Dissidenti di sinistra arrestati in Ucraina. Esattamente come in Russia

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Il giornalista indipendente ucraino, residente in Cile, Oleg Yasinsky, ha scritto un articolo apparso su Pressenza.com il 21 marzo scorso (https://www.pressenza.com/it/2022/03/caccia-alle-streghe-in-ucraina-contro-giornalisti-attivisti-e-politici-di-sinistra).

Nell’articolo viene segnalato l’arresto del giornalista ucraino Yuriy Tkachev, caporedattore della rivista online “Timer Odessa.net”, da parte degli agenti del Servizio di Sicurezza (SBU) del suo Paese.

Nell’articolo, Yasinsky, spiega come Tkachev, sia sempre “stato molto critico nei confronti del precedente e anche dell’attuale governo ucraino per le sue politiche dopo le proteste della Maidan e dopo il “massacro di Odessa del 2 maggio 2014” a opera di estremisti di destra e i “cecchini della Maidan”; le indagini al riguardo sono state bloccate, rinviate per molti anni e non sono ancora concluse”.

Yasinsky denuncia – fra le altre cose – come “Dall’inizio della guerra in Ucraina, i rappresentanti della destra e del nazionalismo, tra cui diversi noti intellettuali, hanno iniziato a invocare la violenza e persino l’omicidio di coloro che sostenevano pubblicamente gli accordi di Minsk, coloro che protestavano contro la “de-comunistizzazione” (la politica ufficiale dello Stato ucraino per cancellare ogni traccia di ideologia comunista nel paese) e la soluzione politica del conflitto nel Donbass. I primi obiettivi degli attacchi sono stati i gruppi di sinistra”.

Il giornalista ucraino ricorda inoltre come “Il 27 febbraio sono stati arrestati i fratelli Mikhail e Aleksandr Kononovich, leader della Gioventù Comunista Ucraina, etnicamente bielorussi. Non si sa dove siano e di cosa siano accusati. Tutte le comunicazioni con loro sono state interrotte”.

E prosegue elencando i numerosi arresti nei confronti di attivisti di sinistra e pacifisti in Ucraina (il lungo elenco è presente nel suo articolo).

Come se non bastasse, fa presente Oleg Yasinsky, il 20 marzo scorso, il Presidente Volodymyr Zelensky ha bandito tutti i partiti politici di sinistra e di opposizione.

Violando la Costituzione, il 20 marzo il presidente Volodymyr Zelensky ha bandito tutti i partiti politici di sinistra e di opposizione, con l’accusa di “avere contatti con la Federazione Russa”. “Come se ci fosse qualcuno in Ucraina senza contatti in Russia!”, ha affermato il giornalista.

Sembra una situazione speculare a quella accaduta, da sempre, anche in Russia. Laddove il governo capitalista e autocratico di Putin ha spesso messo i bastoni fra le ruote all’opposizione di sinistra. Arrestando, peraltro diversi suoi esponenti (i deputati comunisti Nikolay Bondarenko e Yuri Yukhnevich e il leader di “Per un Nuovo Socialismo”, Nikolay Platoshkin, ad esempio) e impedendo ad alcuni partiti d’opposizione di essere presenti alle elezioni, fra cui il partito di sinistra “L’Altra Russia di Eduard Limonov” (i cui attivisti vengono continuamente arrestati), il Partito Libertario e il partito di Aleksey Navalny.

Senza dimenticare il caso dell’uccisione della giornalista indipendente Anna Politkovskaya, nel 2006.

In tutto ciò, ad ogni modo, l’UE – anziché ricercare e invocare la pace fra i popoli fratelli russi e ucraini e schiararsi con loro – si schiera con uno dei due governi autocratici e fornisce addirittura armi.

E il Parlamento italiano ospita l’intervento di Zelenksy e aumenta le spese militari, in barba al dettato costituzionale che prevede che L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali”.

In tutto ciò, in sostanza, totale mancanza di responsabilità e di senso critico.

Responsabilità e senso critico che, invece, stanno dimostrando la Cina; il Papa dei cattolici Francesco; i socialisti europei Belarra (Ministra spagnola), Corbyn e Melénchon; i deputati comunisti russi (Mikhail Metveyev, Oleg Smolin e Vyacheslav Markhaev) che immediatamente si sono opposti all’intervento militare in Ucraina; il libertarian statunitense Ron Paul; i comunisti britannici e greci e il musicista Roger Waters (che ha denunciato i “gangster capitalisti di Washington e Mosca”).

Tanto per citare solo alcuni fra coloro i quali hanno invocato la non ingerenza, il dialogo e inchiodato ogni attore alle proprie responsabilità. Gli USA per aver preteso l’allargamento ad Est della NATO; l’UE per continuare a fornire di armi all’Ucraina e la Russia per l’attacco all’Ucraina.

E tutti costoro hanno peraltro anche denunciato il sistema delle sanzioni, che danneggiano unicamente i popoli e i più deboli.

In tutto ciò, i potenti, gli autocrati, i guerrafondai e i capitalisti (di USA, UE, Ucraina e Russia), si tengono stretti i loro scranni e i grandi media proseguono la loro propaganda “con l’elmetto”.

Mentre i popoli muoiono sotto le bombe e le sanzioni e, tutti, rischiamo una guerra nucleare.

Tutto ciò che noi diciamo è: date una possibilità alla pace”, cantavano John Lennon e Yoko Ono (assieme a Timothy Leary e a molti altri attivisti libertari dell’epoca), nel 1969.

Mai, come oggi, abbiamo bisogno dello spirito di questa canzone. Oltre che di “Imagine”.

Perché un mondo completamente diverso, non è poi così difficile da immaginare. Se solo vogliamo dare retta alla logica e alla razionalità.

Luca Bagatin

www.amoreeliberta.blogspot.it

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Nato a Roma nel 1979, è blogger dal 2004 (www.amoreeliberta.blogspot.it). Dal 2000 collabora e ha collaborato con diverse riviste di cultura risorgimentale, esoterica e socialista, oltre che con numerose testate giornalistiche nazionali, fra le quali L'Opinione delle Libertà, La Voce Repubblicana, L'Ideologia Socialista, La Giustizia, Critica Sociale, Olnews, Electomagazine, Nuovo Giornale Nazionale, Liberalcafé. Suoi articoli sono e sono stati tradotti e apprezzati in Francia, Belgio, Serbia e Brasile. Ha pubblicato i saggi "Universo Massonico" (2012); "Ritratti di Donna (2014); "Amore e Libertà - Manifesto per la Civiltà dell'Amore" (2019); "L'Altra Russia di Eduard Limonov - I giovani proletari del nazionalbolscevismo" (2022) e "Ritratti del Socialismo" (2023)

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