Nella serata di oggi è stato presentato il libro di Fiamma Nirenstein “Jewish lives matter. Diritti umani e antisemitismo“, pubblicato da Giuntina Editore, insieme all’autrice (Giornalista), Ofir Haivry (Storico) e Alessandro Cecchi Paone (Giornalista).
“E’ un agile e snello ma utilissimo e fondamentale libro che cerca di portare alla luce tutte le modalità di antisemitismo politico che si trova camuffato da antisionismo politico. Difficilmente nel mondo occidentale c’è una posizione antisemita, ma spesso si parla di antisionismo.” Il Presidente di Lodi Liberale parla di Israele come l’ultimo baluardo di democrazia e di diritti umani che è perennemente e costantemente sotto attacco di organizzazioni nazionaliste islamiche che cercano di distruggere con la forza terroristica Israele.
La posizione di Israele e della politica occidentale oggi
“Le famiglie israeliane sono costantemente in una situazione di pericolo imminente, di mancata sicurezza nella vita sociale e quotidiana, il che causa danni di natura economica e anche psicologica. Tuttavia molti approcci sono paradossali quando parlano di Israele come una forza occupazionale.” Tendenzialmente le posizioni antisionistiche oggi sono di sinistra.
Un piccolo pezzo di terra dove essere liberi
Fiamma Nirenstein, da anni studiosa attenta dell’antisemitismo ed esperta della realtà mediorientale, svela i meccanismi più subdoli che sorreggono molti ragionamenti di chi, mentre per le strade invoca pace e giustizia, accusa Israele – e più in generale gli ebrei – di colonialismo, di violenza gratuita, di apartheid, e difende un’organizzazione fondamentalista come Hamas.
Jewish Lives Matter è una sfida coraggiosa a quelle roccaforti ideologiche strenuamente sorvegliate da chi “non farebbe male a una mosca” e usa le parole più belle: diritti umani, uguaglianza, libertà. Perché l’antisemitismo non è un oscuro monolite venerato da pochi idioti in camicia nera, ma una polvere sottile, impalpabile, che si insinua in tante riflessioni, in troppe conclusioni. Una polvere nociva che non risparmia il pensiero di nessuno, nemmeno quello di chi crede di essere dalla parte giusta della Storia.
La Palestina non ha mai preso in mano il proprio destino
“Nel conflitto tra Israele e Hamas ci sono dei morti, in gran parte a gaza, ma anche nelle diverse guerre in Medioriente e in Europa ci sono dei morti, in questo conflitto però il peso dei morti è percepito come maggiore, facendo un esempio rispetto ai morti nella Guerra in Siria, quali sono le ragioni? In questo libro – ha detto Ofir Haivry – si spiega come ha fatto l’antisemitismo a diventare antisionismo, quando tra il 1948 e il 1967 ci sono stati i tentativi per creare uno stato Palestinese pacifico ma solo a parole, non di fatto. I tentativi di creare una Palestina da parte della Palestina, sulla carta politica, sono stati Zero: alla radice di questo conflitto non c’è il desiderio positivo di creare uno stato palestinese, ma il desiderio negativo di distruggere lo stato ebraico di Israele.”
L’israelofobia è il centro di questo problema
“Le radici di questa tendenza anti-israeliana e anti-semita è molto forte, in Iran, nella Korea, ma il punto è – dice Haivry – che dal mondo antico, tutte le ideologie monocratiche puntano all’affermazione di sé, si tratta di uno scontro tra idealismi imperiali. Israele si caratterizza per l’autocrazia per cui si oppone a questa tendenza, per cui molte volte gli attacchi a Israele sono identici oggi, come 100 anni fa. La tendenza a opporsi al popolo ebraico è rimasta invariata dai tempi dell’Impero romano ad oggi, perché essendo Israele l’unica nazione ebraica, resta un tipo di sassolino nella scarpa.”
