Un talk condotto da Marianna Aprile, giornalista e conduttrice televisiva con Giangiacomo Rocco di Torrepadula, artista e autore del progetto “A Postcard for Floyd. A Blind Sight Story”. Adama Sanneh, CEO e co-founder della fondazione Moleskine, attivista. Seble Woldeghiorghis, esperta di partnership e di innovazione sociale. Luca Colucci d’Amato, neuropatologo dell’Università della Campania “Luigi Vanvitelli”, esperto di neuroplasticità cellulare. Il talk sarà tradotto nel linguaggio dei segni LIS da Ramona Sala. Marianna Aprile, giornalista e conduttrice televisiva; Giangiacomo Rocco di Torrepadula, artista e autore.
Adama Sanneh, CEO e co-founder della fondazione Moleskine; Seble Woldeghiorghis, esperta di partership e di innovazione sociale; Luca Colucci D’Amato, neuropatologo dell’Università della Campania “Luigi Vanvitelli”, esperto di neuroplasticità cellulare.
A tre anni dalla morte di George Floyd, cosa è cambiato nel mondo e in particolare in Italia? Se è unanime la condanna a episodi di razzismo che continuano ad essere portati all’attenzione dei media, è più difficile passare dalla dimensione collettiva a quella individuale e personale.
A discuterne saranno mercoledì 14 giugno alle ore 18.30 presso Assab One Marianna Aprile, giornalista e conduttrice televisiva, che modererà il talk, con la partecipazione di Giangiacomo Rocco di Torrepadula; artista e autore del progetto; Adama Sanneh, CEO e co-founder della fondazione Moleskine, attivista; Seble Woldeghiorghis, esperta di partnership e di innovazione sociale; Luca Colucci d’Amato, neuropatologo dell’Università della Campania “Luigi Vanvitelli”, esperto di neuroplasticità cellulare. L’incontro sarà tradotto nel linguaggio dei segni LIS da Ramona Sala.
Accanto agli studi politici e sociali, ci vengono in aiuto le neuroscienze, per comprendere la genesi dei pregiudizi a livello individuale e soprattutto per offrire soluzioni per neutralizzarli.
L’odio e il pregiudizio attivano la parte più ancestrale del nostro cervello, che è facilissima da manipolare. La parte pre-frontale del cervello, evoluzionisticamente più recente, invece ha la capacità di elaborare meglio i fenomeni e creare le risposte più adeguate agli stimoli emotivi negativi. Ma la parte pre-frontale del cervello va allenata per vincere sulla parte ancestrale. E l’arte può essere uno strumento eccellente per scardinare gli automatismi della mente.
Il talk si inserisce nell’ambito del progetto “A Postcard for Floyd. A Blind Sight Story” di Giangiacomo Rocco di Torrepadula, a cura di Luca Panaro, in collaborazione con Chiara Ferella Falda e Pier Paolo Pitacco, in esposizione negli spazi di Assab One fino al 18 giugno, una mostra di mail art partecipativa che sceglie come mezzo espressivo una fotografia metaforica e un mezzo fisico come le cartoline, per stimolare una riflessione più profonda, partendo da noi stessi. Il progetto si inserisce nel più ampio filone di ricerca “Blind Sight”, una piattaforma di ricerca artistica e sociale sul tema del pregiudizio, affrontato a partire dal connubio tra neuroscienze e arte contemporanea.