Nella 276esima serata di Lodi Liberale è stato presentato il libro “Mi mancano i vecchi comunisti. Confessione inaudita di un libertario“, pubblicato da Liberilibri Editrice, insieme a Giovanni Sallusti (Giornalista), Ferdinando Adornato (Giornalista) e Pierluigi Battista (Giornalista), modera il Presidente dell’associazione, Lorenzo Maggi.
Il Presidente dell’associazione ha portato la sua importante esperienza presentando i tre giornalisti che sono convenuti durante la serata.
“Quando vidi questo testo per la prima volta ho pensato che forse era una provocazione da un liberale tetragono, insomma per curiosità sono andato a Milano alla presentazione.” Il libro parla del senso delle idee forti dei comunismi del passato, contrapponendo in modo molto efficace l’ideologia comunista, strutturata rispetto all’occidente di oggi. Maggi ha affrontato principalmente il problema del Je’accuse come moda in atto contro l’occidente, contro l’economia, per idee di decrescite felici.
“Il libro contiene molte citazioni che sono utili per comprendere come ci fosse una sorta di lettura onnipotente del sistema comunista”. Molto probabilmente lo stesso Karl Marx non è nemmeno più studiato e conosciuto bene, dice Maggi.
DAL REALISMO STORICO AL MONDO PETALOSO DELLA SINISTRA
“Quella del libro è una provocazione paradossale assoluta, ma non è una provocazione accademica. Probabilmente quel che posso fare è raccontare come la nostalgia a livello delle viscere è nata come sensazione che ho vissuto durante il periodo delle Sardine, prove generali della riverniciatura Schleineiana del PD. Ho cercato tra i CV dei partecipanti e non ho trovato una dimensione chiara. Ho avvertito una impensabile nostalgia di un nemico politico.” Giovanni Sallusti ha provato la sensazione di trovarsi di fronte a un muro di gomma, inclusivo e petaloso.
L’APPROCCIO OPPOSTO ANCHE RISPETTO ALLA CANCEL CULTURE
“Ho articolato la mia nostalgia su tre versanti: la nostalgia del grande produttivismo di tradizione marxiana e comunista; dell’approccio alla politica e al mondo; il sistema integrale prima dell’abdicazione del realismo. L’ultimo fronte è quasi una ovvietà, è filosofico: partendo dall’occidentalismo di Karl Marx che conduce l’Hegelismo nel Realismo storico del Marxismo, è la radice filosofica del Totalitarismo, come sostenuto anche da Karl Popper. La figura di Berlinguer è la prima a far declinare il PCI, un colpo di coda del realismo fu quello Dalemiano che pensò che la Lega potesse essere ricondotta ai campi e alle fabbriche.” Il libro, ha detto Sallusti, gioca tra alto e basso, filosofia e immediatismo. Karl Marx arriva a giustificare il colonialismo inglese e l’imperialismo statunitense, rispetto a India e Messico, ritenuti entrambi non all’altezza della società civile moderna. Attualmente probabilmente marx sarebbe tacciato di Suprematismo Bianco.
UN IRCOCERVO SOSTANZIALMENTE IDEALMENTE IMMORTALE MA INESISTENTE
“Condivido integralmente la visione di Sallusti – ha detto il giornalista Ferdinando Adornato – ma è anche vero che i personaggi di oggi e i contesti di oggi sono imparagonabili. In punta di analisi sulla vecchia politica c’è da notare che il Partito Comunista non si è mai definito come partito di sinistra. Esso si definiva certamente come antifascismo ideologico, internazionalismo proletario, ma in ogni caso si tratta di storie diverse, comunità diverse, una sorta di ircocervo.”
UNA DIALETTICA CHE NON ESISTE PIÙ, ESISTE SOLO L’ANTI..
“Il Partito Comunista non era ambiguo, era un partito realmente concreto, ma alla vittoria di Elly Schlein abbiamo avuto la dimostrazione che la nuova forma del PD è una sinistra generica, che abbandona l’idealismo storicistico e il senso della tradizione e della famiglia, non si tratta di paragonare due sinistre, la sinistra inizia con Veltroni, il comunismo non era di sinistra. Attualmente il Buonsenso non esiste più. La continuità è garantita da un solo elemento: sostenere che il bene sia solo a sinistra e il male a destra.”
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UN LIBRO PUNGENTE
“La scrittura e la profondità culturale e filosofica di questo libero di Sallusti è davvero interessante. Quello attuale è un ritorno e una discesa nella stupidità occidentale, che nel libro viene trattata a livello nazionale. Questa nostalgia è quella che comunque non trovava respiro, perché allora comunque l’evidenza era molto soffocante. Per di più è difficile rendere attuali le citazioni di Marx, è evidente che le dimensioni erano diverse, per cui non è mai comodo citare i documenti del passato cercando di renderli utilistici per oggi. Marx era incattivito con la Borghesia che con il capitalismo stava scavando un solco, non ammirava il produttivismo, ma pensava che alla fine esso avrebbe creato una classe di proletariato che avrebbe cancellato la classe media borghese.” Il giornalista Pierluigi Battista è messo bene in evidenza che nessuna delle pseudo profezie di Marx ha trovato collocazione spazio temporale nella storia.
di Martina Cecco