Nella 210ma serata di Lodi Liberale è stato presentato il libro “Libertà e giustizia economica vivono e muoiono insieme. Lettera ai “liberali distratti” e agli “statalisti ottusi”“, pubblicato da Rubbettino Editore, insieme a Dario Antiseri (Coautore del libro, Professore Emerito di Metodologia delle Scienze Sociali presso l’Università Luiss Guido Carli di Roma), Flavio Felice (Coautore del libro, Professore di Storia delle Dottrine Politiche presso l’Università del Molise) e Enzo Di Nuoscio (Professore di Filosofia della Scienza presso l’Università del Molise).
IL PENSIERO LIBERALE CLASSICO NON DIMENTICA CHI E’ IN DIFFICOLTA’
“Il pensiero liberale è un pensiero molto ricco – ha detto in introduzione di serata il Presidente di Lodi Liberale Lorenzo Maggi – ma ha un punto fermo: crede nella libertà individuale e personale.”
“Il libro che si presenta questa sera, nonostante la brevità, è molto profondo: parla della libertà e della giustizia economica: il sottotitolo è molto più esplicito.”
Gli ospiti di questa sera sono tre studiosi che hanno alle spalle delle precedenti esperienze con l’associazione: il professor Antiseri tuttavia si distingue per aver portato in Italia molti testi, molte esperienze, per avere creato una parte di organizzazione di testi della Scuola Austriaca, in Rubbettino; del resto però nella serata si parlerà anche della compatibilità tra liberalismo e cattolicesimo, tra cui principalmente la centralità della persona per il cristianesimo, che arriva poi a culminare nella Dottrina sociale della chiesa.
L’ANARCOCAPITALISMO E IL LIBERTALISMO AVVERSO ALLO STATO
“Nello Stato la società inferiore, come vicinanza alla persona, ha i suoi ruoli: nel dibattito pubblico si parla di questo, ma non di sussidiarietà orizzontale. In questa infatti si esclude l’intervento dello Stato laddove la società civile riesce a supplire.” La serata vuole essere un indirizzo per dare alcune chiavi di lettura alla società economica, per pensare a possibilità che talvolta non si contemplano.
LA RICCHEZZA ALL’INTERNO DEL MERCATO
“Liberali distratti e giornalisti ottusi: in questo libro si tratta dell’annoso problema del pensiero liberale che, concentrandosi sul concetto di libertà, non parla del concetto di uguaglianza. Eppure, anche il pensiero liberale contempla un cittadino con una uguaglianza di fronte alla legge e una uguaglianza di spazi di partenza, nonché di non limiti di arrivo. Allora, questo punto, questo nocciolo di idee, è stato uno degli argomenti su cui ci si è concentrati.” Il professor Dario Antiseri ha inoltre messo in evidenza che il Vangelo non va contro la ricchezza, ma va contro la ricchezza come idolatria di sé.
“Lo Stato ha il compito di intervenire dove non c’è giustizia, perché la non giustizia preclude la libertà, ma viceversa la libertà si realizza concretizzando la giustizia: dunque le due dimensioni sono strettamente dipendenti l’una dall’altra.”
“Il pregiudizio di cui si occupa questo libro ha due diverse facce. Il primo è quello del principio liberale come termine distante dal sentimento religioso, l’altro invece è il sentimento religioso, che si distingue per un principio sociale che vede il liberalismo come negativo. Partendo da questo doppio pregiudizio, il libro, scompone le posizioni dei principali pensatori liberali, sciogliendo i nodi che si pongono con queste idee, valutando la compatibilità e la conciliabilità tra il pensiero cattolico e quello liberale (al netto dei pensatori dichiaratamente cattolici, cristiani e liberali).” Il professor Flavio Felice ha considerato quindi che tra tutti i grandi autori considerati c’è in comune l’argomento che riguarda le persone che non riescono, per vari motivi, a inserirsi sul mercato. Ma secondo il pensiero liberale anche queste persone sono libere di vivere e in modo dignitoso: in queste frange di minoranze si colloca la discussione che vuole trattare se e quanto lo Stato possa o debba intervenire su queste faccende.
