Cuba approva il matrimoni e le adozioni omosessuali. “L’amore è già legge”, esulta il governo

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Cuba – con il referendum del 25 settembre scorso – approva, con il 66,87%, il nuovo Codice della Famiglia che, fra le altre cose, introduce nella Repubblica socialista, matrimoni e adozioni omosessuali.

Il Presidente della Repubblica e Primo Segretario del Partito Comunista Cubano (PCC), Miguel Díaz-Canel aveva fortemente sostenuto il SI al referendum dichiarando, fra le altre cose: “Oggi è un appuntamento con il futuro e un giorno per cambiare tutto ciò che dovrebbe essere cambiato nel diritto di famiglia a Cuba”.

Il Presidente dell’Assemblea Nazionale del Potere Popolare, ovvero il Parlamento cubano, tramite il suo Presidente, Esteban Lazo, membro del Comitato Centrale del PCC, aveva peraltro invitato i cittadini a “votare SI per il nuovo Codice della Famiglia, per l’inclusione, l’amore, l’affetto, la pace e la giustizia sociale”.

Lazo aveva peraltro fatto presente, ai media, che il Paese ha sottoposto le Costituzioni del 1976 e del 2019 a un referendum popolare, ma per la prima volta sottopone una legge al giudizio popolare. “Rappresentiamo uno stato di diritto e giustizia sociale e questo Codice lo dimostra. Fin dall’inizio, Fidel ci ha insegnato a contare sulle persone”, aveva dichiarato Lazo.

Soddisfazione per il risultato, oltre che dal governo – che ha diffuso manifesti e hashtag sui social con lo slogan “El amor ya es ley” (“L’amore è già legge”) – anche dalle associazioni per i diritti civili di Cuba, fra cui l’attivista e blogger per i diritti civili Francisco Rodriguez Cruz, il quale, su Facebook, fra le altre cose ha scritto: “Ma l’attivismo per i diritti delle persone LGBTIQ+ non finisce: inizia un’altra fase. Bisogna implementare il Codice, e tutte le altre leggi che derivano dalla Costituzione del 2019. L’educazione integrale della sessualità deve uscire dall’armadio in cui è stata archiviata. La lotta contro l’omofobia e la transfobia continuerà, perché molti pregiudizi e stigmate sono ancora lì, vivi. Abbiamo almeno due milioni di persone che hanno detto No, con cui dobbiamo convivere, lavorare e insegnar loro dal nostro esempio individuale e collettivo il rispetto che chiediamo e meritiamo. Occorre anche superare i nostri stessi stereotipi di genere, le discriminazioni internalizzate, le paure e le colpe.

Come disse Fidel quell’8 gennaio 1959, “non ci illudiamo credendo che d’ora in poi tutto sarà facile; forse d’ora in avanti tutto sarà più difficile”. Questo 25 settembre 2022 anche la nostra Rivoluzione LGBTIQ+ ha trionfato, e l’abbiamo fatta come quella di 63 anni fa: con il popolo cubano. A costruire ora il socialismo sessuale del ventunesimo secolo”.

Mentre l’Italia e l’Europa, da tempo, virano verso destra, sembra che gran parte dell’America Latina socialista prosegua, invece, il suo cammino verso l’emancipazione sociale e civile.

Luca Bagatin

www.amoreeliberta.blogspot.it

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Nato a Roma nel 1979, è blogger dal 2004 (www.amoreeliberta.blogspot.it). Dal 2000 collabora e ha collaborato con diverse riviste di cultura risorgimentale, esoterica e socialista, oltre che con numerose testate giornalistiche nazionali, fra le quali L'Opinione delle Libertà, La Voce Repubblicana, L'Ideologia Socialista, La Giustizia, Critica Sociale, Olnews, Electomagazine, Nuovo Giornale Nazionale, Liberalcafé. Suoi articoli sono e sono stati tradotti e apprezzati in Francia, Belgio, Serbia e Brasile. Ha pubblicato i saggi "Universo Massonico" (2012); "Ritratti di Donna (2014); "Amore e Libertà - Manifesto per la Civiltà dell'Amore" (2019); "L'Altra Russia di Eduard Limonov - I giovani proletari del nazionalbolscevismo" (2022) e "Ritratti del Socialismo" (2023)

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