Nella 257esima serata di Lodi Liberale è stato presentato il libro di Antonio Rosmini “Filosofia della politica“, pubblicato da Edizioni Cantagalli, insieme a Raimondo Cubeddu (Senior Fellow dell’Istituto Bruno Leoni), Fernando Bellelli (Dottore di ricerca in Teologia fondamentale e in Scienze umanistiche all’Università di Modena e Reggio Emilia) e Markus Krienke (Professore di Filosofia moderna ed Etica sociale presso la Facoltà di Teologia di Lugano).
CATTOLICESIMO E LIBERALISMO SONO COLLEGATI?
“Le scuole liberali, libertarie e liberiste sono spesso confliggenti tra loro, ma questa è anche la bellezza di una grande famiglia il cui pensiero non è dogmatico. E’ importante diffondere, far discutere e far conoscere questo tipo di pensiero. In questi giorni abbiamo visto il caso del professor Marco Bassani, che si è dimesso da insegnante di Filosofia Politica, dopo oltre 20 anni di carriera, visto che fu sospeso con privazione di stipendio per un mese, grazie a una legge fascista.” Il presidente dell’Associazione di Lodi Liberale Lorenzo Maggi ha introdotto la serata facendo riferimento ai punti fermi dell’associazione.
“Il liberalismo è fondato sulla persona e sull’individuo: in un paese in cui il liberalismo viene malvisto dalla maggior parte dei mainstream, crediamo che fare questo lavoro di ricostruzione di maestri del pensiero sia assolutamente importante.”
IL LIBRO CHE OGGI SI PRESENTA
“Il libro che presentiamo oggi è stato pubblicato qualche anno fa, l’autore è una persona che ha compiuto studi in diversi ambiti, da censurato è stato infine beatificato, la sua vicenda personale è molto complessa. In questo testo si introducono alcuni capisaldi del pensiero che sono del tutto legati al liberalesimo rosminiano. L’autore parte dalla volontà di tutelare la ricerca della felicità, il diritto all’appagamento morale inalienabile, come diritto e dovere di una persona, che dovrà essere autore del proprio bene.”
IL CRISTIANESIMO COME ANIMA VITALE DELL’OCCIDENTE IN ROSMINI
“La mia presenza editoriale è inserita nella collana curata dal prof. Cubeddu: il mio lavoro è una selezione ragionata di alcuni passi scelti trascritti in italiano corrente, motivata dal fatto che Rosmini è da considerarsi uno dei personaggi più significativi della modernità e quest’opera e quest’autore possono essere senza dubbio citate come tra le più influenti del suo tempo.” L’autore dell’antologia Fernando Bellelli ha messo in evidenza che la selezione dei testi mette in evidenza che, riguardo alla Dottrina Sociale della Chiesa, da un lato il pensiero di Rosmini è stato marginalizzato, dall’altra con benedetto XVI è stato rimesso al centro dell’attenzione. “L’opera ha l’intenzione di rendere fluido l’italiano di Rosmini, tra gli obiettivi della curatela c’è anche quello di mettere in evidenza alcuni dei temi cruciali di Rosmini.”
L’APPAGAMENTO MORALE
“Il pensiero politico di Rosmini può ricevere nuovo slancio nella messa in dialogo tra filosofia politica, teologia, pedagogia, filosofia morale, gnoseologia e diritto. L’amore per la verità e la verità dell’amore è propria di ogni persona, per cui la propria stessa libertà trova soddisfazione solamente se la società civile tutela la libertà religiosa, dal punto di vista sociopolitico e rende possibile per la persona – nella singolarità della rivelazione cristiana cristologica – articolare il rapporto tra appagamento morale umano e la beatitudine della Gerusalemme celeste.” Lo scrittore Fernando Bellelli ha curato diversi incontri incentrati sul dibattito corrente relativo alla secolarizzazione, che parte da Agostino, passando per Tommaso e si sofferma sul Rosmini, alla luce del passaggio cruciale dell’occidente.
LA LIBERTA’ NON DISPOTICA DEL ROSMINI
“Il tema sollecitato da Bellelli, tra politica e cristianesimo, è importante perché in Rosmini si mette in luce anche la problematicità delle scelte umane, quando lo stesso Rosmini si occupa dell’appagamento umano, quando si riferisce ai desideri dei cittadini, degli esseri umani, in un movimento spontaneo che coincide con il progresso sociale, cioè lo sviluppo virtuoso di una politica liberale, che secondo Rosmini necessita, comunque di alcuni principi morali. Rosmini mette il Cristianesimo in una posizione così prestigiosa nella filosofia politica o lo mette in secondo piano? Il Rosmini è certamente interessato a una libertà fondata su principi morali, ma ritiene che nella macchina sociale, il diritto sociale e il diritto dell’uomo, devono essere unte dall’olio della morale obbligazione e dal grasso della virtù: in questo modo, unendo i due principi, nella società post rivoluzionaria francese, non focalizza così tanto sulla logica della costituzione della società. Rosmini vede la somma cagione della fortuna o della ruina delle società: vede nel Cristianesimo una forza che evidenzia la centralità e l’importanza dell’individuo in rapporto alle masse, per un individualismo democratico, dove le libertà moderne, se non sono frenate dalla morale e dal diritto, schiacciano la persona con le pretese delle promesse moderne.” Il professor Krienke ha spiegato che il Rosmini vede nelle moderne libertà una mancanza di indirizzo, per cui non realizzano il bene vero dell’essere umano.
