Per non buttarci via con la cancel culture: “Sangue, fatica, lacrime e sudore” Sir Winston Churchill in Lodi Liberale

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Otto anni di attività e 153 serate: Lodi Liberale ha presentato, lunedì scorso, il libro di Winston ChurchillLacrime, sudore e sangue. I più bei discorsi sulla forza di resistere”, pubblicato da Garzanti Libri, insieme a Giovanni Sallusti (Giornalista), Stefano Magni (Giornalista) e Antonio Carioti (Giornalista).

Il V lunedì di questo mese è stato dedicato al terzo statista liberale: Winston Churchill, in una breve raccolta dei suoi discorsi, che si distinguono anche dal punto di vista stilistico. Lorenzo Maggi, Presidente di Lodi Liberale, ha introdotto la serata con una riflessione sulla figura del politico, uomo indispensabile per determinare la storia del novecento, liberandola dal gioco del nazismo, grazie alla sua capacità e alla sua consapevolezza.

La democrazia liberale inglese prende, con Churchill, una posizione chiara nel panorama europeo: i discorsi che sono scritti in questo libro sono argomento politico e di guerra, del parlamento inglese. In una cavalcata di poche pagine si dipana il pensiero di resistenza e la strategia di reazione all’oppressione hitleriana, dove non era contemplato il perdere.

A CHURCHILL DOBBIAMO IL PLURALISMO DELLE IDEE E LA LIBERTA’

“Il primo discorso è del 1938 – ha detto Sallusti – Churchill ammoniva già sul fallimento della conferenza che doveva mettere in fila i principi per la pace in Europa.” La conferenza di Monaco fu un incontro internazionale che si tenne dal 29 al 30 settembre 1938, fra i capi di governo di Regno Unito, Francia, Germania e Italia, che firmarono l’accordo di Monaco.

DISCORSI DALLA TRINCEA

La posizione di Churchill si confronta con Edward Wood, noto come Lord Halifax, che si è mantenuto trattativista con il nazismo fino alla fine: egli riteneva che l’arte di Churchill fosse la parola, principalmente, che mandava in guerra contro gli inglesi. Ma è evidente che il modo migliore per rappresentare i discorsi di Churchill è di essere stato la parte essenziale della politica inglese.

“Dico al Parlamento come ho detto ai ministri di questo governo, che non ho nulla da offrire se non sangue, fatica, lacrime e sudore. Abbiamo di fronte a noi la più terribile delle ordalìe. Abbiamo davanti a noi molti, molti mesi di lotta e sofferenza.”

“Voi chiedete: qual è il nostro obiettivo? Posso rispondere con una parola. E’ la vittoria. Vittoria a tutti i costi, vittoria malgrado qualunque terrore, vittoria per quanto lunga e dura possa essere la strada, perché senza vittoria non c’è sopravvivenza.”

LA POLITICA DI CHURCHILL NON E’QUELLA DEL PARASSITA

“La politica può essere davvero una scienza architettonica, come diceva Aristotele: la X volta, che si distingue dalle altre nove, in nome di una visione. La sopravvivenza della società occidentale.” Questo è stato lo statista, secondo Sallusti. Non era quindi una questione di vincere o di perdere una guerra, ma di non perdere tutta la storia della civiltà dell’occidente.

“Sono discorsi scritti prima di essere pronunciati, in modo maniacale, curati e strepitosi – ha detto Sallusti – prese il Nobel per la Letteratura nel 1953 per la sua padronanza della descrizione storica e biografica e per la brillante oratoria in difesa dei valori umani”.

Winston Churchill ha sempre avuto da parte un secondo piano: tenere pronto un aiuto da parte degli Stati Uniti d’America nel momento in cui l’isola britannica potesse essere occupata. Era convinto che ad ogni modo non ci sarebbe stata la sconfitta e che il cambiamento dell’entrata in Europa degli USA avrebbe determinato complessivamente un enorme cambiamento anche nel sistema industriale ed economico in Europa.

