“Non diamoci del tu, la separazione delle carriere” a Lodi Liberale

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Nella 236esima serata di Lodi Liberale è stato presentato il libro “Non diamoci del tu. La separazione delle carriere”, pubblicato da Rubbettino Editore, insieme a Giuseppe Benedetto (Presidente della Fondazione Luigi Einaudi), Guido Salvini (Magistrato), e Angela Maria Odescalchi (Presidente dell’Ordine degli Avvocati di Lodi) e Lorenzo Maggi (Presidente di Lodi Liberale).

Il presidente di Lodi Liberale ha ricordato che l’associazione ha ormai superato i 10 anni di attività e che questo è motivo di grande orgoglio. Nonché ha sottolineato che nel proseguo dei mesi le attività dell’associazione sono state implementate parecchio e si sono ormai divisi almeno tre tipi di incontri, tra in presenza e via zoom, ma specialmente si sono organizzate delle sezioni: classici, attualità e statisti liberali, che stanno avendo notevole successo. Anche la serata in oggetto ha avuto una partecipazione superiore a ogni ragionevole aspettativa.

L’argomento non è nuovo per chi segue la serate di Lodi Liberale, nel suo ambito è un lite motive che con questo libro torna in argomento, spiega l’importanza della tematica della divisione delle carriere, della certezza della pena e dei processi in tempi ragionevoli, dove ci sono le diverse parti, tre, che non dovrebbero interagire o avere lo stesso tipo di carriera, altrimenti si crea commistione.

DIVISIONE DELLE CARRIERE SIGNIFICA AUTONOMIA DI DECISIONE

“Da circa 30 anni, quando va in onda il telegiornale delle 8, spessissimo, quasi sempre, tranne che i fatti eclatanti, vediamo il PM forte e potente che annuncia, forte della sua carica, gli arresti dei nuovi criminali, con alti numeri. Gli italiani, sentendo questo, non comprendono come mai sia un Giudice a parlare di arresto: qui iniziano i nostri guai, quel signore che sostiene di aver arrestato qualcuno ha chiesto al GIP di indagare per arrestare qualcuno e pochissimi verranno a sapere quanti realmente avranno la conferma degli arresti richiesti. Dalle omonimie al resto, una funzione sostitutiva di altre cose, con questi arresti prepotenti, quando i Giudici godono del loro potere al posto di soffrirlo, vengono poi giudicati, come diceva Sasha.”

NESSUNO MI PUO’ GIUDICARE

Giuseppe Benedetto ha spiegato come hanno chiesto con la Fondazione Einaudi e la Unione delle Camere penali di occuparsi di una legge per la separazione delle carriere. La procedura ha una sua complessità, si potrebbero, ad esempio, creare due diversi CSM, tuttavia ancora nonostante le audizioni, ci sono dei progetti presentati che sono simili alla proposta precedente.

“La pronuncia referendaria non è stata fatta sulla separazione delle carriere, quindi non è stato fatto un vero referendum.”

“Funzionari dello Stato che hanno un ruolo importantissimo: quando si scopre che la valutazione finale dei Magistrati e delle Commissioni è favorevole al massimo, si sta offendendo l’intelligenza degli italiani, perché i Magistrati che si trovano nelle fasi del processo con una debacle, ecco che allora bisognerebbe cambiargli la postazione, perché non è possibile che un PM sollevi tale disagio che poi finisce così. Vada a fare le fotocopie!”

UNA RIFORMA INELUDIBILE

Non le ha mandate a dire l’autore del libro, visto che tutti gli indicatori chiamano la Riforma, ma in Italia non si sta facendo ancora nessuna Riforma, ma allora come mai siamo in questa condizione? Qualche dubbio viene, non è una cosa così difficile da comprendere e da capire.

“La separazione dei palazzi è indispensabile e necessaria, ci sono tribunali, ad esempio a Bergamo, dove è stato messo in pratica il modello di divisione fisica degli ordini e di separazione di cariche e ha funzionato.”

 

“Benedetto ha scritto un libro colto, di livello universitario, in cui racconta tutta la storia dalle epoche passate, dei sistemi giuridici, parlando del codice riformato, con i passaggi indecisi della Corte costituzionale, da prendere quasi come libro complementare nei corsi universitari. In questo senso è un libro molto meritevole, non saprei aggiungere molto di più rispetto a quanto scritto. Ho tuttavia qualche osservazione che deriva dalle mie esperienze personali.”

Salvini ha spiegato come sia fondamentale che i poteri siano divisi e che la stampa sia pure, per il suo, messa in condizioni diverse. Gli avvocati non lo capiscono fino in fondo, perché la divisione di due concorsi è inutile e porterà dei danni, ma la riduzione del potere è necessaria e quindi servono due CSM.”

“Il reclutamento non adeguato segue il Concorso, la laurea in Giurisprudenza senza esperienza non è un buon presupposto, ma è evidente che il Concorso fatto da un neolaureato andrà bene. A 26/27 anni, i ragazzi di buona famiglia che prendono la strada della Magistratura, non hanno alcuna esperienza e quindi hanno un potere senza limite di giudicare tutti su qualsiasi aspetto della vita.”

“Quando leggiamo delle vicende di attualità e delle vicende delle personalità coinvolte in precedenza, si tratta evidentemente di parlare di proposte, persone che si incontrano tendono a non farsi notare insieme.

“Nel libro di Benedetto il GIP viene riassunto come un passacarte, in realtà in parte non è giusto dare un giudizio così demolitorio, tuttavia c’è un altro problema molto importante: dopo Mani Pulite le cose sono cambiate. All’epoca il problema era che il PM sceglieva il GIP. Nello scorso anniversario di Mani Pulite hanno ricordato che tutti i capi di presunta corruzione di qualsiasi tipo, persone che non era unite, giravano anche mazzette.”

 

“L’argomento su cui siamo sempre più fragili è il perché no, cioè il ragionamento per cui le risposte sono sempre in una certa scarsa fiducia nella capacità di avvocati di essere e di meritare il ruolo di parità, perché la risposta è che gli avvocati si muovono nell’interesse di una sola parte, mentre il PM si muove dalla parte della Giustizia. L’attuale Ministro Nordio definisce ossimoro, tranello verbale, la’rticolo 358 di Codice di Procedura penale, dove il PM dovrebbe essere obbligato a raccogliere le prove per la parte, che il difensore non fa, chiaramente. In questo libro, per superare questo ragionamento, si parte lontano nel tempo, dove lo Stato è l’unico autorizzato all’uso legittimo della forza. Il cittadino si confronta con lo Stato proprio nel processo, che è un momento di antitesi e di sintesi tra Stato e Cittadino stesso, che può essere fruitore o giudicato.” La presidente Odescalchi ha presentato il suo ordine parlando dei punti forti e dei punti deboli del sistema giudiziario italiano.

 

 

“L’argomento cu cui dobbiamo ragionale è la base, cioè analizzare il rito inquisitorio, non solo quello accusatorio. Nel primo caso si cerca le verità assoluta, nel secondo caso la verità processuale, che non sempre possono coincidere. Ci rendiamo conto che non sarebbe sensato pensare che il PM segua solo l’interesse di una parte, ma dovrebbe tendere a fare quello che fa ogni indagatore, cercare smentite e contraddizioni nella tesi. Questo è l’argomento fondante.”

A cura di Martina Cecco

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