La grande bugia verde, il giornalista Porro a Lodi Liberale

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Nella 273esima serata di Lodi Liberale è stato presentato il libro “La grande bugia verde. Gli scienziati smontano, con dati reali, i dogmi dell’allarmismo climatico”, pubblicato da Liberilibri Editrice, insieme a Nicola Porro (Vicedirettore de Il Giornale), Roberto Graziano (Ricercatore di geologia stratigrafica e sedimentologica all’Università degli Studi di Napoli Federico II), Arturo Raspini (Ricercatore all’Istituto di Scienze Marine del Consiglio Nazionale delle Ricerche) e Lorenzo Maggi (Presidente di LodiLiberale).

“La serata è stata organizzata per diffondere l’opinione dei liberali sulla questione che tratta questo libro, uno dei temi è quello ambientale. In una brevissima introduzione si ringraziano tutti coloro che fanno parte di Lodi Liberale in maniera attiva. Una squadra che lavora con passione, gratuitamente, prestando passione a quello che fanno. Gli scienziati smontano in questo libro le bugie ambientaliste, con una operazione intelligente in cui 10 studiosi utilizzano i dati statistici per dare delle spiegazioni ai fatti.” Il presidente dell’Associazione Lorenzo Maggi ha preso distanza dal concetto di negazionismo climatico, perché ritiene che ci siano delle fasi da valutare, che non devono essere trasmesse con la visione ambientalistica tragica che per di più addossa all’essere umano la colpa di quanto sta accadendo, il libro è semplicemente una voce critica che ha molta fiducia negli individui, nel mercato e nelle libere imprese.

 

L’autore, Nicola Porro, ha premesso che con questo libro ha detto una serie di cose per cui anche la stessa casa editrice riconosce ai signori scienziati di aver avuto il coraggio di mettere in discussione le argomentazioni di moda, per andare oltre la superficialità delle cose.

 

“Quando si lavora per veicolare delle realtà sperimentali, scientifiche, dibattute, partendo dal punto di vista di una silenziosa massa di scienziati che non concordano con la vulgata quotidiana, dove l’accordo monolitico su visioni modellistiche e statistiche, non c’è. La scienza è tale quando è piena di dubbi, non ha certezze, ma che invece attualmente per visioni storiche, sociologiche, geopolitiche, ben individuabili, ha una narrativa che diventa propaganda. I media fanno ricorso al sensazionalismo dell’evento e trascura le contrarietà dell’anti-modellismo che è sganciato dalla sperimentazione, che indicano una esistenza indiscutibile in cui si parla di clima come fenomeno con ciclicità marcate, sensibili, molto – molto precise.” Il professor Roberto Graziano ha spiegato che il dogmatismo scientifico non aiuta a superare i problemi.

 

Secondo lo studioso, quindi, i dati scientifici sono utilizzati per fare politica a modo proprio, non per spiegare le cose come stanno: i tempi geologici sono molto lunghi, ma hanno la marcabilità. Il fenomeno degli idrocarburi, ad esempio, ovvero il momento in cui la perdita di ossigeno causa un cambiamento, noi usiamo questo prodotto, ad esempio nella carburazione, riproponendone la versione di acqua e Co2, cioè invertendo il processo per cui si era formato. “Cancellando la produzione della Co2 attraverso l’era industriale avanzata, si ferma l’era industriale che è stata il merito del cambiamento sociale. In questo modo si riduce nominalmente l’impatto climatico umano, ma la realtà è che si ferma l’era industriale. Per poter fare questo sono veicolate delle menzogne di propaganda che falsificano l’uso delle statistiche, come diceva Václav Havel. 

 

“Alcune bugie semplici sono quelle come quelle del 2 giugno scorso, quando questo maggio si è rivelato il più alto dal 1884, il primo anno di rilevamento dei dati delle temperature. Ma contestualmente nevica. Antonio Guterrez nel 2023 disse che era l’era dell’ebollizione globale, una sciocchezza grottesca, perché nel 1988 l’IPCC aveva detto che le sue proiezioni sono economiche, tra questi sono petrolieri, persone che si occupano di economia. Una delle attuali presidenti della UNEP per il programma ambientale ONU, ha a che fare con la Banca Mondiale. Insomma il programma clima e ambiente è creato sulla base di analisi di climatologi in mano ad economisti. Ovviamente la strada del cambiamento economico è l’applicazione dialettica per giustificare i cambiamenti climatici.” Il professore ha portato l’esempio della Marmolada, dove il grande caldo è stato affiancato dal grande freddo, più freddo del solito, di Punta Penìa che oscilla tra il freddo e i 13° in un’estate più fredda del solito.

