Per un liberalismo comunitario, il libro presentato a Lodi Liberale

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Nella 265esima di Lodi Liberale è stato presentato il libro “Per un liberalismo comunitario”, pubblicato da Edizioni La Vela, insieme a Dino Cofrancesco (Professore emerito di Storia delle dottrine politiche presso l’Università di Genova), Paolo Luca Bernardini (Professore di Storia moderna presso l’Università degli Studi dell’Insubria), Zeffiro Ciuffoletti (Già Professore di Storia contemporanea all’Università di Firenze) e Danilo Breschi (Professore di Storia delle dottrine politiche all’Università degli Studi Internazionali di Roma).

 

“Una raccolta di saggi, di articoli dell’autore pubblicati principalmente su Huffington Post, che affrontano vari tipi di argomento, particolarmente afferenti il dibattito pubblico, utilizzando libri che sono di argomento attuale. In questo libro cerca di valorizzare la dimensione comunitaria di liberalismo, di patria, di nazione, di stato, cercando di declinarla nei vari capitoli che compongono il libro, facendo anche della sana polemica.” Il presidente dell’Associazione Lodi Liberale Lorenzo Maggi ha presentato questo saggio come un testo che si può facilmente affrontare. Le suggestioni che possono essere interessanti.

L’IDEA DI LIBERTA’

“E’ un libro necessario, lo dico e lo ribadisco – ha detto il professor Breschi – perché, ad oggi, dire solamente liberalismo, è come non dire nulla. Si opera un riduzionismo di quella che è una galassia, che è accomunata sostanzialmente dall’idea di libertà. Dal punto di vista storico quello che è andato definendosi come liberalismo, che al tempo era storico, ma anche politico, era inteso inizialmente come riduzione di vincoli, nel senso del liberarsi da qualcosa, da quali vincoli ci si libera?”

“Leggendo il libro di Dino Cofrancesco ci si trova a riflettere su che interrogativo porsi, quando parliamo di libertà. Non è un interrogativo dottrinario per studiosi, ma è un interrogativo che parte da una riflessione storica, da un confronto con la realtà.” Il professore ha proposto un interessante argomento in cui si riflette sul significato che l’individuo può dare, alla libertà e alla concezione antropologica del liberalismo.

PENSAVO DI MORIRE IN UN’ERA POST IDEOLOGICA E INVECE..

“Liberalismo comunitario è un termine che potrebbe essere eventualmente inteso come liberalismo realista: nella politica contemporanea si è perso il punto di vista per cui i Governi sono una cosa concreta, che rappresentano delle tradizioni, dei dati di fatto, non sono eoni del neoplatonismo calati in Inghilterra, ma storia del pensiero politico di una terra che si è data un vestito liberale, che veste un corpo.” L’autore ha aperto un dibattito sulla storiografia e sulla visione della storia. Ha fatto una disamina sugli eccessi della vulgata, quando periodicamente incarna certi valori, ad esempio la lotta contro un fantomatico sistema, l’idealizzazione del combattere il sovranismo, le ideologiche non hanno libertà di visione, che sono solo globalizzanti, come era stato un tempo il ’68 storico, che corrisponde a  quel che copre la globalizzazione.

LA LIBERTA’ DELLE COMUNITA’ DI PRENDERE LE PROPRIE DECISIONI ECONOMICHE E POLITICHE

“Nel libro vedo che viene attaccata una certa cultura di sinistra, che però non considera i pensatori liberali, la Scuola Austriaca, di Chicago, etc.. insomma le scuole sono dei punti scientifici che considerano un pensiero politico dove si lavora in modo radicale relativamente al principio di demolizione dello Stato e di concettualizzazione di una società priva di Stato, che crea le proprie comunità le quali sostituiscono lo Stato.” Il professor Paolo Luca Bernardini ha messo in risalto la differenza che c’è tra la teoria e lo studio del pensiero, da una parte, con le sue complessità; le opinioni e gli opinionisti, dall’altra.

LO STATO LIMITA IL DIRITTO DEL PRIVATO DI GESTIRE LA PROPRIETA’ PRIVATA SEPPUR COMUNITARIA

Secondo Paolo Luca Bernardini il nazionalismo è quindi davvero un problema, quando lo si pone in confronto al pensiero, alla teoria. La teoria liberale è ontologicamente un’opposizione allo Stato nazionale, perché è libera costituzionalmente. La critica di Bernardini al libro quindi è di aver preso in esame taluni argomenti, ma di non essere entrato nel merito della questione del pensiero. Bernardini ha cercato di spiegare che cosa sia la comunità rispetto alla nazione in generale. Infine, l’unione del nazionalismo, con il comunismo, come avvenne in Unione Sovietica, oppure l’idea della razza, sono effetti di un pensiero ampiamente distorto, ha detto Bernardini, che sono assolutamente l’opposto di quel che si dice invece nel pensiero della Scuola Austriaca. Il libro non prende in considerazione le forze dei grandi pensatori, ma tocca solo quelli che sono in realtà contaminati da certa sinistra.

 

Il Presidente dell’Associazione Lodi Liberale è intervenuto per dare un taglio critico alla serata, che in realtà non parte discutendo e mettendo in discussione il liberalismo, il pensiero libertario e il liberismo, in realtà si occupa di tagliare fuori dalla questione le grandi ideologie del nostro tempo che riempiono i mani stream, spesse volte non proprio meritatamente.

IL PENSIERO CRITICO

“Il pensiero critico serve per evitare il dogmatismo, perché possono essere cavalcate come ideologie anche le idee liberali, se non sono utilizzate per cambiare. La mancanza di spirito critico la vediamo sulla base di visioni astratte, non motivate, anche se la libertà di protestare è un diritto. In discussione però sono quelle che cavalcano mode, standardizzazione di idee, che sono prive di un percorso, quello liberale, che ci permette di fare questa critica. Questo libro ci restituisce un pensiero critico e storico, dove la filosofia aiuta a capire la realtà. Questo libro combatte le storture del falso spirito critico.” Il professor Ciuffoletti ha riflettuto su questo argomento, visto che nel mondo globalizzato il metro di confronto è molto grande, universale.

“IL LIBERALISMO È UN IDEALE DI ANARCHIA BEN ORDINATA.”

Durante la serata è intervenuto il professor Angelo Maria Petroni, per discutere di federalismo, di autonomia, di nazionalismo. Il pensiero principale del professore è di cercare sempre di lottare contro i socialismi e le generalizzazioni, perché la politica dei grandi statisti liberali è sempre inserita in un quadro politico, non può prescindere da questo. In chiusura della serata è intervenuto il giornalista Stefano Magni.

 

MC

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