Prima di essere Primo Ministro Winston Churchill non trova molto spazio: ad ogni modo le sue riflessioni sono molto profonde, non si limitano alla gestione del conflitto, ma sono anche un importante elemento di analisi rispetto all’isola britannica, che è consapevole di essersi definita sempre per antitesi rispetto al continente europeo. Per questo motivo i suoi scritti possono anche essere complessivamente valutati nell’ambito della filosofia morale.

“La versione dominante della politica era il Leviatano. In questo caso emerge l’eccezionalità di una figura che acquisisce un senso complessivo, leggendo il volume, nel suo ultimo capitolo, dove si parla di valori e di una visione concreta, che implica la sopravvivenza fisica degli europei, con la loro civiltà.”

CHURCHILL RISPONDE ALLA DOMANDA: PERCHE’ LA POLITICA?

“Né i danni materiali né il massacro delle vite umane, potranno distogliere il popolo dell’Impero britannico dal compito solenne e inesorabile:  è prassi e in alcuni casi dovere di molti dei membri della camera, visitare i luoghi bombardati il più prontamente possibile. E anche io lo faccio, di tanto in tanto. In tutta la mia vita non sono mai stato trattato con una gentilezza quanto grade quanto quella riservatami dalle persone che hanno sofferto di più. Si potrebbe persino pensare che durante queste visite abbiano ricevuto qualche aiuto o sussidio, invece del sangue e delle lacrime, da ogni parte ho sentito la gente dire: possiamo farcela, restituiamo colpo su colpo.” 1940

Nella storia della Guerra mondiale Churchill rappresenta il modello per la difesa dei valori dell’uomo comune, come modello e bandiera di una politica altissima, che sarà ripresa in mano contro il totalitarismo da Ronald Reagan. La massima bandiera della libertà.

“Dio vi benedica tutti, questa è la vostra vittoria” 1945 dallo stesso uomo ora, la delete culture, sta cancellando la propria stessa civiltà con la rimozione dei modelli di libertà.

“Questa non è una lotta per Danzica. Stiamo lottando per salvare il mondo dalla peste della tirannia nazista e per difendere tutto ciò che è sacro per l’uomo…Si tratta di una guerra per stabilire, su rocce inespugnabili, i diritti della persona. Senza vittoria non c’è sopravvivenza”.

LE ACCUSE CHE OGGI VENGONO RIVOLTE A WINSTON CHURCHILL

Il nome di Winston Churchill è stato rimosso dal nome di una strada e sostituito da uno moderno e secondo la delete culture meno razzista, come Marcus Rashford. Antisemita e liberale, in realtà Sir Winston Churchill non solo ha contribuito a salvare il mondo da un malvagio dittatore fascista, ma essendo nato nel 1874 è altamente probabile che il suo background culturale fosse quell’avanguardia che per oggi è data per scontata. In un contesto internazionale di colonialismo e durante un conflitto in cui non c’era spazio per alto, la carestia del Bengala è da imputarsi alla difficoltosa gestione del conflitto in Giappone, non certo alle accuse insensate e anacronistiche. Per questo la rimozione delle Statue, come va di moda oggi, è segno di pericolo.

I BIANCHI INGLESI NON ERANO VISTI COME DEI NEMICI ATTIVI, DA HITLER

“Churchill era un uomo isolato, con dei precedenti non molto carichi dal punto di vista militare, ma di fronte al dilagare delle forze tedesche in Francia, l’uomo che si è presentato con la massima fermezza, era l’unico nella posizione di fare il Primo ministro. Churchill, prima di entrare in guerra contro l’Italia, cerca di avere un contatto con Benito Mussolini, sottolineando che molto probabilmente il conflitto sarebbe terminato con l’entrata in guerra degli USA, ma per la verità Mussolini conferma di rimanere fedele ai patti con Hitler.” Antonio Carioti sottolinea che la proiezione britannica era molto chiara, mentre la visione del primato della razza hitleriana vedeva come nemici la Francia e la Russia, non contemplando l’Impero britannico come un nemico, visto che il suo potere bianco era diffuso nelle colonie in Africa e in Asia.

