Il pluralismo educativo: una scelta ancora possibile, a Lodi Liberale

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Il 26 marzo alle ore 21:00 presso la Sala Rivolta, via Cavour 66, è stata presentata la 260esima serata culturale, in collaborazione con l’AGeSC, Associazione Genitori Scuole Cattoliche, in cui presenteremo il libro “Pluralismo educativo. Una scelta ancora possibile” insieme a: ANNA MONIA ALFIERI; Autrice e Rappresentante delle Scuole Marcelline Italiane, ANDREA FAVARO; Ricercatore di Filosofia del diritto all’Università degli Studi di Verona e Venezia, CLAUDIO MASOTTI; Presidente di AGeSc Lombardia, GIUSI VIGNATI; Direttrice della Scuola Diocesana di Lodi.

“Cattolicesimo e Liberalismo non sono confliggenti, è idea che una parte del cattolicesimo sociale porta avanti da tempo, pensando che il Liberalismo non sia compatibile con la Dottrina sociale della Chiesa.” Il presidente di Lodi Liberale, Lorenzo Maggi, ha invece cercato nel tempo di dimostrare, sulle orme del professor Dario Antiseri, che il liberalismo, come la dottrina cattolica, mette al centro delle scelte la persona umana e la sua libertà.

“Ci sono tantissimi punti in comune, però le tematiche che questa sera trattiamo sono quelle del pluralismo educativo, con ospiti noti che non hanno bisogno di presentazioni.”

“Il tema è importante perché, nel nostro paese, si pensa che le scuole paritarie (chiamate comunemente e erroneamente private) non siano pubbliche, invece sono pubbliche ma semplicemente non gestite dallo Stato. In uno Stato in cui il finanziamento alle scuole paritarie pare una bestemmia, è importante fare questa distinzione, perché siamo solo noi italiani insieme alla Grecia a limitare le differenze e la concorrenza tra le scuole.” Maggi ha spiegato che cumpetere è una ricerca collettanea, dunque non un limite, ma un miglioramento.

“Le scuole non statali sono garantite dalla libertà nel diritto allo studio, anche se le condizioni economiche, in Italia, non sono ancora garantite e ne paga la mancanza della libertà di scelta. La scelta è già nel momento in cui si sceglie la scuola ritenuta migliore, perché comunque le famiglie pagano le tasse, con cui sono pagate le lezioni statali, nonché pagano le rette, per i figli che frequentano le parificate, non hanno sgravi. E in più le spese delle parificate sono sempre statisticamente inferiori a quelle statali.” Maggi ha sottolineato che non si tratta solo di una scelta confessionale, ma di una scelta concorrenziale.

LA CONSAPEVOLEZZA E’ DATA DALLA LIBERTA’

Suor Monia Alfieri ha portato per la sua relazione le slide di una presentazione che servivano per non essere dispersivi, per misurarsi con i fatti realisticamente.

“Il mio confronto – ha detto – vuole basarsi sul concetto di pluralismo educativo, necessario e doveroso per chi crede nella democrazia, che è la prima conseguenza del capitalismo, che genera ricchezza, favorisce la distribuzione economica e l’istruzione diffusa per tutti. Le democrazie nascono così. Esse avvertono il bisogno di difendere le Liberaldemicrazie, che sono minate, colpite nel cuore della democrazia, in primis con la Guerra tra Russia e Ucraina. La democrazia tuttavia non si costruisce in guerra, ma in pace. In Italia lo Stato e il Vaticano si sono spesso confrontati per tutto il ‘900 per capire a chi spettasse la preminenza nella scuola.”

“Le sfide tra le parti, che vedono la persona perdere il diritto della libertà, sono limitate dal fatto che non si è ancora stati in grado di sanare le ferite ideologiche e storiche, perché la scuola è della famiglia, la responsabilità educativa, in Italia, è della famiglia, non della scuola o della chiesa.”

“La libertà non è un vezzo dei liberali, ma una necessità di responsabilità. La degenerazione della mancanza di libertà è infatti la deresponsabilizzazione. L’Art. 33 della Costituzione parla di pluralismo educativo, per non cadere nei regimi. Si parla di Repubblica e non di Stato, perché la Repubblica è fondata sul cittadino, non sul partito o sull’istituzione. Il titolo delle statali e delle parificate è equipollente.”

“Nonostante il sistema sia pensato per essere antiregime e perfetto, all’atto pratico, quando le famiglie iscrivono i figli alle statali in massa, pensano di scegliere una scuola libera, gratuita, per tutti, omnicomprensiva, includente. Nel momento in cui la famiglia sceglie la scuola paritaria, nella narrazione, si dice che sia una scuola dei preti e delle suore, dei ricchi per i ricchi, che è finanziata dai poveri e rende i ricchi, più ricchi. Purtroppo, però, non si è mai risposto con i numeri a queste narrazioni sbagliate, e specialmente non si è mai detto che la scuola paritaria, cattolica o non cattolica, è libera.”