LA GIUSTIZIA SOCIALE E’ IL RISULTATO DELLA SOCIETA’ LIBERA
“Il cuore del problema del liberalismo affrontato nella pubblicazione è del rapporto tra il Cristianesimo ed il Liberalismo. Quali sono le ragioni del conflitto: alcune si possono individuare dal punto di vista delle radici storiche e politiche; passare dal potere costituito al potere costituente manda in crisi profondamente la dottrina cattolica sul potere; il rapporto tra autorità politica ed autorità suprema, dove il concetto di sovranità non è recepito sul quotidiano, in una istituzione, in un soggetto, in un monarca od un’assemblea, la religione vede in Dio l’unico essere supremo, il pensiero liberale, no; infine dal punto di vista economico la tradizione cristiana ha avuto un percorso che è cresciuto nello stile feudale, il liberalismo, no.”
Per queste ragioni, a grandi linee, si può determinare il principio del conflitto che, dalla Rivoluzione americana alla Rivoluzione francese, ha messo in crisi la tradizione e ha fatto emergere la grande distanza tra cattolicesimo e liberalismo. La questione si consuma tra il 1820 e il 1891: quando la chiesa cerca di ricomporre la rottura tra Stato e religione. Fino alla promulgazione della Rerum Novarum.
IL MONOPOLIO E’ (ANCHE ) CAUSA DI INGIUSTIZA SOCIALE – IL FOCUS SU NOVAK
“La persona è un soggetto relazionale, non è mai un individuo isolato, me è sempre in relazione con gli altri: indirizzare le proprie scelte in una determinata direzione, significa – in questo contento – lavorare per la giustizia sociale. I grandi nemici della giustizia sociale sono allora lo Statalismo, la Partitocrazia, lo Spreco del denaro pubblico sottoforma della corruzione!” Il professor Felice ha fatto un focus sul pensiero di Novak.
RIDURRE IL MALE COME SCOPO DELLA POLITICA, E NON ARRIVARE ALLA PERFEZIONE
“La tendenza al perfettismo è stata, nella storia, una delle cause delle più gravi supremazie politiche, il nazismo, per esempio.” Il presidente di Lodi Liberale ha evidenziato come siano queste idee a creare delle visioni non naturali nelle dinamiche tra le persone, nella società, nella politica.
LO STATO E I SUOI INTERVENTI
“In questo libro sono contemplati autori che hanno attraversato il novecento ed hanno visto come il principio di uguaglianza e di libertà abbiano un senso costruttivo. La dimensione politica determina la condizione materiale di vita nel senso che a seconda della libertà concessa, la libertà “da”, data alle persone, si può determinare la costruzione della libertà “di”.”
MERCATO E DEMOCRAZIA VANNO DI PARI PASSO – L’INTERVENTISMO LIBERALE DELLO STATO
Il professor Enzo di Nuoscio ha parlato della parte debole della società, delle persone che non arrivano a competere. Secondo il professore il principio cardine trattato nel libro è che la riduzione delle disuguaglianze rafforza l’ambiente sociale ed etico, come dice Wilhelm Röpke, come in parte diceva Einaudi, quando si riferiva alle regole esterne al mercato che garantiscono l’uguaglianza tra le persone, riducendo le differenze nelle possibilità di diventare diseguali. Cioè consentire a ognuno di essere come vuole/arriva ad essere.
Il professor Angelo Maria Petroni, intervenuto come parte del pubblico, ha messo in evidenza come le teorie dei pensatori estremamente libertari, od anarcocapitalisti, non sono solo una risorsa per le domande che si pongono, ma anche per le domande che CI pongono relativamente al punto di vista di un apporto che non è soggetto a un pensiero sovrastante.
MC