Nella 211esima serata di Lodi Liberale in cui è stato presentato il libro di John Stuart Mill e Harriet Taylor “Sull’uguaglianza e l’emancipazione femminile“, pubblicato da Società Aperta, insieme a Annamaria Bernardini De Pace (Avvocato), Giandomenica Becchio (Professore di Storia del pensiero economico presso l’Università di Torino) e Serena Sileoni (Professore di Diritto costituzionale presso l’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli).
“Una serata con tre relatrici liberali a tutto tondo che, per il 6 marzo, celebra un mini filone all’interno di Lodi Liberale, ricordando che il movimento liberale è stato il primo movimento femminista della storia. In un’epoca in cui il femminismo è sinonimo di quote rosa, la serata si riempie di quattro saggi che hanno molto da dire all’oggi. I saggi parlano della valorizzazione delle donne.” Il presidente di Lodi Liberale Lorenzo Maggi è intervenuto introducendo la serata parlando delle situazioni in cui le donne sono ancora asservite rispetto all’uomo, come nei regimi islamici.
Nel 1946 le donne hanno avuto diritto di voto attivo e passivo; nel 1968 è stato abolito il reato di adulterio; nel 1981 è stato abolito, in Italia, il delitto di onore.
“Ciò che diamo per scontato come se esistesse da sempre, non lo è. John Stuart Mill è stato tra i primi a occuparsi delle donne e dei diritti delle donne, fuori dalla famiglia, tra gli intellettuali inglesi dell’epoca.”
“Vi sono altre leggi importati e date da ricordare che sono il 1970 con la legge sul divorzio, il 1975 per il nuovo diritto di famiglia, il 1983 con la legge per la libera scelta dell’aborto.” Bernardini de Pace ha raccontato come sin da adolescente abbia cominciato a vivere le battaglie politiche del femminismo durante la sua adolescenza e gioventù.
L’INGIUSTIZIA VERSO LE DONNE
“Nella mia famiglia erano tutti liberali, mi sono potuta iscrivere nella Gioventù Liberale e sono cresciuta come una donna fiera di essere cresciuta libera e indipendente, senza chiedere l’aiuto degli uomini. Ho letto questo libro mescolandolo con i miei ricordi.” In questo libro, ha detto, l’autore ha dimostrato di essere coerente. L’autore scriveva in un periodo in cui la donna poteva essere ripudiata, con il suo modello di contratto pre matrimoniale, presentava un ideale paritario diverso rispetto a quello che era diffuso.
IL RAPPORTO TRA UOMO E DONNA DEVE ESSERE BASATO SULL’UGUAGLIANZA
“Harriet Taylor Mill entra in conflitto con il Cristianesimo perché trova in esso delle contraddizioni che tutt’ora emergono.” Le donne dovrebbero essere in grado di arrivare a capire come giungere agli impieghi onorevoli, alla propria educazione, sottraendosi al dispotismo dell’uomo sulla donna: possono vincere da sole, nel percorso per liberarsi dall’asservimento. Questo mondo viene aperto da Mill nell’800, anche se – dopo che lui diceva questo e si erano consumate le prime battaglie indipendenti – oggi, c’è il pericolo attuale e fastidiosissimo dell’asservimento al politicamente corretto e al femminismo esasperato, che ridicolizzano quello che è stato fatto.
IL MATRIMONIO E’ UN CONTRATTO LIBERO TRA PERSONE LIBERE, PRIMA DI TUTTO
“Io insisterei sull’argomento matrimonio e divorzio, che sembrerebbe strettamente giuridico, ma è centrale come argomento economico. I saggi di cui stiamo parlando e a cui ci riferiamo è stato tradotto da Hayek che, scoperti, li pubblica curandone l’edizione, perché questo argomento, nella geometria intellettuale hayekiana, il concetto di norma è fondamentale: essa evolve, in maniera spontanea, quando una società è lasciata libera e lo Stato non entra eccessivamente nella sfera privata.” La professoressa Giandomenica Becchio ha spiegato come, nel matrimonio, un eventuale stato di subordinazione, è liberticida. Una libera istituzione è quella in cui il mantenimento in vita del rapporto è fatto da una volontà libera e l’exit, ovvero il divorzio, in questo caso, è facile e sempre possibile. Questo contratto con la disparità tra uomo e donna, a livello educativo, dove le donne per legge non potevano accedere all’Università, non era appunto garante di uguali diritti. Se alle donne era preclusa l’istruzione automaticamente erano precluse le attività più remunerative. Le donne iniziano a entrare nel mondo del lavoro in competizione con il maschio solo una volta ottenuta l’erudizione e la possibilità di entrarci.