IL DEMONIO STALIN

“Churchill di fronte alla possibilità di prendere parte al conflitto per arrivare alla vittoria finale, decide che in questo caso sarebbe stato adeguato intervenire in difesa del demonio, nonostante la granitica posizione anticomunista.” Antonio Carioti racconta come l’Inghilterra era stata protagonista di una impostazione libertaria ed eurocentrica, nei paesi dove aveva esercitato e stava esercitando un ruolo. La posizione di Churchill dunque era improntata a un progressismo, ingenuo, ma radicale.

E’ assurdo pensare che di fronte al nazionalsocialismo il razzismo suprematista fosse Winston Churchill.

“Dirò alla Camera quello che ho detto a coloro che hanno aderito a questo governo: Non ho nulla da offrire se non sangue, fatica, lacrime e sudore. Abbiamo davanti a noi un calvario del tipo più grave. Abbiamo davanti a noi molti, molti lunghi mesi di lotta e di sofferenza.”

LA GUERRA E LA VITTORIA AD OGNI COSTO

“Voi domandate, qual è la nostra politica? Vi dirò: è fare la guerra, per mare, terra e cielo, con tutta la nostra potenza e con tutta la forza che Dio può darci; fare la guerra contro una mostruosa tirannia, mai superata nell’oscuro e deplorevole catalogo dei crimini umani. Questa è la nostra politica. Voi domandate, qual è il nostro obiettivo? Posso rispondere con una sola parola: la vittoria. La vittoria a tutti i costi – La vittoria nonostante tutto il terrore – La vittoria, per quanto lunga e difficile la strada possa essere, perché senza la vittoria non c’è sopravvivenza.”

62 ANNI IN PARLAMENTO CONTRO I TOTALITARISMI

Tra i discorsi di Churchill molti sono inediti in Italia: in particolare in quello pronunciato il 20 gennaio 1940, dopo la resa della Polonia al nazismo e l’annessione all’Unione sovietica delle 3 Repubbliche baltiche e il tentativo di invasione della Finlandia. In questo discorso egli ha delle parole incredibili di elogio della resistenza finlandese, che in Italia fu descritta dal cronista al fronte Indro Montanelli.

“Il conflitto tra il 1939 e il ’40 era combattuto essenzialmente sul mare. Churchill utilizzò delle parole di elogio nei confronti del governo finlandese.” Stefano Magni ha portato un estratto del discorso che Churchill tenne alla radio per parlare delle feroci settimane di combattimento nel Circolo polare artico, mettendo in risalto come la politica del colosso comunista fosse, improvvisamente, divenuto brutale e schiacciante, vile e opportunista, di fronte al bisogno impellente. La Finlandia partecipò alla Seconda Guerra Mondiale inizialmente in una guerra difensiva contro l’ Unione Sovietica, seguita da un’altra battaglia contro l’Unione Sovietica agendo di concerto con la Germania nazista e infine combattendo a fianco degli Alleati contro la Germania nazista. “Si trattava della salvezza della civiltà di fronte a secoli bui!”

HITLER HA DETERMINATO ENORMI DISSESTI IN EUROPA

Alla fine della Seconda guerra mondiale, nel 1945, si forma un trio anomalo: Winston Churchill, Franklin Roosevelt e Joseph Stalin. Eppure si trovarono in una sola Conferenza a Jalta, dove erano finiti progressivamente, partendo da quando Adolf Hitler invase l’Unione Sovietica nel 1941.

“La carriera di Churchill iniziò con l’invasione della Norvegia da parte della Germania, il 10 maggio 1940; alle soglie dell’invasione della Francia da parte della Germania, cadde il Governo Chamberlain e venendo incaricato proprio lui di tenere in mano l’Isola britannica per battere Hitler. Quando anche la Francia getta la spugna e viene sottomessa ad Hitler, allora Churchill cerca di trovare una sorta di contatto con Stalin, avvertendolo che le corazzate in terra slava erano un preludio all’invasione. Ma, come spesso di è detto, il suo avvertimento non venne considerato fino all’ultimo.”

Regno Unito e Unione Sovietica rimangono avversari potenziali dal punto di vista politico e militare, ad esempio in merito alla questione norvegese.

(MC)

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