso, dove incontreremo molti termini particolari e non comuni, dove affronteremo il tema di alcuni mali storici, come l’assistenzialismo di stato, etc..” Il presidente di Lodi Liberale Lorenzo Maggi ha introdotto il concetto di economia liberale, sostenuta da un sistema di valori che va oltre l’offerta e la domanda. 

 

“Presentare un classico di un economista è sempre difficile, perché sono cambiate tantissime cose dagli anni ‘70 ad oggi. Egli è un economista, ma sono comunque presenti nella sua opera anche tratti di sociologia e di filosofia, dove ognuno può mettere la sua parte.” Presentato dall’autore Flavio Felice, Wilhelm Röpke come uno dei più brillanti economisti scrittori del suo tempo, che in pochi scritti arriva a una certa notorietà. Tuttavia, inizialmente frenato dalla II guerra mondiale, viene fermato nella sua attività accademica, essendo un esponente del Partito Democratico tedesco, lascia la Germania per riparare nei Paesi Bassi e quindi esule in Turchia, insieme a un altro autore che è Alexander Rutskoy. Insegnerà a Instanbul, scriverà da qui molte delle sue opere di scienza economica.

 

I FATTORI EXTRA ECONOMICI DEL MERCATO

 

“In seguito si trasferisce a Ginevra – ha spiegato Felice – ha avuto una collaborazione con Kelsen, Mises, Ferrero e Einaudi. Insieme ad altri dà il via alla Mont Pelerin Society” nel 1947. Inizia per l’autore un periodo di estrema difficoltà, prima della II Guerra Mondiale. Ma emerge nel contempo anche la sua grande teoria, la sua opera teorica. Le opere sono datate principalmente dal 1938/42/45.

 

“Questa non è certamente la sua opera principale, ma troviamo in essa tutti i temi alla luce di quanto era già accaduto. In tale modo ripropone i concetti sulla base della vissuta esperienza.” In questo periodo di consulenza parteciperà al processo di integrazione europea, come delegato germanico. In un primo momento è entusiasta della CeCa, in un secondo momento se ne distacca con un certo disincanto.

 

“L’autore coglie un legame stretto tra la massificazione e la collettivizzazione, in particolare in Germania, guardando agli agglomerati urbani e alla nullificazione di famiglie, gruppi sociali, piccoli plotoni. Il processo di massificazione può diventare una causa di sviluppo della collettivizzazione.” Felice parla di come dopo questo libro l’autore si sia collocato per la critica sul versante del conservatorismo liberale. In qualche modo l’autore incrocia la tradizione del liberalismo con la tradizione del cristianesimo. I capitoli del libro scandiscono le tappe del percorso che l’autore ha fatto, via via, nell’ambito dell’economico.

 

“L’autore – ha spiegato Silvia Bruzzi – ha seguito alcuni temi ricorrenti in questo volume, come se al lettore servisse avere diversi accenni per comprendere bene gli argomenti. Ci sono però due aspetti che sono presenti, che oggi emergono come effettiva emergenza. L’autore esprime questo spirito in un periodo che tutto sommato in Europa pareva essere soddisfacente. In questi anni si stava assistendo al miracolo economico tedesco, italiano, ma lui colloca in tale contesto alcuni punti critici. Il primo è il discorso che riguarda le basi spirituali e morali dell’economia. Il disordine economico, all’epoca, lo collocava come disordine spirituale. 

 

“Il processo di globalizzazione ha fatto sì che il confine dei mercati andasse oltre il confine degli stati: la cornice giuridica è saltata a livello internazionale e globale, questo ha creato anche molti divari e oggi ci troviamo in un processo di crisi della globalizzazione, come l’abbiamo disegnato nel Ventesimo secolo.” Bruzzi ha parlato delle logiche federali e federaliste su cui si è ragionato all’epoca. “Molti punti rimangono aperti.”

 

“Oggi la competizione è molto difficile, serve fare una riflessione sul rapporto Stati e Mercato. In questi giorni stiamo aspettando il rapporto sulla competitività di Mario Draghi che a giorni sarà presentato e sarà interessante capire in che direzione andare.”

 

LA CRITICA A kEYNES E ALLA SOCIETA’ MODERNA

 

“Il capitalismo per molto tempo ha avuto una sua correlazione con il Cristianesimo, anche le banche stesse sono nate come Monte dei Pegni, collegando la natura morale alla natura economica dell’uomo, ecco che anche la caduta della persona morale, è legata alla caduta della buona economia. Un punto che invece è curioso è la critica dell’autore alla crescita demografica.” Alessandro Guzzini ha fatto una breve digressione sull’attualità di questa pubblicazione.

 

Guzzini si è concentrato su diversi aspetti dell’autore che attualmente sono diventati materialmente mostruosi, come cavalli di battaglia della componente democratica di sinistra americana. L’autore ha spesso parlato di argomenti che oggi sarebbero tipicamente borghesi, importantissimi principi per l’economia di mercato, come i solidi legami morali, la moneta, il risparmio, il conservatorismo, la gerarchia dei valori.

 

LA CRISI SOCIALE DEL NOSTRO TEMPO E IL CONSERVATORISMO LIBERALE

 

Lo studioso Carlo Marsonet ha messo in luce gli argomenti e le dottrine che il suo pensiero mettono in luce. Ha avuto modo di conoscere l’autore e in seguito grazie alla collaborazione con Mario Belardinelli e Dario Antiseri, ha iniziato a occuparsi anche delle sue opere, partendo proprio da questa, che illumina sulle criticità principali del ‘900 partendo dalla crisi del liberalismo.

 

“Non è un caso che scriva dei saggi che vanno a toccare i principi del liberalismo e del cristianesimo, come la libertà della persona. Come scriveva Tocqueville libertà e fede sono legati, perché il potere terreno non ha la meglio su quello ultraterreno, per cui l’uomo è libero dalle catene della schiavità materiale.” Marsonet ha descritto come l’autore metta insieme l’ordine morale di natura etica e spirituale, che sta alla base dell’ordine di mercato, senza cui il liberalismo non riesce a sostenersi perché l’individuo, in fin dei conti, non vive di solo pane, dunque il liberalismo non può essere un idolatria dell’aspetto economico e materialistico in sé.

 

“L’autore critica fortemente il socialismo e cita come autore principale che mette in luce le sue parti negative proprio Von Mises. Fu citato anche da Palmiro Togliatti che si sentì minacciato da tale critica al punto di paragonarlo a una eco hitleriana.” Marsonet ha raccontato questi episodi sottolineando che invece questo intellettuale era anti totalitarista, sia contrario al comunismo che al nazionalsocialismo. Ad ogni modo, il punto di vista di Röpke è anti collettivista.

 

MC

 

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