65 anni di Rivoluzione cubana nel segno dei diritti sociali, dei diritti civili e del diritto alla salute per tutti

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Il 1 gennaio 1959, al termine della Rivoluzione cubana che portò alla nascita della Repubblica Socialista di Cuba, il leader Fidel Castro affermò: “Questa volta, fortunatamente per Cuba la Rivoluzione arriverà davvero al potere. Non sarà come nel 1895 quando gli americani sono venuti e hanno preso questo. Sono intervenuti all’ultimo minuto e poi non hanno nemmeno fatto entrare Calixto Garcia che aveva combattuto per 30 anni, non hanno voluto che entrasse a Santiago de Cuba. Non sarà come nel 1933 quando il popolo ha iniziato a credere che si stesse facendo una rivoluzione, è arrivato il signor Batista, ha tradito la Rivoluzione, ha preso il potere e ha instaurato una dittatura per 11 anni. Non sarà come nel 1944, anno in cui la folla si infuocò credendo che finalmente il popolo fosse arrivato al potere, e quelli che sono saliti al potere furono i ladri. Né ladri, né traditori, né interventisti. Questa volta sì che è la Rivoluzione”.

E così fu, tanto che, nella Cuba di oggi, con un socialismo rinnovato, che promuove fortemente diritti sociali al fianco di quelli civili, si celebra il 65esimo anniversario di quella storica Rivoluzione, che solo un insensato, ideologico, razzista e crudele embargo imposto dagli USA e dal loro spirito guerrafondaio, ha continuato a osteggiare in tutti questi anni.

Il Presidente di Cuba, Miguel Díaz-Canel, nel suo discorso di fine anno, infatti, ha affermato: “Il 2023 finisce ed è come se fossimo arrivati in cima ad una montagna altissima, lungo sentieri tortuosi. Come tante volte in 65 anni, la salita è stata ardua e a volte siamo dovuti tornare indietro. Ma siamo arrivati.

Sulla via dell’ideale socialista, come ci hanno insegnato Fidel e Raúl, arrivare è vincere, consapevoli che ogni traguardo è un nuovo punto di partenza (…). Oggi tutto sembra più difficile che mai a causa dei lunghi anni trascorsi a sostenere il peso criminale di una politica di recinzioni e sanzioni che sembra infinita nella sua crudeltà. Ma noi rivoluzionari non siamo arrivati prima di questo 65° anniversario per arrenderci e consegnare le bandiere. (…) il segreto della Rivoluzione per sostenersi di fronte a tutte le avversità è stato la partecipazione popolare a una storia unica di resistenza e creatività, con una leadership ferma e un insieme di principi come base. (…) La Rivoluzione non è l’opera di un giorno, di un anno e nemmeno di 65 anni. È un’idea, una volontà.

Questa è la Rivoluzione. Non siamo soli. Siamo tutti noi insieme, a conquistare cose impossibili. E lo faremo”.

A guidare le celebrazioni per il 65esimo anniversario della Rivoluzione, nella parte orientale di Santiago de Cuba, oltre al Presidente Diaz-Canel, anche l’ex Presidente e leader rivoluzionario Raul Castro, 92 anni.

Raul Castro, nel suo discorso, rinnovando il sostegno al suo successore Diaz-Canel, ha affermato, fra le altre cose: “So che esprimo i sentimenti della generazione storica ratificando la fiducia in coloro che oggi ricoprono la responsabilità della leadership del nostro partito e del nostro governo”.

Il Presidente Diaz-Canel, nel suo discorso in occasione della celebrazione, ha affermato, fra le altre cose: “Questa Rivoluzione è, innanzitutto, un atto libertario di proiezione continentale che non solo ha liberato il Paese da una dittatura servile, repressiva e corrotta, ma ha anche sciolto ben presto i nodi della dipendenza economica dalle multinazionali yankee e liquidato le espressioni più crudeli della condizione umana. Sfruttamento, che si era naturalizzato nella società cubana, come il lavoro minorile, la prostituzione o la semi-schiavitù degli immigrati haitiani”. Ed ha ricordato – oltre alle riforme economiche e sociali portate avanti dalla Rivoluzione – anche il forte contributo sanitario dato da Cuba al mondo, in tutti questi decenni.

Questa è la Rivoluzione che, dopo aver perso 3.000 medici a causa di un esodo politicamente indotto negli anni ’60 – ha affermato Diaz-Canel – ha costruito uno dei sistemi sanitari più formidabili e prestigiosi del nostro tempo e che oggi conta mezzo milione di lavoratori a tutti i livelli, che garantiscono una copertura universale e assistenza gratuita per tutti gli uomini e le donne cubane.

Allo stesso tempo, durante questi sei decenni, hanno collaborato 600.000 professionisti della salute cubani in 165 paesi. E più recentemente, durante il periodo della pandemia di COVID-19, circa 3.000 membri del contingente Henry Reeve hanno fornito servizi in 40 di essi”.

Cuba e la sua Rivoluzione socialista, in sostanza, salvano.

Gli irresponsabili governanti di USA e UE, invece, riducono i bilanci alla sanità e all’istruzione pubbliche e diffondono – nel mondo – una cultura fondata sulle armi, il neo-colonialismo e insensate sanzioni a tutti i Paesi che la pensano diversamente da loro.

Da una parte, in sostanza, la razionalità e il pragmatismo del socialismo. Dall’altra la follia e ignoranza del liberal-capitalismo, insana e insensata ideologia che si è diffusa, purtroppo e drammaticamente, in particolare, dal 1993 ad oggi.

Luca Bagatin

www.amoreeliberta.blogspot.it

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