Arnaldo Piero Carpi, in arte Pier Carpi, emiliano, nato nel 1940.
Scrittore, giornalista, regista, poeta, fumettista dimenticato, che personalmente trovo una delle menti e delle penne più brillanti del Novecento e infatti, di lui, ho scritto moltissimo, anche nei miei saggi a carattere esoterico (si veda in particolare il mio saggio “Universo Massonico”, pubblicato da Bastogi nel 2012).
Pier Carpi, che fu fine studioso di esoterismo, misteriosofia, teosofia e massoneria, iniziò la sua carriera come fumettista ed è probabilmente noto alle nuove generazioni grazie al fatto che la Sergio Bonelli Editore – pregiatissima casa editrice di fumetti quali Tex, Dylan Dog, Zagor e Martin Mystere – ha ripubblicato di recente, nella collana “Le Storie”, un paio di sue opere fumettistiche, quali “Gli strangolatori” e “Il serpente d’argento”.
Opere, anch’esse, intrise di Storia, mistero, avventura e esoterismo.
Pier Carpi fu peraltro, negli Anni ’70, fine regista di film a sfondo esoterico quali “Cagliostro”, – con protagonista il grande attore jugoslavo Bekim Fehmiu e alla cui sceneggiatura collaborò Enrica Bonaccorti – tratto dal suo ottimo e omonimo saggio, nel quale riabilitò la figura di questo mago fatto ingiustamente passare – dall’Inquisizione cattolica – per un imbroglione. E poi “Povero Cristo”, nel quale recitò un ancora sconosciuto e giovanissimo Mino Reitano e “Un’ombra nell’ombra”, horror esoterico nel quale recitarono, fra gli altri, Anne Heywood e Valentina Cortese, oltre che il mio carissimo amico Peter Boom, che peraltro fu collaboratore del mio primo blog e fu attivista dei diritti civili dagli Anni ’60 sino alla sua morte, nel 2011.
Pier Carpi fu ingiustamente criticato e soprattutto gli fu a lungo impedito di lavorare solo perché amico di Licio Gelli, Mastro Venerabile della Loggia massonica Propaganda 2 del Grande Oriente d’Italia. Pier Carpi dimostrò, peraltro, in due approfonditi saggi (“Il caso Gelli: la verità sulla loggia P2, parla Licio Gelli con documenti inediti” e “Il Venerabile”) – come si incaricheranno i fatti e le sentenze definitive di dimostrare – che Gelli non era affatto il farabutto che i media e il mondo politico volevano far credere e che la loggia massonica P2 non era né segreta, né tramava contro alcuno, ma era formata, prevalentemente, da galantuomini (lo stesso Pier Carpi vi si trovò inserito, peraltro a sua insaputa).
Pier Carpi, nella sua umile carriera (nacque orfano, si sposò giovanissimo con la scrittrice Franca Bigliardi e visse sempre modestamente, al punto di morire completamente povero), scrisse non solo opere umoristiche e fumettistiche, ma si occupò anche di storia della magia e di figure quali Rasputin (riabilitandone la falsa “leggenda nera) e John Kennedy (dimostrando che non fu affatto un grande e specchiato leader e di ciò ne scrissi in un lungo articolo per il quotidiano “L’Opinione delle Libertà” nel 2013), oltre che della figura del Cristo in chiave spirituale, gnostica ed esoterica e delle profezie di Papa Giovanni XXIII.
Debbo dire che ho letto (e spesso riletto) quasi tutte le opere di Pier Carpi, fuori catalogo da decenni e mai più ripubblicate (purtroppo!) e ogni volta le trovo e le ho trovate illuminanti.
La scrittura semplice, ma allo stesso tempo romanzesca e avventurosa le rendono particolarmente piacevoli. Oltre che lo smontare tesi e luoghi comuni con documenti e rivelazioni troppo spesso – se non sempre – trascurate dalla vulgata e dal cosiddetto mainstream, le rendono uniche.
Recentemente ho trovato particolarmente interessante un suo romanzo ambientato durante il Risorgimento, che egli scrisse con la collaborazione di Vittorio Emanuele di Savoia, che gli fu molto amico e che, nella redazione del libro, si occupò prevalentemente della parte storica e dell’analisi dei documenti.
“Il Principe – Un romanzo del Risorgimento”, che fu edito da Sugarco nel 1971 e che volendo si può ancora reperire o in qualche libreria antiquaria, oppure su ebay, è un romanzo d’avventura, ricco di colpi di scena, ma anche ricco di aspetti storici meno conosciuti e approfonditi.
Il romanzo, ambientato fra il 1858 e il 1859, all’epoca delle trattative segrete fra Cavour e Napoleone III, affinché quest’ultimo intervenisse in favore dell’unificazione italiana, contro gli austriaci, narra la contrapposizione fra il Principe e il Ragno.
Il Principe è un misterioso cavaliere bianco di cui nessuno ha mai visto il volto, il quale sostiene la causa dell’unità d’Italia contro i tiranni d’Europa. Egli sembra quasi un essere sopranaturale, accompagnato da un falco che uccide le sue vittime. Il suo acerrimo nemico è il Ragno e la sua setta di incappucciati. Il Ragno è un uomo senza scrupoli vestito di rosso, con una maschera che reca appunto l’immagine di un ragno e, con la sua società segreta mercenaria, s’infiltra nella diplomazia internazionale e nelle corti d’Europa allo scopo di far fallire i piani del Principe, quelli di Casa Savoia, di Giuseppe Garibaldi e di Giuseppe Mazzini.
E’ sullo sfondo di questa lotta, oltre che sullo sfondo dell’epopea risorgimentale che si dipana la trama di questo suggestivo romanzo di Pier Carpi.
Romanzo nel quale vengono descritti i rituali dell’antica Carboneria, associazione segreta iniziatica i cui simboli ancestrali sono ispirati al lavoro e alla fauna dei boschi; nel quale si mescolano le trame del clero romano, le apparizioni della Madonna di Lourdes, le gesta di Garibaldi, di Re Vittorio Emanuele e Napoleone III, conoscenze alchemiche e le assurde pratiche dei conventi giansenisti ancora esistenti.
Fruttuosa e interessante la collaborazione del repubblicano dichiarato Pier Carpi e del monarchico – anche per discendenza – Vittorio Emanuele di Savoia, nelle insolite e probabilmente sconosciute vesti di co-autore. I due hanno infatti dato alla luce un romanzo particolarmente felice per tutti gli appassionati di Risorgimento, esoterismo e Storia.
Pier Carpi, morto prematuramente nel 2000 a soli sessant’anni – purtroppo dimenticato dai più – e che ho iniziato a leggere oltre vent’anni fa, non smette mai di illuminarmi con le sue opere, che meriterebbero non solo un posto d’onore nella Storia della letteratura italiana, europea e mondiale, ma soprattutto di essere ripubblicate.
Luca Bagatin