Ludwig Erhard “Benessere per tutti” a Lodi Liberale, con Rocco Buttiglione

0
905

Nella 195esima serata di Lodi Liberale di lunedì 31 ottobre è stato presentato il libro di Ludwig Erhard “Benessere per tutti”, pubblicato da Garzanti Libri, insieme a Rocco Buttiglione (Professore di Filosofia presso l’istituto di Filosofia Edith Stein di Granada), Markus Krienke (Professore di Filosofia moderna ed Etica Sociale presso la Facoltà di Teologia di Lugano) e Vincenzo Alfano (Professore di Politica Economica presso l’Università degli Studi di Napoli Parthenope).

L’ECONOMIA SOCIALE DI MERCATO SECONDO ERHARD

“Il Miracolo economico tedesco, secondo Erhard, è un effetto di decisioni economiche consapevoli, ottenuti grazie a principi basati sul fatto che i protagonisti dello sviluppo economico sono gli individui, sia in quanto consumatori che in quanto produttori. Sono i tedeschi stessi, con la loro voglia di fare, che hanno prodotto questo.” Il professor Markus Krienke ha parlato di come il modello della chiesa tedesca, si sposa di più con i principi della dottrina sociale della chiesa, ma inizialmente erano contrari i vescovi, alla legittimazione dello sviluppo di un’idea di organizzazione sociale fondata sulla libertà dell’individuo.

PIU’ IL MERCATO PRODUCE BENESSERE PER TUTTI, PIU’ LO STATO DEVE DIMINUIRE LA SPESA SOCIALE

“Dopo la seconda guerra mondiale, in un momento di povertà, lasciare i prezzi correre, sembrava inopportuno, perché avrebbe portato ad un acuirsi della povertà, l’idea era di procedere con una politica di determinazione dei prezzi, in direzione contraria, che vede la società divisa in ceti. C’erano centinaia e centinaia di precetti che regolavano come dovevano essere i prezzi. Una delle prime cose invece che ha effettuato Erhard è stato proprio di togliere molte delle regole che vincolavano in questo senso i prezzi. “

METTERSI NELLA LIBERALIZZAZIONE NEI MOMENTI DI CRISI

“L’idea che più aumenta la produttività di mercato e meno lo Stato deve costare, era una forte motivazione, era la sua idea di economia sociale di mercato, che significava per Erhard un mercato funzionante, con meno politica sociale possibile. Spesso oggi si aggiunge alla sua idea la dottrina sociale della chiesa, per aumentarla della spesa sociale. All’epoca di Erhard la spesa sociale era del 20% mentre oggi è al 35%”.

LA VIRTU’ REDISTRIBUTIVA DEL MERCATO STESSO

“Tutte le regole che consentono al mercato di badare a se stesso si basano sulla stabilità della moneta, sul divieto di fare cartello e sul processo libero di formazione del prezzo.”

La stabilità della moneta è un diritto fondamentale. Un altro punto fondamentale era quello di tener sempre la misura. Questo era un punto su cui lui si concentrava molto: il mercato funziona con la stabilità della moneta, con l’esclusione dei monopoli e sulle virtù degli individui rispetto alla ricchezza.

TENERE LA MISURA IN UNO STATO FORTE E ARBITRO

“Una società formata, secondo Erhard, non era una società corporativa, come si potrebbe intendere, ma una società che, attraverso gli individui forma un tutt’uno dove gli individui realizzano insieme un modello sociale. Un modo di vedere la società. Questo concetto era molto infelice, perché sembrava voler tornare indietro verso una società in un certo senso controllata. La Germania usciva dal totalitarismo, ma questa gestione dall’alto non era l’idea di Erhard. Politicamente questo termine, dunque, funzionava poco.”

L’idea tedesca di uno Stato forte, che si identifica con la Costituzione e molto meno con un sistema parlamentare, fa sì che ci si ponga sempre la domanda su quale sia la funzione e quale sia la misura della funzione dello Stato, che alla fine è fa anche politica e non è solamente un arbitro.

ECONOMIA MORALE DI MERCATO?

“Erhard in Italia è un pensatore sconosciuto ai più: è un esponente della Scuola di Friburgo, sebbene dal punto di vista tecnico non sarà mai un accademico nel senso stretto, perché entrando in politica inizia a mettere in atto i propri principi, quelli in cui egli credeva. Era un ordoliberale, convinto che il mercato non funzioni automaticamente, ma abbia bisogno di regole e di istituzioni, per poter funzionare. Anche solo dal titolo del libro ci troviamo di fronte a un passo che difficilmente richiama il pensiero liberale, perché si pone in una corrente di pensiero molto particolare.” Il ricercatore Vincenzo Alfano ha evidenziato come il politico abbia potuto ricoprire la carica di Cancelliere fino alla metà degli anni Sessanta.

