Nell’Europa del 1700 essere una donna, single, significava essere scarsamente riconosciuta sia dalla società che dalle istituzioni: per dirla tutta, una volta persi i genitori, era possibile trovarsi alle dipendenze delle cognate e dei cognati, oppure costrette a scelte estreme come quella del convento o della strada, perché non era facile trovare un lavoro che potesse garantire la sopravvivenza. Se poi le donne erano sole e anche madri, allora la questione diventava davvero complessa. Se erano sposate, le donne, in Inghilterra, rischiavano di perdere il soggetto politico, poiché erano riconosciute insieme al marito, come unità. I figli erano primariamente legati al padre, in seconda sede alla madre.
Come ha scritto un professore illustre di Oxford, William Blackstone in Commentaries on the Laws of England (1758): «Il marito e la moglie per la legge sono una sola unità di persona, in solido con il marito ne condivide l’ala protettiva».
In questo contesto Mary Wollstonecraft, filosofa e giornalista nata a Spitalfield nel 1759, scriveva delle pagine rimaste impresse nella storia dei diritti delle donne: A Vindication of the Rights of Woman (1792). In queste pagine prendeva un’importante posizione, mettendo in rilievo che – le donne e gli uomini – necessitano di un percorso educativo comune, perché sono entrambi esseri umani e come tali devono essere trattati.
Il suo pensiero era senza dubbio originale, nato da una fortissima spinta individualista di tipo libertario, seppure nato da un contesto complesso, in parte influenzato dai pensieri liberali di Locke, in parte dalla pedagogia di Rousseau, ma specialmente spinto dalle mire dei Radicali e dei Dissenzienti inglesi, che grazie all’editore libraio londinese Joseph Johnson trovarono in Wollstonecraft un punto di riferimento, specialmente per quanto riguarda la scrittura di un libretto di tipo educativo, il compendio Thoughts on the Education Of Daughters (1787).
Il gap che persisteva nello stile educativo tra maschi e femmine consisteva – oltre che in una proposta di educazione separata per classi, generi – in un percorso completo per i primi, in un percorso sostenuto dall’autoeducazione e dall’educazione famigliare, per le seconde. Questo rendeva impossibile, per una donna di classe medio bassa, raggiungere buoni livelli di preparazione; donne ricche e aristicratiche o nobili avrebbero fruito di precettori privati, specializzate in determinate materie, perfettamente all’oscuro rispetto alle scienze, alle matematiche e alle tecniche.
Le donne della Wollstonecraft hanno fatto da apripista, perché ha inspirato alla sana libertà, alla giustizia, ai diritti umani, all’individualismo sano che realizza le aspirazioni e le capacità di ciascuna persona, donne incluse.
L’idea conclusiva della Wollstonecraft consiste in una proposta di riforma triplice: scolastica, sociale e politica, dove la competenza, la partecipazione e la rappresentanza fanno da baluardo del diritto. Il tutto senza perdere un centimetro di femminilità, nonostante i crudeli attacchi a lei fatti: «There is certainly an original defect in my mind, for the cruelest experience will not eradicate the foolish tendency I have to cherish, and expect to meet with, romantic tenderness».
Lei stessa, per prima, si è impegnata, al fine di proporre un modello alternativo di donna, che si applica nelle professioni dette liberali, che si dedica alla vita privata e al lavoro come professionista, grazie alle competenze maturate e non per abitudine o tradizione.
I contemporanei non sempre hanno riconosciuto il suo valore, è spesso stata oggetto di attenzioni opposte molto forti, come accade per tutti coloro che hanno un pensiero deciso e di frattura; tra amore e odio la Wollstonecraft ha avuto successo specialmente a partire dal 1818 grazie alla prima Enciclopedia sulle storie delle donne, edita da Hannah Mather Crocker e grazie a scrittrici del calibro di jane Austeen e Virginia Woolf, che l’hanno ricordata e celebrata. E’ stata quindi considerata da studi recenti, come lo studio intersezionale di Eileen Hunt Botting e recentemente, dagli anni sessanta agli anni duemila, la sua letteratura è effettivamente diventata oggetto di studio accademico, partendo dai circoli liberali e libertari degli USA, per approdare in tutta Europa, grazie a studi come quelli effettuati da Virginia Sapiro e da Miriam Brody Kramnick.
La libertà economica è la libertà politica: i principi semplici e chiari di Mary Wollstonecraft sono concettualmente di buon senso e, per la maggiore, nel tempo, in Europa, sono diventati effettivamente legge.
Martina Cecco