“La democrazia moderna non è automaticamente libertà dal dispotismo, perché il dispotismo democratico consiste nell’imposizione di una parte sull’altra, la tirannia della maggioranza toquevilliana o la manifestazione del singolo come dispotismo: le democrazie hanno principi di maggioranza e di popolo, dove il meccanismo, da solo, non potrebbe funzionare se non in riferimento a un popolo astratto.”
UNO SCHEMA CHE ANALIZZA LE SOCIETA’ NELLA LORO INTERA DINAMICA ASCENDENTE E DISCENDENTE
“La società moderna, per Rosmini, è tale perché garantisce a tutti i cittadini un livello e una realizzazione della giustizia maggior e migliore rispetto alle precedenti.” Krienke ha quindi evidenziato come alla parte giuridica dei diritti dei singoli individui, si deve associare una politica che si lega al progresso della civile proprietà, verso un maggior appagamento che senza morale porta a dinamiche distruttive come populismo, consumismo e come imposizione sulla questione del bene delle singole persone per il proprio bene.”
COME SI FORMANO LE CONVINZIONI POLITICHE
“Nella terza parte il Rosmini parla del dinamismo tra la massa e gli individui: qui, in molte pagine, il Rosmini, parla di concetti della società che sono flessibili anche per essere adattati alla società odierna, egli ha certamente un’idea di élite che si distingue per la capacità e gli esempi che poteva dare.”
LA TOPOGRAFIA DEL CUORE UMANO
La sua idea di democrazia sana era molto diversa da quella comunemente intesa. Il punto di vista rosminiano non è legato ai gruppi di influenza, ma resta un pensatore che si riferisce prevalentemente alla posizione degli individui nella società, ovvero liberale.
Rosmini è un cattolico liberale, che lega il suo essere liberale a un ethos, a una prospettiva di giustizia che si lega alla finalità morale della persona a priori rispetto ai suoi desideri: in questa prospettiva antropologica è forse il principale esponente del cattolicesimo liberale.
Il professor Cubeddu ha sporto la solidarietà al professor Bassani che è stato colpito dalla sua stessa facoltà a Milano, nei confronti di uno studioso che potrebbe aver semplicemente assecondato la vanità dei social senza voler offendere nessuno.
UNA RISPOSTA CRISTIANA AL PENSIERO POST RIVOLUZIONARIO
“Ho realizzato quello che era un mio quasi sogno, che è diventato impellente quando visto in una pubblicazione di Esposito sulla Filosofia Politica, dove mancava Rosmini: egli è un grande filosofo sistematico. Nella sua Filosofia Politica non viene considerata molto la questione delle Costituzioni, ma è comunque una sistematizzazione completa che, in Italia, è forse la migliore. Ha inoltre anche il merito di aver prodotto a distanza di 300 anni un argomento di riflessione giuridica, sociale ed economica da parte del pensiero cattolico, che da tempo non proponeva nulla di paragonabile rispetto all’altezza degli autori della tarda scolastica. Seppur in contro tendenza rispetto al pensiero post rivoluzionario dell’epoca, egli si confronta con la deriva della modernità.” Il professor Cubeddu ha parlato della necessità del Rosmini di confrontarsi con il pensiero derivato dalla rivoluzione, forte della sua posizione del cattolicesimo romano.
“La genialità di Rosmini è che andava svolto seriamente e preso in considerazione quello che alcuni autori avevano detto, ben lontano dalle banalità, perché tutto il pensiero a cui si riferisce Rosmini è precedente il 1830, l’esperienza, invece, era posteriore, per cui il suo merito è di essersi informato per capire come erano state pensate le rivoluzioni.” Il professor Cubeddu ha messo in evidenza che Rosmini tiene sempre in conto la limitatezza dell’uomo, che con la Dottrina Cristiana offre una via di uscita. Secondo Rosmini le società che sono state illuminate dal Cristianesimo vanno avanti da secoli, tra cambiamenti, traumi e riprese. Allo stesso modo in cui la Chiesa si è ripresa dall’epoca napoleonica, allo stesso modo le società cristiane, in generale, sono capaci di reinventarsi e di ricrearsi nonostante tutto.
I LIMITI DELL’UOMO E IL CRISTIANESIMO NELLA SOCIETA’ MODERNA
“A un certo punto serve evidenziare che questa è la spiegazione che Rosmini si dà, alla luce delle cose: nonostante attualmente si stia assistendo alla scomparsa del Cristianesimo” Secondo Cubeddu esso non è sufficientemente adeguato per quanto riguarda la questione dell’economico e attualmente non incarna gli ideali della società contemporanea. Secondo Rosmini la Chiesa non ha reagito alle rivoluzioni con prontezza. Questi argomenti rosminiani non sono indifferenti, perché anche nel contemporaneo non ci sono affinità semplificabili tra i valori che servono alla società e i principi cristiani tradizionali. La chiesa secolarizzata è venuta meno rispetto ai suoi doveri politici e sociali, è scomparsa e non conta più nulla, secondo Cubeddu i limiti dell’uomo sono all’origine di questa situazione.
Sono intervenuti nel corso della serata, dal pubblico, Francesco Civili, Roberto Bolzan, Bernardo Ferrero e Guido Guastalla.
Martina Cecco