LE IDEE LIBERALI NON ERANO ACCOLTE A BRACCIA APERTE DA TUTTI

“La letteratura economica in realtà suggerisce spesso come fare per far crescere il mercato, ma raramente la politica lo mette in pratica, al contrario Erhard ha potuto attuare i suoi idealtipi nel mondo reale.”

L’EUROPA STAVA PER ASSISTERE AL FALLIMENTO ECONOMICO DELLA GERMANIA

“Siamo abituati a vedere la Germania come un enorme paese, forte, con una potente manifattura, leggendo questo autore si comprendono gradualmente i passaggi che l’hanno fatta passare dal grande malato d’Europa al gigante che è adesso”. Tra il 1948 e il 1960 la Germania cresce di PIL del 9% l’anno, in seguito del 3%. Le basi della politica economica della Germania dell’ovest sono queste, in seguito la Germania deve spartirle con l’altra metà, che non andava allo stesso passo.

Erhard era il precursore dell’idea di un esercito europeo moderno, non solo per necessità politiche, ma anche e specialmente perché dal punto di vista economico è molto vantaggioso rispetto all’autarchia. Un libro, questo, che è molto attuale, ha detto Alfano.

 

“La Germania che si trova davanti Erhard nel 1948 era, da una parte, quella di una popolazione che aveva ricevuto posti di lavoro, per di più nell’industria bellica, nel deficit spending, ovvero con grandi risultati, con un aumento della spesa sociale e con una generale diffusione di poste di lavoro. Il corollario di questa politica è la guerra. Per questo motivo la guerra di Hitler, teorizzata nel Mein Kampf, punta al recupero del deficit attraverso l’occupazione degli Stati limitrofi ad est, etc… Il piano Morgenthau prevede che la Germania torni ad essere divisa in quattro cantoni agricoli, ma questa situazione portava alla povertà e alla fame. Dunque il piano viene rifiutato. In seguito si avvia la formazione della Federazione tedesca e in questo contesto si inserisce il pensiero dell’autore.

Un altro soggetto che dobbiamo ricordare è Adenauer, il politico che ha in mente la public choice; secondo il quale la parte fondamentale da portare a elezioni era la parte dei milioni di contadini tedeschi, che alla fine limitano la politica alle necessità di una parte: secondo quanto dunque ha detto il professor Rocco Buttiglione è la stabilità politica garantita da Adenauer a ricordare che, senza la produttività, non si può redistribuire. Dunque serve valutare in un orizzonte di medio lungo periodo un aumento della produttività, nel seno della cui stabilità politica servono anche scelte che – inizialmente – potrebbero non essere apprezzate. Dunque: se il paese non viene curato immediatamente non possono funzionare, fino a che poi nell’era Kohl è quello che accade, ovvero una periodica revisione delle scelte economiche per una visione politica lungimirante e delle scelte a lungo termine che portino alla crescita.

“Tenendo fermo l’obiettivo a lungo periodo, si adottano le scelte che servono per poter procedere. Dunque la coppia Adenauer Erhard ha avuto un buon successo.”

“La gente, in Germania, in una economia controllata e gestita attraverso la spesa pubblica, aggiunta dell’economia di guerra, non aveva molto pensiero individuale: neppure la repubblica di Weimar aveva lasciato particolari rimpianti.” Grazie a delle scelte piuttosto complesse che uniscono i tedeschi in un percorso di senso, riesce comunque ad unire le persone in un obiettivo.

“Erhard decide di fare alcune scelte, tra cui ad esempio la detassazione degli straordinari, in questo modo aumentando la competitività dell’impresa, la sua produttività. La moneta, però, deve rimanere stabile, non deve esserci l’inflazione e non deve esserci non meritocrazia nella divisione delle somme da stabilire in proporzione alle risorse ai servizi.”

Questo non significa però che chi non può stare sul mercato debba morire, ma semplicemente che ci sia un ammortizzatore sociale che trasla chi è tagliato fuori dal mercato, per poterci tornare e per essere di nuovo produttivo.

ABBIAMO PERSO IDEALI E MODELLI, PER QUESTO NON ABBIAMO LA FORZA DECISIONALE

“Dopo il periodo politico che l’Italia ha vissuto, dove ci sono stati grandi discorsi ma trattative per i singoli, ii soldi sono finiti. Mafia, corruzione, piaceri e favori sono certamente cause di un fallimento, ma la prima e principale causa di fallimento è il non essere capaci di mettere insieme un progetto. I progetti creano movimento di soldi e di merce e di persone.

MC

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento!
Inserisci il tuo nome