Epicureismo e individualismo. Per una storia della filosofia politica

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Nella 278esima serata di Lodi Liberale, è stato presentato il libro “Epicureismo e individualismo. Per una storia della filosofia politica“, pubblicato da Rubbettino Editore, che presenteremo insieme a Raimondo Cubeddu (Senior Fellow dell’Istituto Bruno Leoni), Giulio De Ligio (Ricercatore associato all’Ecole des hautes études en sciences sociales di Parigi) e Enrico Piergiacomi (Assistant professor in Storia della filosofia presso la Technion University di Haifa).

 

L’EPICUREISMO NASCOSTO NELLE PIEGHE DELLA FILOSOFIA POLITICA

 

“Ad un certo punto mi sono imbattuto nel problema, che nella maggior parte dei manuali non è trattata, ovvero la dimensione politica dell’epicureismo, che come dice Strauss, invece ha avuto una consistente parte. Mi sono accorto di questo parlando dell’opera di Leo Strauss, che parlava di un’influenza dell’epicureismo in tre pensatori importanti, Machiavelli, Hobbes e Spinoza.” Il professor Cubeddu ha pensato che esista un collegamento consistente tra ateismo e epicureismo, questo è un dato importante.

 

MANTENERE LA PROPRIA CONDIZIONE E MIGLIORARLA

 

“I miei punti di partenza allora mi hanno portato a trarre delle deduzioni in ambiti e su filoni importanti che sono raramente trattati. Ora, leggendo la traduzione/edizione dell’Azione Umana di Mises, tradotto da Lorenzo Maggi, mi sono ritrovato in una constatazione di Mises stesso, molto vicina al concetto della rivoluzione del pensiero ateista. Avendo comunque già maturato delle considerazioni su Hayek quando parla di tradizioni non pensa mai direttamente all’epicureismo, anche se in Hume, Mandeville, Menger, sono evidenti le attrazioni epicuree.” Cubeddu ha quindi riportato a Lucrezio le idee politiche epicuree che però non sono mai direttamente citate.

 

“La parte forse più debole del mio libro è però quella in cui parlo di Ferdinando Galiani, il fondatore della Teoria soggettivistica del valore, basata sullo scambio di utilità soggettive.”

 

EPICUREISMO E INDIVIDUALISMO LIBERALE

 

Il professor Piergiacomi è partito con il parlare di autori che hanno una serie di contenuti epicurei ma che hanno evitato di farne riferimento, ovvero hanno cercato di rinnegare questa appartenenza: “Un aspetto che spesso non viene tenuto da conto. Nella prospettiva epicurea non è solo la ricchezza con l’edonismo, ma c’è anche una componente forte e positiva, oltre la critica, per cui possiamo chiamare anche Epicuro in un certo qual modo un liberale.”

 

“La parola epicureo viene spesso collegata a una incapacità di contenersi, a costo di entrare in conflitto con la società, per godere dei piaceri personali oltre la moderatezza. Ora, un altro mito che pare essere antitetico a questo ma che in realtà è sovrapponibile, è Epicuro come elogiatore della frugalità.”

 

‘ATARASSIA E ‘APONIA

 

“I due ritratti contrastanti di Epicuro sono dovuti al fatto che la prospettiva può essere vista come viziosità o come capacità di essere illuminati. Questi due ritratti, per quanto poi il secondo lato di Epicuro rispecchi di più l’Epicuro storico, il primo conserva in sé un carattere liberale.”

 

“E’ interessante far conoscere un lato dell’epicureismo che la gente non conosce, sull’uso del denaro, che non si trova un granche’ in Epicuro, ma in un epicureo contemporaneo di Cicerone nel I secolo a.C. che aveva a disposizione i testi di Epicuro. Filodemo di Gadara in un’opera in piu’ libri, dedica il X all’economia.”

 

“Ciascuno di noi è diverso, per cui ognuno ha il suo personale modo di rendere la propria vita buona” il professor Piergiacomi ha quindi chiuso spiegando che alla base della propria felicità c’è la posizione individualistica liberale, dove ognuno è portato a fare le sue scelte su gradimento.

 

QUAL E’ LA NATURA DELLA MODERNITA’ LIBERALE, E’ DESIDERABILE OPPURE NO?

