Credo che la Costituzione non sia un totem intoccabile, altrimenti non avrebbe avuto senso prevedere da parti dei Padri Fondatori un procedimento aggravato di modifica (tra le altre cose piuttosto complesso); il discorso dovrebbe invece concentrarsi sulla sostanza di queste modifiche, di quale contenuto via, via possano assumere. Non vedo, onestamente, sia a destra che a sinistra personalità in grado (e perchè no? Degne) di una tale operazione. Le ultime due grandi riforme costituzionali, quella del Titolo V e quella operata invece dal passato governo Berlusconi, sul piano dei contenuti si sono rivelate disastrose. Per fortuna almeno l’ultima in ordine cronologico non è entrata in vigore perchè rifiutata dal corpo elettorale.
Ora il Cavaliere parla di riforma costituzionale per la giustizia e viene immediatamente richiamato da Napolitano. Come al solito il PD, parafrasando qualcuno, “tamquam non esset”, con Veltroni incapace fisicamente di prendere una posizione concreta a favore o contro (l’ultima dichiarazione era più o meno la seguente “siamo contro la separazione delle carriere ma anche dalla parte del cittadino”). In questo clima di confusione generale è fin troppo chiaro che qualsiasi decisione rischia di essere dannosa.
Allo stesso modo però sbaglia chi rifiuta qualsiasi discorso riguardante anche solo un’ipotesi di riforma della Carta Fondamentale: nel corso degli anni tanti fattori hanno contribuito a rendere vecchi alcuni istituti che ora necessitano di una messa a punto. Da sempre personalmente rifiuto l’idea di “Costituzione materiale” considerandola un vero e proprio abominio giuridico troppo spesso causa di storture ordinalmentali; da troppo si assiste a modifiche tacite ed inespresse (e per questo ancore più pericolose) della Costituzione operate da diversi organi, prima fra tutti la Consulta che con una giurisprudenza troppo spesso creativa (il discorso è molto complesso ma invito chi ne abbia voglia a leggersi alcune sentenze per capire bene cosa io intenda) ha di fatto stravolto sotto alcuni aspetti molti punti della Carta. Per questo a mio avviso è sempre meglio una modifica che segua i procedimenti previsti dall’ordinamento stesso piuttosto che meccanismi non formali i quali rischiano di far saltare (come è già successo) qualunque regola costituzionale e qualunque elementare principio di divisione dei poteri.
“Il diritto è una cosa troppo seria per lasciarla solo nelle mani di giudici ed avvocati.” (cit.)