Mantenere l’identità ebraica in un mondo omogeneizzato
“Ci sarebbe una certa visione dell’Europa della modernità per cui c’è una sorta di tendenza all’omologazione, ma ci sono anche delle culture che non vogliono essere sminuite. Tra queste anche la cultura ebraica che è rappresentata appunto dal successo nel mondo di Israele”. Secondo Haivry essere moderno non significa essere parte di un pensiero unico, ma mantenere la propria identità.
Psicosi metafisica antisemita dalle origini ad oggi
“L’antisemitismo non è finito: secondo gli ultimi dati della scorsa settimana ad esempio in Germania in questo ultimo anno gli attacchi antisemiti sono aumentati a 2700 unità, laddove più che altrove non dovrebbe esserci espressione di tale posizione; ogni 80 secondi su internet compare uno slogan genocida antisemita, in oltre 20 diverse lingue; 2225 attacchi antisemiti contro i 1680 nel Regno Unito; gli ebrei non si sentono al sicuro nel 25% dei casi; a Nizza la radicalizzazione islamica rende palese il nesso tra antisemitismo e odio per Israele.”
Il popolo ebraico, secondo l’islam, non deve rivendicare Gerusalemme
La giornalista Fiamma Nirenstein ha spiegato che, la presenza di identità precise, comporta odio: nello stesso modo in cui Putin e i russi dichiarano che Ucraina e ucraini non esistono, così si esplica la denigrazione contro gli ebrei a Gerusalemme; lo stesso Arafat era portavoce di una politica antisemita.
“Gli ebrei hanno sempre avuto una grande passione per Gerusalemme e questo viene negato per dire che gli ebrei non sono, che Israele non esiste.” Secondo Nirenstein non c’è solo una questione geopolitica alla base di questo negazionismo, ma un concetto di negazione di identità, della persona.
Israele non è uno stato di apartheid: la difesa di Israele è la difesa dei diritti umani
“La questione che viene descritta di apartheid in Israele, oltre a dare una descrizione nei fatti non fedele alla realtà, ha la conseguenza di rendere meno efficace la lotta per i diritti dei neri a non essere discriminati, in quanto questo tipo di presa di posizione e di falsa accusa a Israele non ha un ruolo nel conflitto israeliano, ma ancora meno ha a che fare con la vera apartheid, per cui si crea una concatenazione di falsità che danneggiano la lotta contro la vera apartheid.” Al contrario di quanto oggi dicono i negazionisti, gli ebrei sono parte della lotta per l’uguaglianza tra i popoli.
Boycott, Divestment, Sanctions (BDS): Boicottaggio di investimenti e sanzioni
“Risulta del tutto evidente che tutte le istituzioni che non si occupano dei paesi in cui sono negati i diritti umani, si occupano di combattere Israele: nei paesi dove non sono accettati i diritti delle persone, nessuno parla più di queste vicende.” L’antisemitismo, secondo Fiamma Nirenstein, si manifesta nei tratti della politica contemporanea che parla di Israele come Stato di apartheid.
Un giornalista che era parte dell’uditorio è intervenuto durante la serata per raccontare che, recentemente, il movimento antisemita è diventato prima antisionista, poi antisraeliano e adesso antigiudaico nel senso materiale del termine: gli attacchi contro gli ebrei, sia fisici che politici che economici, sono in aumento in tutto il mondo occidentale e questo, secondo i relatori, è molto grave, perché incontra il favore anche di giornalisti e di personaggi famosi.
Colonialismo, occupazione e pulizia etnica, ha spiegato Lorenzo Maggi, presidente di Lodi Liberale, introducendo la seconda parte della serata di Lodi Liberale, sono altre tre delle falsità che vengono promosse per parlare del problema di conflitto tra Palestina e Israele. Il territorio palestinese di Gaza in realtà ha margini di autonomia completi, ma di fatto ci sono spesso problemi legati al terrorismo, per cui il motivo per cui le Agenzie governative devono intervenire sono gli attacchi terroristici.
MC