De Molinari: la società del futuro, Lodi Liberale

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Nella 251esima serata di Lodi Liberale è stato presentato il libro di Gustave De MolinariLa società del futuro“, pubblicato da Sapere Aude, insieme a Carlo Lottieri (Professore di Filosofia del diritto presso l’Università di Verona), Nicola Iannello (Giornalista e Fellow dell’Istituto Bruno Leoni) e Alessandro Giuliano (Traduttore del libro).

La serata di oggi era incentrata su un classico del pensiero liberale: il motivo per cui è stato presentato questo volume è perché il dibattito in Italia è poco incentrato sui classici del pensiero liberale, ma alcune case editrici italiane hanno deciso di spendersi per la pubblicazione di questi autori.

Il testo di oggi è stato scritto da un economista belga, in qualche modo legato a Pareto: che è stato una sorta di liberista integrale; una sorta di proto libertario ante litteram, liberista coerente e molto noto anche in Italia. Poi lentamente si è oscurato nelle accademie e grazie ai liberali rimasti è stato fatto un enorme sforzo per recuperare il patrimonio letterario di questo autore. Una parte delle opere è stata curata e tradotta dai presenti in serata. Il presidente di Lodi Liberale Lorenzo Maggi ha introdotto la serata.

Il testo della società del futuro è una sorta di tentativo di ricostruzione della nascita del governo e dei vari tipi di interazione umana che, dalla preistoria, ha spiegato come mai nel tempo la concorrenza si sia trasformata da lotta animale, a lotta guerresca a lotta politica. Questa teoria della nascita dello Stato è molto diversa rispetto a quella del contrattualismo, ma una sorta di acquisizione del potere da parte dei più forti, dei più meritevoli e dei più furbi.

Con il progredire degli stati la sfida diventa commerciale e qui lo Stato non dovrebbe più ostacolare l’economia, perché essa lavora al posto di altre situazioni. Il lassez faire governa le leggi dello Stato che governano in modo sano la società e le interazioni tra gli uomini.

In questa impostazione possono esserci alcuni aspetti non condivisibili, ma in linea di massima è importante dire che questo autore crede fermamente nella libertà e ipotizza per primo nella storia una produzione privata della sicurezza. Questa è stata la fonte primaria di ispirazione di Rothbard.

SICUREZZA E SOCIETA’

“Le sue posizioni innovative ed estreme sono state sin dal principio assunte con prudenza anche all’interno del circolo di cui De Molinari ha fatto parte – ha detto Alessandro Giuliano – questo autore va riscoperto e conosciuto. Mi piace partire da una citazione del compianto Franco Volpi, che disse che vi sono pietre preziose di autori sconosciuti che sono in grado di illuminare i contemporanei. De Molinari è sicuramente una di queste pietre preziose. Nato a Liegi, vive la maggior parte del suo tempo in Francia. E’ un economista, giornalista e pubblicista. In questo contesto conosce Bastiat e il liberalismo.”

“Vive una vita molto lunga, muore nel 1912 e in questo volume sono raccolti due testi che segnano due tappe diverse nel percorso filosofico di De Molinari. La produzione della sicurezza è scritto alla fine del decennio del 1840, poi nel 1892 scrive la società del futuro e in questo lungo periodo il pensiero si è molto evoluto.”

IL PRIVATO NELLA GIUSTIZIA

“Se lo Stato deve intervenire meno nella vita degli individui dal punto di vista economico, ad esempio togliendo i monopoli, come mai non possiamo farlo mettendo in discussione quello che è il monopolio fondante dello Stato, cioè la produzione della sicurezza, della difesa e della giustizia? Nessun liberale si era spinto a tanto. De Molinari prefigura dei corpi di polizia e di sicurezza privati.”

“Lo stesso vale per la giustizia, nella società del futuro cita il passaggio della Società delle nazioni di Adam Smith dove si parla della concorrenza prima dello stato nazionale. Questo genera alcuni malumori all’interno dei liberali francesi, i rapporti non si ricuciranno mai del tutto con Bastiat.”

