Ron Paul (membro Camera dei Rappresentanti USA) invoca la non ingerenza nella questione Ucraina

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Come riportato – venerdì 18 marzo scorso – dal media statuntense “Kitco News” (https://www.kitco.com/news/2022-03-18/Ron-Paul-Bitcoin-still-in-danger-of-being-banned-Ukraine-war-could-get-out-of-control.html), attraverso una video intervista e un articolo, sulla questione Ucraina è intervenuto l’ex membro del Congresso degli USA, nonché attuale componente della Camera dei Rappresentanti, Ron Paul.

Ron Paul, classe 1935 e politico libertario di lungo corso, candidato più volte alle primarie per la Presidenza degli Stati Uniti d’America (nel 1988 con il Partito Libertario e nel 2008 e 2012 alle primarie del Partito Repubblicano), ha dichiarato che gli USA, dall’Ucraina, anziché inviare armi o assistenza militare, dovrebbero “fare le valigie e tornare a casa”.

Non avremmo mai dovuto essere lì se avessimo avuto una politica estera costituzionale non interventista”, ha affermato Ron Paul a Michelle Makori, caporedattrice di Kitco News.

Penso che uno degli eventi più importanti che ha portato alla crisi che abbiamo ora, è il colpo di stato che c’è stato in Ucraina nel 2014, e l’evidenza è schiacciante che abbiamo partecipato a questo colpo di stato, per sbarazzarci di un leader che è stato in qualche modo equo ed equilibrato nel trattare con la Russia”, ha affermato Ron Paul.

Aggiungendo: “Non c’è niente nella Costituzione che dice che arbitrariamente possiamo essere coinvolti in conflitti stranieri senza una dichiarazione di guerra”.

Ron Paul teme che la situazione possa degenerare ulteriormente, se si continua a soffiare sul fuoco e ha affermato: “Spero sicuramente che coloro i quali predicono una escalation nucleare siano assolutamente in errore. È solo qualcosa a cui non voglio nemmeno pensare perché è così folle, ma poi di nuovo, sei costretto a pensarci quando le persone iniziano a parlarne”.

E i suoi pensieri vanno ai tempi della guerra nel Vietnam, che fu un lungo conflitto, che portò solo sciagura per gli stessi USA, alimentando l’inflazione degli Anni ’70.

Ron Paul è noto per le sue posizioni libertarie nell’ambito dei diritti civili e contro il razzismo e per una politica economica di stampo liberal-liberista, che purtuttavia ha sempre sottolineato di non voler esportare ad alcun Paese.

In politica estera si è sempre opposto ad ogni intervento militare all’estero, sin da quando mosse dure accuse contro l’amministrazione Clinton in merito alla conduzione della guerra del Kosovo, affermando che il Presidente non aveva informato in tempo reale il Congresso dello svolgimento degli eventi militari. Non rispettando, in questo modo, la Costituzione degli USA. E denunciò quella dichiarazione di guerra, approvata da Clinton senza il consenso del Congresso.

Parimenti si è sempre espresso per una politica non-interventista e anti-guerrafondaia degli USA.

Da sempre molto boicottato dai media e dal sistema politico statunitense, è sempre stato molto rispttato e popolare fra i cittadini, che hanno sostenuto spesso con entusiasmo le sue discese in campo.

E’ inoltre da sempre per l’abolizione della Federal Reserve e quindi per il ritorno al sistema aureo e per il ritiro degli USA dalla NATO, oltre che per la fine dell’embergo contro Cuba.

Ha sempre sostenuto che la Costituzione degli USA deve essere rispettata e quindi che gli USA non debbono entrare in guerra contro altri Paesi, ma unicamente commerciare con loro e avere relazioni pacifiche, senza ingerenze.

Fu sostenuto anche dal regista Oliver Stone (noto per le sue idee libertarie, ma di sinistra), il quale dichiarò, nel 2012, che “è l’unico tra quelli che dice qualcosa di intelligente sul futuro del mondo”.

Saggi politici di Ron Paul sono stati editi anche in Italia, dalla casa editrice Liberilibri, pensiamo a “La terza America” e “End the Fed”.

Probabilmente, se al governo degli USA, rispetto a un Clinton, a un Bush, a un Obama, a un Trump e a un Biden, ci fosse stato il purtroppo volutamente boicottato Ron Paul, la Storia sarebbe stata molto diversa e molte guerre e conseguenti morti civili, sarebbero state evitate.

E sarebbero evitate ancora oggi. In questi giorni.

Pur con idee socio-politiche e economiche diametralmente opposte rispetto a quelle del Presidente cinese Xi Jinping, Ron Paul, come il leader cinese, segue la linea della non ingerenza, del dialogo e del rispetto reciproco.

Xi, nei colloqui con Biden, ha affermato – fra le altre cose – “Un conflitto non è nell’interesse di nessuno. Le relazioni tra Stati non possono arrivare alla fase dello scontro militare”.

E il portavoce del Ministero degli Esteri cinese, Zhao Lijian, aveva ricordato, poco prima del colloqui, che “la Cina fornisce all’Ucraina cibo, latte in polvere, sacchi a pelo, trapunte e materassini impermeabili, ma gli USA offrono armi letali. Non è difficile per le persone giudicare se cibo, sacchi a pelo o armi sono più essenziali per la popolazione ucraina”.

Questi dovrebbero essere i punti di partenza di ogni persona di buona volontà, che abbia a cuore gli interessi degli abitanti del pianeta.

Indipendentemente dalle idee politiche che professa, occorre sempre onestà intellettuale, morale e capacità di apertura e dialogo. Qualità spesso rare, ma le uniche capaci di fare uscire il mondo da ogni forma di conflitto.

Luca Bagatin

www.amoreeliberta.blogspot.it

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Nato a Roma nel 1979, è blogger dal 2004 (www.amoreeliberta.blogspot.it). Dal 2000 collabora e ha collaborato con diverse riviste di cultura risorgimentale, esoterica e socialista, oltre che con numerose testate giornalistiche nazionali, fra le quali L'Opinione delle Libertà, La Voce Repubblicana, L'Ideologia Socialista, La Giustizia, Critica Sociale, Olnews, Electomagazine, Nuovo Giornale Nazionale, Liberalcafé. Suoi articoli sono e sono stati tradotti e apprezzati in Francia, Belgio, Serbia e Brasile. Ha pubblicato i saggi "Universo Massonico" (2012); "Ritratti di Donna (2014); "Amore e Libertà - Manifesto per la Civiltà dell'Amore" (2019); "L'Altra Russia di Eduard Limonov - I giovani proletari del nazionalbolscevismo" (2022) e "Ritratti del Socialismo" (2023)

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