La Germania ha avvisato che nel 2026 finirà la caccia ai nazisti per sopraggiunti limiti d’età. Magari l’Italia manderà qualche richiesta d’estradizione oltre quella data ed i tedeschi, gente razionale, la rispediranno al mittente, come cosa fantasiosa, un po’ come il concorso esterno in attività mafiosa. Ora c’è un signore che da poco meno di quasi mezzo secolo redige un blog d’inchiesta sulla scomparsa della quindicenne Orlandi, infausto evento datato ’83. Pur considerando che il redattore, dieci anni prima della nascita di Internet e dell’ipertesto, fosse giovanissimo, non lo si può inquadrare che come un vecchio. Un vecchio dedito ad un hobby, che gli sarà stato anche proficuo data la passione della sua generazione per i complotti, soprattutto per i misteri in qualche modo immaginati legati invisibilmente ai servizi, allo Stato democristiano, al Vaticano, al golpismo.
Certo tutte cose dinosauriche del tempo fu, ma comunque passione di quella generazione da cui proviene ancora il pool di vecchi rimasto al vertice soprattutto dei media. Il nostro redattore se l’è passata male nell’ultimo ventennio fino a quando tredici anni fa ha trovato una perla. Un file audio, l’ennesima intercettazione, forse un’intervista sonora registrata a sua insaputa nella quale Renatino, quello di Romanzo Criminale, parla con uno sconosciuto; dal dialogo vengono fuori i nomi degli assassini della Orlandi, tutti preti importantissimi legati a politici importantissimi, con legami a poteri elevatissimi.
Lo sconosciuto dell’audio dovrebbe essere il 74nne Accatone o Ricotta, l’ex membro della banda della Magliana, finita nei primi ’90, divenuto, da malavitoso, negli ultimi anni, professionista dell’intervista ed attore interpretante sé stesso, grazie alle passioni giovanili del senescente circolo apicale dei media. Purtroppo per loro golpisti, mafiosi, cardinali, democristi, massoni, spie saranno stati importantissimi ma non tengono più il tema; tutti scomparsi per sopraggiunti limiti d’età; protagonisti di un futuro Chi li ha messi al cimitero? Anche il padre della ragazza sparita nell’83 è scomparso nel 2004. Restano gli altri familiari, operatori fissi del caso ed il blogger.
La perla sonora è stata custodita finchè le preghiere degli anziani sono state esaudite e Netflix ha dato alla luce Vatican girl. D’altronde all’estero la nostra intellighenzia racconta sempre che le sue passioni ossessive corrispondano a quelle popolari. Ora la registrazione, vecchia di 30 anni, tenuta nascosta per ulteriori 13 anni, fa bollire l’acqua calda ma gli interessi promozionali del serialmaker Usa coincidono con l’orgia nostalgica dell’intellighenzia nostrana che con la testa all’indietro immagina la santità di Moro collegata direttamente agli anni del nemico Cavaliere, saltando del tutto gli anni ’80, che le risultano antipatici ed indigesti
Riepilogando, anche per la sanità mentale del nostro blogger. La Orlandi sparisce nell’83, Renatino muore nel ’90, i cattivoni immaginati sono sicuramente il cardinal Poletti morto nel ’97, monsignor Casaroli nel ’98, Papa Giovanni Paolo II (colpevole per le spese politiche pazze ai tempi della Guerra fredda) nel 2005, il vescovo Marcinkus nel 2006, Andreotti nel 2013, l’anno in cui un fotografo romano autoaccusatosi viene condannato per autocalunnia. Restano senza collegamento i protagonisti del Vaticanleaks, scandalo che dal 2015 non dà segno di vita. Non sono coinvolti i gestori del patrimonio di San Pietro, da de Franssu indicato dal segretario Vallejo Balda e Papa Francesco nel 2014 al predecessore von Freyberg nominato da papa Benedetto XVI.
La ragazza scomparsa sarebbe oggi un’attempata più che cinquantenne che non porterebbe la bandana. Romanzieri, saggisti, blogger, giornalisti, soggettisti, menabò maker, fatevene una ragione. Sono sopraggiunti i limiti d’età per la pazzia nostalgica.
Giuseppe Mele