“Nella società del futuro, invece, sconfessa alcune posizioni proto anarco capitaliste sulla produzione privata della sicurezza e della giustizia. Sembra essersi rimesso sulle critiche di Bastiat. Tornando nella posizione di un liberale classico. Ma principalmente colpisce la modernità del sistema mondiale dove vede molti stati che comprendono come sia poco profittevole il protezionismo, abbracciando una posizione che favorisce il libero scambio pacifico di merci tra stati. Da questo punto di vista è stato molto attuale.“

“De Molinari arriva a queste conclusioni con una riflessione molto metodica, in cui il testo si divide in due parti: la parte critica dello Stato in guerra e la situazione dello Stato commerciale.”

UN AUTORE FONDAMENTALE DEL PENSIERO LIBERALE

“Rivedendo dopo molto tempo De Molinari, debbo dire che, pur essendo sparito dai nomi che circolano tra i liberali, i germi piantati da De Molinari hanno dato frutto – ha detto Nicola Iannello – il suo nome comunque compare e resta presente nella storia del pensiero liberale.”

“Il liberalismo francese è stato forte nel collegamento con Adam Smith, e poi Frederic Bastiat e gli altri: sostengono i diritti naturali, la proprietà privata, un governo limitato o addirittura privatizzato, assegnato a cittadini o individui in regime di concorrenza.”

LA PUBLIC CHOICE

“Leggendo nelle pagine di questo libro della società futura si nota come De Molinari metta al centro dell’attenzione l’individuo e la concorrenza. Tutta l’insistenza che c’è sulla parola concorrenza è legata alla concorrenza del mercato economico.”

“In De Molinari c’è il pacifismo, che non è qualcosa di accessorio, un orpello, un’aggiunta. E’ pacifista perché è liberale ed è liberale perché è pacifista. I liberali francesi erano profondamente pacifisti, antimilitaristi e anti colonialisti. Nelle sue pagine si trova molto positivismo, il mito del progresso, di un secolo di cambiamenti. Il pacifismo è una componente essenziale del liberalismo.”

“Le nazioni possono arricchirsi senza pesare sulle altre nazioni: la differenza tra la guerra e il commercio è che il commercio non rende poveri e schiavi i meno sviluppati. Quando i conquistatori comprendono che il nemico è meglio mantenerlo a servizio che ucciderlo, inizia a cambiare il paradigma della ricchezza e del potere delle nazioni. La schiavitù fu una forma iniziale di scambio. In seguito il commercio. Qualcosa di De Molinari – ha detto Iannello – è rimasto, perché il suo contributo ha determinato la nascita di molte altre realtà che si occupano in seguito di democrazie rappresentative.”

UNA QUESTIONE DI COSCIENZA

“Se tra concorrenza e monopolio l’economista sceglie il commercio non è facile che poi si possa trovare una risposta nel monopolio dello Stato: non tutti gli economisti sono dello stesso parere. Non è un argomento solo economico, ma anche politico e di coscienza personale.” Carlo Lottieri ha presentato una carrellata di autori che oscillano tra il liberalismo, il libertarismo e l’anarchia.

“La libertà è un elemento di questa struttura concettuale, dentro un quadro essenzialmente utilitarista e positivista.” Se si pensa a come sono state pensate le Serate di Saint Lazar troviamo già tutto.

“Nell’epoca spesso il temine economista era utilizzato come sinonimo di liberale, ma c’è anche quest’idea di fiducia assoluta nella scienza che prelude a un certo scientismo in De Molinari, molto naturalistico, molto legato al materiale dell’economia francese del metà ‘800.”

“In De Molinari la visione non è basata su Locke ma su Smith.”

“Gli economisti quando si trovano a discutere con un filosofo morale, si riconoscono come utilitaristi, ma l’economia classica non è solo caratterizzata dall’utilitarismo, ma anche comporta – lo si vede bene – un’ipoteca sull’idea di valore che è molto forte. Questo nasce da un percorso intellettuale.”

Martina Cecco

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