Il progetto è stato realizzato dalla Commissione provinciale Pari Opportunità tra donna e uomo con la collaborazione del Comune di Trento (ricerca storica di Giorgia Decarli, supervisione del Centro Studi interdisciplinari di Genere – Dipartimento di Sociologia e Ricerca sociale dell’Università di Trento, coordinamento Barbara Poggio).
La mostra consiste in una serie di pannelli esposti in Piazza Santa Maria Maggiore, nella storica e suggestiva atmosfera della porta di Trento sull’Adige. Ripercorre attraverso 33 personalità femminili la storia della spinta allo sviluppo data dalle donne, nei loro ruoli di intellettuali, religiose, studiose, partigiane, protagoniste del territorio.
Quale biblioteca per la comunità?
A prestarsi per queste interviste “irriverenti” sono stati quattro protagonisti: Giulia Mori, bibliotecaria e archivista, Danilo Dadda, Presidente di Vanoncini Edilizia Sostenibile S.p.a, Mirko Bisesti, Assessore all’Istruzione, Università e Cultura della Provincia Autonoma di Trento, e Silvia Conotter, giornalista e ideatrice del progetto “Il Trentino dei bambini”. L’incontro è stato introdotto da Samuela Calliari, responsabile del Sistema Bibliotecario Trentino.
A condurre il gioco, non poteva che essere il comico e scrittore Dario Vergassola. Tra un applauso e una risata, si è voluto far riflettere gli spettatori sul processo di trasformazione culturale che è in grado di creare una “nuova” biblioteca aperta, accessibile e coinvolgente. I protagonisti del curioso dialogo hanno infatti raccontato il loro lavoro quotidiano e la loro ricerca legata alla promozione della cultura, della lettura e l’incentivo alla frequentazione delle biblioteche. Ognuno da un differente punto di vista. E se il ruolo delle biblioteche è posizionato nella filiera culturale prodotta da un ente locale, bisogna ancor più riflettere su un mestiere, quello del bibliotecario, che assume ancor più un ruolo di difesa della professionalità, se non di impegno civico verso quell’alta missione evocata da Federico García Lorca, in occasione dell’inaugurazione della biblioteca comunale nel suo paese natale: «Una biblioteca [che] è un convegno di libri ordinati e selezionati, a formare una voce contro l’ignoranza, una luce perenne contro l’oscurità».
“Cultura è tutto” – ha introdotto il suo discorso l’Assessore provinciale Mirko Bisesti – “La cultura si può arricchire attraverso nuove esperienze, aprendo gli orizzonti. Non solo allargando gli spazi fisici – e penso a quante opportunità ci ha dato il poter viaggiare con ogni mezzo – ma anche quelli mentali attraverso i libri. L’importante, secondo me, è ricordarsi da dove si proviene. Per questo motivo credo che uno dei compiti fondamentali di noi amministratori sia quello di alimentare la voglia di cultura anche attraverso il buon funzionamento delle biblioteche, che sono presidi culturali e sociali irrinunciabili per creare progresso e crescita economica”.
Il detto che “con la cultura non si mangia” è ormai sdoganato a fronte di molte esperienze, non da ultima quella del progetto “Il Trentino dei bambini”, un binomio perfetto tra marketing turistico e territoriale, che ha portato la giornalista Silvia Conotter a lasciare un posto fisso per lanciarsi nella libera professione. Ormai in essere da qualche tempo, il progetto ha un seguito interessante, ed è stato declinato in un programma televisivo ed in una serie di libri. Silvia è riuscita quindi nell’intento di diffondere cultura attraverso un nuovo modo di raccontare il territorio, più vicino alle famiglie.
Dal mondo imprenditoriale arriva poi l’esempio di Danilo Dadda, che durante il periodo del lockdown ha dato vita in azienda ad un “Book Club”, per condividere con dipendenti e colleghi l e conoscenze apprese, e investire quindi anche sul “piano sociale” della propria azienda, trascurando per un attimo quello del profitto. Da quell’esperienza ne è nata una “gara” a “chi più legge, più conosce”. Non senza “incentivi” di lettura, quasi fossero premi di produzione. Certo è che, l’azienda di Danilo può oggi vantare un primato in cultura e conoscenza e i suoi dipendenti fanno a gara per saperne di più.
Infine, la bibliotecaria e archivista Giulia Mori, ha calato la sua testimonianza sul territorio per definire meglio il prezioso ruolo di questa professione, che deve interfacciarsi con gli utenti sempre più esigenti. “Anche la nostra professionalità si è dovuta adattare ai tempi che cambiano e alle esigenze dei lettori – dice – La biblioteca di oggi non è più quella di un tempo. I nostri 134 punti distribuiti sul territorio, ad esempio, hanno la massima flessibilità di orari per intercettare le più svariate esigenze della comunità, hanno sviluppato i servizi in digitale attraverso cataloghi online, app di messaggistica online con il bibliotecario di fiducia, organizzano mostre artistiche all’interno degli spazi pubblici si interfacciano con progetti di sviluppo culturale per tutta la comunità”.