 

“Raimondo ha un po’ ricostruito la genesi della sua preoccupazione genealogica di filosofia politica, per interpretare il concetto di miglior ordine umano. Una delle ipotesi di questa interpretazione della modernità è un’idea che una società possa essere atea, ad esempio. Vorrei entrare in una delle tesi principali del libro, che riassume tutte le linee della sua riflessione.” Giulio de Ligio ha parlato frontalmente del libro come interpretazione della modernità, dove se il liberalismo si vuole moderato e morigerato, neutro, ,altre volte viene ricondotto alla cornice delle ideologie occidentali ma anche di una rivoluzione planetaria, fondata su un’antropologia forte.

 

“La tesi di Cubeddu è forte, il liberalismo è attualmente contestato, quindi è bene interrogarsi su azione umana e intenzione umana. Mi chiedo se esistono delle linee di ricezione dell’epicureismo nella modernità.”

 

“Se si legge il libro alla luce del dialogo filosofico politico, credo di trovare tre elementi da considerare: la genealogia della modernità, che è tradizionalmente collegata alla secolarizzazione del cristianesimo; la seconda tesi ci invita a considerare che in realtà la tensione col Cristianesimo è combattuta con una logica epicurea e lucreziana, come anche detto da Strauss sugli autori di cui sopra: un tentativo di mettere in opera un ordine adeguatamente definito dall’ateismo e dal deismo politico.” Questa secondo de Ligio è la parte più forte. La tesi liberale di Raimondo si ricollega all’idea della migliore teoria politica della modernità e del miglior ordine umano hayekiana. Questi due primi argomenti sono in tensione tra loro. I due autori, Mises e Strauss, avanzano una tesi in un senso diverso tra loro.

 

LA STORIA EUROPEA E’ STATA INDIVIDUALISTA O NO?

 

“La terza tesi raimondiana sulla genesi dell’umanità incarna la posizione in cui si sostiene che anche la trasformazione di un giardino politico in un ordine planetario, non è servito, perché l’uomo non si è mai liberato dal timore della religione.” De Ligio ha quindi confermato che la genesi individualistica che parte dalla concezione epicurea pare poco convincente, perché – entrando nel merito dell’epicureismo – nel benessere confortevole basato sullo sforzo umano di liberare la propria condizione, colloca il dialogo intellettuale con il suo sforzo su tre diversi livelli. Il primo la tensione interna, l’individualismo liberale; l’utilità soggettiva dell’’individuo nella collaborazione;  l’azione umana che presuppone il liberalismo, è modesta o superba? Infine l’ultimo piano teorico è quello che sul pratico vi sono le questioni ultime che determinano il percorso della nostra vita e condizione, ma che anche interagendo alterano gli equilibri. Cosa vuol dire migliorare la propria condizione? In che modo si sceglie un criterio, che non è naturale, formalmente soggettivo.”

 

LA PROSPETTIVA INDIVIDUALISTICA E LA QUESTIONE DEL TEMPO INDIVIDUALE

 

https://www.facebook.com/lodiliberale/videos/464692159690230 

 

“Se riconoscessimo che il liberalismo senza la tradizioni culturali e morali, non è, allora siamo di fronte a una tesi di fondamentale importanza, perché vorrebbe dire che non è autonomo. Il liberalismo è dunque mai stato libero? La storia dell’occidente, segnata tra Gerusalemme e Atene, ha compiuto qualche passo?” De Ligio presume che sia duro definire i criteri per la vita umana che ne ha realizzato le migliori forme per conciliare Ragione e Fede, Virtù e Libertà.

 

“Esiste un momento in cui ci si prende in carico la consapevolezza della mutualità delle cose?” Cubeddu si è soffermato a pensare alle élite liberali che si sono susseguite nel tempo e che però in realtà in gran parte, non erano liberate dal cristianesimo, perché le persone sono massimamente ispirate da certe idee, morali, concezioni. Secondo Cubeddu la religione, oggi, anche laddove ci sono i credenti, ha perso completamente il senso della Rivelazione e della dottrina in sostituzione che Dio ci ama, una dimensione della legge naturale si perde completamente. Impedendo che il liberalismo possa poi in realtà realizzarsi.

 

di Martina Cecco

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