Nella 193esima serata di Lodi Liberale è stato presentato il libro di Eugen von Böhm-Bawerk “La conclusione del sistema marxiano”, pubblicato dall’Istituto Bruno Leoni, insieme a Raimondo Cubeddu (Già Professore di Filosofia Politica presso l’Università di Pisa e Senior Fellow dell’istituto Bruno Leoni), Giovanni Pavanelli (Professore di Storia dell’Economia e del Pensiero Economico presso l’Università di Torino) e Valerio Filoso (Professore di Scienza delle Finanze presso l’Università degli Studi di Napoli, Federico II).
“Un volume molto bello, anche se non di facile lettura, che smonta le teorie marxiste. Gli ospiti della serata sono studiosi di livello, tra cui due relatori alla prima esperienza a Lodi Liberale. Chiunque possa definirsi marxista si basa su teorie false.” In questo saggio viene effettuata una distruzione del pensiero marxista.
“Un classico della letteratura economica che viene citato, ma viene letto poco. Nell’introduzione si argomentano tre temi, principalmente: il primo tratta di come gli argomenti di Bawerk vengano recepiti dalla Scuola Austriaca; vi sono poi riferimenti interessanti di come vi si misura Croce; il dibattito sull’economia pianificata, con i confronti con le teorie liberali.” L’introduzione è molto stimolante perché contempla il punto di vista di diversi pensatori liberali, da Hayek a Von Mises a Ryszard Lange.
“Marx si presta bene per riflettere su come vanno affrontati i miti, con la loro forza retorica, l’apparato retorico e fumoso, di un’idea che riesce a mobilitare consensi.”
THE RUDE STATE, LO STATO PRIMITIVO
Il professor Giovanni Pavanelli parla di come Bawerk analizzi le contraddizioni del sistema di Marx appunto nell’ottica di un economista austriaco: la sua è una critica condotta per linee interne, utilizza le teorie marxiane per arrivare fino in fondo, con un’analisi interna. Questa opera dimostra la lettura completa e la messa alla priva del Capitale di Marx. La sua critica è rispettosa.
“Nei capitoli 3-4 con efficacia da manuale Bawerk dimostra l’incoerenza del pensiero marxista: da lettore molto attento e da saggista però scrive che, nonostante la tesi portante di Marx sia che il lavoro è l’unica fonte del valore di scambio, questa si conferma essere una visione, che trae alimento da due grandi pensatori dell’età classica: Adam Smith e David Ricardo”.
“Uno dei messaggi che passa dalla teoria del libro è che la teoria di Marx non è coerente all’interno del suo sistema, questo non è un caso, ma frutto di una consapevole volontà”.
“Adam Smith, Thomas Maltus, David Ricardo sono i pensatori da cui dipendono le pubblicazioni cruciali dei un momento in cui in realtà in economia Marx non godeva di particolare attenzione, pubblica quest’ultimo il primo volume del Capitale. Nel 1883 Achille Loria, seppure simpatizzante di Marx, scrive nel necrologio pubblicato sulla Nuova antologia, che la Teoria del lavoro di Marx è confusionale e non merita molto studio, in quanto sarebbe sostanzialmente insostenibile.”
Il professor Valerio Filoso spiega che la critica a Marx di Bawerk inizia a farsi sentire però ben presto. Il saggio è stato pubblicato diverse volte: è stato molto studiato, più negli ambienti socialisti e marxisti, che non negli ambienti neo classici. Il testo veniva discusso e contestato dai marxisti.
“Con la teorizzazione del principio dell’utilità arginale di Carl Menger, che è affine ai principi economici della scuola francese dell’epoca, si avvia lo studio con le equazioni matematiche per la definizione dei prezzi, metodo che si afferma come valido nel tempo.”
“Il pensiero marxiano procede parallelamente e trova, nel lavoro di Piero Sraffa nel 1960 “Produzione di merci a mezzo di merci” un tentativo di risolvere definitivamente il problema di Marx tornando però alle radici Ricardiane del problema.”
LA TRASFORMAZIONE DEL VALORE IN PREZZI NON DIPENDE SOLO DA UN CALCOLO, ALLORA L’IDEA DEL MERCATO REDISTRIBUTIVO DEL PLUSVALORE INTERNO AL SISTEMA E’ SBAGLIATA
Molte definizioni economiche marxiane non sono uguali a quelle attuali. Nozioni come valore di scambio, capitale, valore incorporato, avevano significati tecnici precisi che non sono gli stessi di oggi.
“Tutta la costruzione di Marx si basa sul fatto che tutto il valore sia legato al lavoro; il problema nasce quando si passa dalla formulazione del valore, in sé, al prezzo di mercato. Per tradurre in un concetto di rilevanza, anche se empirica, bisogna tirare in ballo il mercato. L’idea è che tra i capitalisti ci sia una competizione per l’utilizzo più remunerativo di capitale. Per questo taluni settori possono avere delle flessioni, perché questo elemento guida l’allocazione dei capitali tra i vari settori.”
Marx comprende immediatamente che ci sono delle incongruenze nella sua legge, perché le varie industrie hanno diversa allocazione della forza lavoro, quindi cerca di sfruttare il mercato come attore che possa dare una omologazione in aggregato, che egli presenta nel Terzo volume del Capitale.
“Il professor Raimondo Cubeddu ha tradotto nuovamente il testo di von Bohm Bawerk con un apparato introduttivo ricco.”
MARX NON VIENE ABBRACCIATO NELLA SOSTANZA NEMMENO DA LENIN
“Il testo è stato rifatto perché non era disponibile e veniva presentato in modo un po’ fuorviante, quasi lasciando intendere che i successivi sviluppi lo avessero superato. Invece non è così. L’Istituto Bruno Leoni ha consentito di scrivere una premessa in Prefazione molto lunga.” Il professor Raimondo Cubeddu racconta che, di fronte alla sua intenzione di tradurre questo saggio, ha trovato molto scetticismo, perché il Marxismo sarebbe morto. Dunque nella corrente di studio marxista la teoria era che, da una parte, vi sia una teoria scientifica marxista, dall’altra invece, che ci sia la politica. Bohm Bawerk invece sosteneva il contrario. La previsione dell’autore si dimostra essere sbagliata.
IL PRINCIPIO MARXISTA E’ QUELLO DI AVERE COME NEMICO LA CLASSE AGIATA
“Il principio sostanzialmente di alienazione e sfruttamento emergono, a partire da Marx, declinate in diverse forme, non ultima quella religiosa attuale di papa Francesco. Gli austriaci sono stati spesso definiti come grandi oppositori del marxismo, mentre in realtà le cose non sono esattamente così.”
“Va da sé che per questo motivo la Scuola austriaca viene vista, da parte dei socialisti, come distante dagli interessi dei lavoratori e dal problema delle disuguaglianze sociali.” Questo libro ha anche gli effetti indiretti di correggere le letture sbagliate della Scuola austriaca.
L’argomento che rimane sottotraccia è il seguente: tra il mercato, la politica e l’amministrazione dello Stato, chi è più rapido nel trovare le vie giuste e nell’elaborare una soluzione ai problemi? In questo la visione tra chi conta sulla politica per gestire i cittadini e chi punta sui cittadini per creare la domanda del mercato, è profondamente diversa. Le aspettative sociali e individuali si fondano in maniera indipendente dalla politica? Secondo un pensatore come Von Bohm Bawerk, sì.
MC