 

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Il giornalista Nicola Porro ha raccontato di come i dati siano stati ricostruiti con una grande perizia per dimostrare che il grado e 47 di aumento che segue dai rilevamenti, è una questione drammatica legata alle industrie, cioè all’inquinamento. Quando l’uomo utilizza il carbone e i carburi le temperature sono rilevate in grande aumento. Il fenomeno è chiamato della “mazza da Hockey” ovvero questa roba sarebbe frutto di una frode scientifica.

 

I DATI DIFFUSI NELLE SCUOLE PARTONO DA RILEVAMENTI ECONOMICI SOMMARI

 

“Il fenomeno delle temperature – ha spiegato Porro – è legato quindi a un problema del rilevamento dei dati, che per anni sono stati diffusi senza controllo, che in realtà sono stati motivati da questioni di fondi di ricerca ambientale, insomma per motivi legati ai finanziamenti dei centri universitari dove sono finanziati i progetti stessi.”

 

“Pochi anni dopo, tra il 1998 e il 2003, degli esperti di economia hanno constatato che le linee dei dati reali, in una laurea, si accorge che le analisi non sono equiparabili a quelle diffuse” ha detto Graziano.

 

PER SISTEMARE I DATI SONO STATE MODIFICATI DEI REPORT IMPORTANTI

 

Per questo motivo, con un pianeta che si sta teoricamente surriscaldando, dovremmo realizzare abitazioni che mantengono la temperatura bella alta. Con costosissimi cappotti esterni che vengono costruiti con un ingente e inquinante procedimento di modifica. Insieme a questo una serie di innovazioni per il riscaldamento domestico e per le auto.

 

Ad ogni modo, il problema che si presenta è che si danno sempre più rilevanza alle temperature senza pensare che il pianeta stesso dimostra con reperti archeologici, con resti antichissimi, che il percorso del clima e delle temperature è ciclico e non dipende quindi dal motore a scoppio e dal carbone. Quindi il problema non è tanto l’uomo e il suo impatto sul pianeta, ma salvare l’uomo dalla ciclicità del pianeta, casomai. Le piccole ere glaciali e le piccole ere calde sono delle cose dimostrate dalla paleografia e dai reperti.

 

IL SOLLEVAMENTO DEL MARE NON E’ UNIFORME, MA E’ SPOSTATO SULL’ASSE TERRESTRE

 

Il professor Raspini ha spiegato come mai il pianeta, il relazione agli altri pianeti, ha delle dinamiche che non dipendono dall’uomo. Ci sono evidenze notevoli di oscillazione, il mare – ad esempio – si è progressivamente abbassato dalle montagne, dopo 20 mila anni fa l’ultima glaciazione ha consentito al mare di alzarsi di circa 120 metri con una velocità molto sostenuta, solo che attualmente si trova a competere con l’urbanizzazione, ovvero inonda e riempie gli atolli. Il mare c’era da prima, si è sollevato in un momento molto freddo, poi si è stranamente appiattito.

 

LE RILEVAZIONI SATELLITARI NON SONO PRECISE

 

“La quantità di Co2 non ha alcun rapporto con il livello dei mari, l’errore è quello di collegare l’aumento della Co2 all’aumento delle acque dei mari, che sono un fenomeno che è legato alle dinamiche termiche, che non sono legate all’aumento della Co2. Il mare è stato molto più alto senza Co2 che non adesso. Il livello del mare attuale è di 6/9 metri più basso rispetto a quello stimato come più alto nei periodi precedenti l’industrializzazione e l’età dell’uomo.” 

 

L’UOMO E LA NATURA SONO NATURALI EMISSARI DI CO2, MA LA NATURA DI BATTE ALLA GRANDE

 

“Il pannello solare ha una produttività molto bassa, non è migliorato, ci sono tecnologie che non vanno avanti e quelle ambientali è tra queste, peraltro non sono nemmeno di natura europea, ma per la maggiore sono investimenti radicati nel mercato cinese. Se il motivo fosse bruciare i carburi e immettere in atmosfera, Europa, Giappone e UK sono coloro che hanno lavorato di più, compresi gli USA, ma sono compensati da Cina e India e Africa che aumentano molto più di quanto noi caliamo, e noi compriamo le loro tecnologie che loro stessi non usano.” Porro ha dimostrato che la bugia ambientalista è solo un modo per avere mercato. Gli scienziati hanno spiegato che un vulcano, come si può lapalissianamente capire, scarica nell’atmosfera una Co2 talmente alta insieme a una serie di altri inquinanti, che non è paragonabile a nessuna attività nazionale umana. Insomma, la natura scarica in atmosfera tutta la Co2 che all’uomo non riesce nemmeno di pensare di produrre.

 

Martina Cecco

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