A questo dibattito si discuteva se si dovessero dare i soldi alla scuola o alla famiglia? In Italia solamente dopo il 2000 si è cominciato a parlare di educazione libera, battaglia che è prima di tutto dei poveri, di riscatto sociale, quando nel momento in cui la scuola pubblica supera di molto le paritarie, mentre in Europa, in testa la Francia, tutte le scuole sono basate sullo Stato laico, chiamano le famiglie alla responsabilità individuale, dove la Repubblica pensa a rispondere all’esigenza delle scuole e non paga l’insegnamento della religione. In Italia è il contrario. Un alunno della scuola statale in Italia costa 10 mila euro a chi paga le tasse. Eppure spesso alcune cattedre non sono coperte, perché il potere politico, che ha fatto della scuola il proprio bacino elettorale; i sindacati e la burocrazia, che ha una rilevantissima interferenza nella scuola. L’alunno nella paritaria costa 7 mila euro, lo stato paga una piccolissima quota, il resto lo mette la famiglia o la scuola stessa. Attualmente gli alunni delle paritarie sono molto meno che in passato.

“In Italia, ad oggi, la presenza delle paritarie è per il 97% nel Nord del paese, regioni che hanno attuato le politiche scolastiche del buono scuola e nel sud una risicata percentuale eppure non c’è nemmeno salute educativa, specialmente nelle periferie. Le pochissime scuole paritarie che sono rimaste devono decidere se chiudere o se addebitare la retta a 7 mila euro, diventando davvero scuole per i ricchi. Le scuole di periferia sono state chiuse e questo è un problema, perché le scuole diventano in un attimo escludenti se la politica è di regime.” Suor Alfieri sostiene che i poveri e i disabili siano ancora esclusi e che la dispersione scolastica sia troppo alta rispetto al resto d’Europa, insieme a molti altri problemi che impediscono alla scuola italiana di crescere e ha un enorme divario tra il nord e il sud.”

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“In Italia non esiste più il pluralismo educativo, nemmeno salvando le scuole paritarie che sono sopravvissute.” Suor Alfieri sostiene che ci sia un enorme discrepanza tra la necessità e la realtà. Il Ministro per l’Istruzione attuale non ha, probabilmente, cognizione di causa delle carenze nel sistema scolastico statale e anche paritario. Dal prossimo anno scolastico, potrà effettivamente accadere che – come prima della seconda guerra mondiale – i ricchi potranno davvero permettersi di far studiare i figli scegliendo scuole costose.”

IL MONOPOLIO EDUCATIVO E’ L’ANTICAMERA DEL REGIME

La scuola ha passato il tempo a ragionare sul patrocinio e non riesce a non controllare la scuola, anche se la politica ha lasciato correre, spesso in modo ideologico, non volendo davvero emancipare le parti povere del paese, così che non si liberassero dal giogo.

L’ASSOCIAZIONE DEI GENITORI DELLE SCUOLE CATTOLICHE

Masotti ha parlato della storia di AgeSC, che è nata in una scuola che era all’epoca privata/parificata e non paritaria, come dopo il 2000. Il Leone XIII. Il genitore che non sceglie la statale, paga la scuola due volte. Prima del 2000 gli alunni delle paritarie erano tantissimi, circa il 20%, sceso al 7% e attualmente in crollo verso il 3%.

“Per me – ha detto – recuperare il termine privato, non è male, perché parificato significa che si parte da un livello inferiore, e allora se la scuola è pagata dai genitori è privata, anche se rivolta al servizio pubblico.”

“In questi anni si è dimostrato che il prossimo passo per le scuole non statali sarà assolutamente la scomparsa. L’associazione era nata per dare dignità e presenza reale al genitore nella scuola. Le scuole possono essere fondate anche dalle famiglie stesse, cosa che pochi sanno, perché le scelte educative sono totalmente un compito della famiglia.”

“In Italia manca un popolo, anche chi manda i figli alle scuole paritarie non è sempre che sia contento se nelle scuole paritarie un giorno potranno esserci i figli dei poveri, o i figli degli stranieri iscritti nelle scuole non statali. In questo caso quindi si comprende che ci sono molte anime alla base della scuola. Si pensa che sia sempre un modo per mantenere delle élite.”

“Non stiamo facendo abbastanza e le scuole parificate rischiano davvero di rimanere senza fondi. Essere è essere percepiti, al momento la scuola paritaria è un lumicino, non è un braciere, quindi non è percepita e se non è percepita, non è.”

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