“L’importanza di costruire il matrimonio come un contratto tra pari, diventa un argomento economico.” Becchio nel primo saggio scrive che non è la legge, ma l’educazione ed i costumi a fare la differenza. Le donne, scriveva Mill, erano educate incapaci di difendersi dal maschio. “Soltanto con l’indipendenza economica il matrimonio è un rapporto tra pari in una società libera, liberale.”
IL DIVORZIO SENZA MOTIVAZIONE, SENZA SPESA
“Mary Wallstonecraft nel libro che abbiamo commentato lo scorso anno, parlava di questi argomenti. Da lei Mill trae lo spunto.” L’intervento della Professoressa Becchio ha riguardato prevalentemente una riflessione sul concetto del matrimonio e dell’amicizia, cercando di fare il focus sul concetto di diritto dei singoli nel matrimonio, prevalentemente parlando del coniuge come socio in una relazione sempre voluta. Il terzo saggio, in particolare, parla del concetto societario nel matrimonio e della massimizzazione delle sfere separate, dove non è prevista l’uguaglianza dei contraenti, per cui secondo la saggista tradisce il diritto naturale tradizionalmente lockiano di vita, proprietà privata e libertà. Gli uomini all’epoca in cui sono stati scritti questi saggi godevano, senza ombra di dubbio, di infiniti privilegi.
Nel quarto saggio troviamo una sorta di recupero degli argomenti con un approfondimento. Quello che manca in tutti i saggi è l’insistenza su quella che dovrebbe essere la parità del maschio anche nella sfera domestica. In questi saggi, ha detto Becchio, non si pensa mai che il maschio possa occuparsi anche delle responsabilità domestiche e del lavoro di cura. L’introduzione ai saggi è stata curata da Nadia Urbinati, docente di Teoria politica alla Columbia University di New York.
GRANDI UOMINI DIETRO A GRANDI DONNE: UNA FRASE URTICANTE
“Partirei dal numero 80, sono 80 anni che separano il saggio di Mill sull’asservimento delle donne dal manifesto sul femminismo novecentesco di Simone de Beauvoir.” L’emancipazione in Italia è iniziata quando all’interno delle mura domestiche si è iniziato a considerarle pari, nonché quando le donne sono state accettate come lavoratrici nel settore pubblico: siamo molto vicini alla nostra generazione, se ci si pensa, sono date che fanno impressione. Serena Sileoni, professoressa universitaria a Napoli, ha spiegato che l’influenza che il circolo della famiglia dei due autori è stata presa dall’aperta gratitudine con cui Mill ha reso famose le loro idee nuove.
“Gli uomini hanno sempre potuto splendere grazie al fatto che all’interno delle mura domestiche erano appoggiati da donne che li supportavano. Tra i due autori, invece, è partorita anche la capacità di condividere questi pensieri e queste idee. La consonanza tra il pensiero di Mill e di Taylor è molto sfumata, tanto che fanno un tutt’uno.” Sileoni parla di come la mente illuminata e colta della moglie di Mill è stata lasciata libera di lavorare con il marito. In alcuni frangenti le sfumature si trovano, specialmente in merito al discorso sul divorzio, ma specialmente in Mill vi è il pregiudizio che donne e uomini abbiano una stessa capacità professionale e di conoscenza; ma in alcuni passaggi dice che la moglie ha il ruolo domestico e il ruolo di adornare il marito, per illuminarlo, come la sua moglie faceva con lui.
Durante la serata si è fatto riferimento alle quote rosa, tendenzialmente la cultura liberale le considera aberranti.
“Perché questo libro andrebbe letto, al di là del valore storico?” Sileoni ha sottolineato che il libro è importante per la formazione giuridica, perché quello che ci sembra scontato e naturale, non lo è, perché è l’introiezione di abitudini e di costumi. In questo saggio ci si sofferma con puntigliosità su questioni che oggi fanno ridere, ma erano argomenti che dovevano essere ampiamente e profondamente chiariti.
Martina Cecco