Il potere contrasta il potere: le idee per una riforma, secondo Calhoun, in Lodi Liberale

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Una serata interessante quella che l’associazione Lodi Liberale ha proposto, arrivata a ben otto anni di attività, nel 151esimo evento tenutosi on line a mezzo zoom, dove è stato presentato il libro di John C. Calhoun “Disquisizione sul governo“, pubblicato da Liberilibri Editrice, insieme a Marco Luigi Bassani (Professore di Storia delle Dottrine Politiche presso l’Università degli Studi di Milano), Luigi Curini (Professore di Scienze Politiche presso l’Università degli Studi di Milano) e Alessandro Vitale (Professore di Geografia Economica e Politica presso l’Università degli Studi di Milano).

Il libro è stato introdotto dalla presentazione del Presidente dell’associazione Lodi Liberale, Lorenzo Maggi.

“Il testo – ha detto Maggi – è di una straordinaria attualità, ha una serie di spunti interessanti; spiega in modo chiaro come mai è necessario avere una Costituzione, con limiti e risorse, che servono a valorizzare la libertà limitando il dispotismo di alcuni, ma nel libro, allo stesso tempo l’autore liberale, non anarchico, spiega come mai in uno Stato democratico e in un Governo si crea una dinamica tra governanti e governati che ricalca la dimensione tassatori e tassati.”

In questo libro si illustrano i rischi della competizione nei governi. I rischi della tirannia della maggioranza, come Alexis de Tocqueville diceva, sono che la maggioranza possa prendere tutto, facendo decadere il principio degli argini della democrazia liberale, che invece nel momento in cui c’è una sorta di concorrenza, si realizza, dando opportunità anche agli altri di rimettersi al centro.

A Disquisition on Government (1850) è un gioiello della scienza politica e il prodotto più sofisticato scaturito dall’esperienza della repubblica americana dopo i suoi primi sessant’anni di vita. In questo saggio, nel quale gli insegnamenti del mo­dello americano vengono analizzati a beneficio del mondo intero, John C. Calhoun individua negli effetti del principio maggioritario semplice una vera piaga, desti­nata a minare ogni società de­mo­cratica. E indica anche una soluzione: il principio della maggioranza concorrente, secondo il quale la ricerca del consenso sulle questioni cruciali deve tener conto dei grandi interessi del Paese. L’autore avanza anche una teoria liberale della lotta di classe: la fonte dei privilegi ingiustificati va ricer­cata nei mecca­nismi del potere politico e non nel modo di produzione della ricchezza. I veri padroni sono coloro che dominano non i mezzi di produzione ma l’apparato governativo. Oggi, la critica calhouniana al concetto di maggioranza semplice e la sua contrapposizione fra produttori e consumatori di tasse sono sorprendentemente attuali. I problemi derivanti dall’applicazione del principio della “sovranità popolare” e il fenomeno del parassitismo politico che assillano tutte le società democratiche erano già ben visibili nel­l’età jacksoniana, agli al­bori delle istituzioni democratiche.

La Libertà consente il progresso e il perfezionamento della specie umana

“Rileggere questo bellissimo libro introdotto da Bassani è utile in questi anni turbolenti, in cui la politica si trova a pronunciarsi sulla questione del conflitto tra maggioranza e minoranza in democrazia. L’autore riconosce che gli individuo hanno al tempo stesso un ruolo auto interessato, egoistico movente delle azioni umane, e un lato sociale. Manca la questione iperpositivista dell’egoismo letto secondo la chiave di Any Randt, ma richiede e rende necessaria una competenza del governo, fondamentalmente calmierante.”

Chi controlla il controllore

“I rischi della maggioranza e della sua generazione, per l’autore, sono legati alla stabilità stessa della maggioranza: se gli individui sono egoisti e necessitano del Governo, il governo viene controllato dal potere, ovvero lo Stato instabile opera una naturale divisione in due tra chi crea le tasse e chi le paga. Tra chi le paga e chi vive grazie a queste tasse. Si ripropone quindi il principio di Nicholas de Condorcet delle procedure parlamentari per la gestione delle maggioranze, per frenare l’invadenza del Leviatano.”

Federalismo e decentrazione: chi identifica i gruppi rilevanti, gli interessi e quando farlo

Secondo il professor Luigi Curini – tenuto conto del contesto di Calhoun –  con la maggioranza concorrente diversi gruppi rilevanti all’interno della società assumono il potere e in sostanza ricalca quello che viene attualmente definito come “Teoria degli attori sociali” con potere di veto. Se non si è riconosciuti come tali inevitabilmente le modifiche addotte possono scontentare chi non fa parte di questo sistema.

La Teoria della scelta pubblica

Nel contesto delle “riforme costituzionali” sostiene James Buchanan, il velo dell’ignoranza finisce per essere un «costo eccessivo» che impedisce la partecipazione al gioco costituzionale ma che elude la debolezza del metodo.

In un contesto di maggioranze concorrenti da una parte si pongono esiti di inazione, a cui Calhoun risponde quadrando il cerchio e sostenendo che i politici in questa misura sarebbero differenti che in presenza di maggioranze semplici. Infatti avrebbero in mano il potere di contrattazione e di deliberazione, per cui la dinamicità insita nella loro stessa sopravvivenza definita dal principio egoistico di auto sopravvivenza di cui sopra, consente di eludere l’inattività. Ora: individuati i gruppi rilevanti e stabilite le regole del nuovo sistema di maggioranze concorrenti, rimane l’ultimo ostacolo che riguarda il comportamento collettivo.

Il cambiamento: quando un gruppo ora coeso, domani non lo sarà più

“Qualunque membro del gruppo può beneficiarne a prescindere dalla partecipazione: l’intera costruzione di Calhoun diventa debole di fronte ad individui che non sono disposti ad attivarsi per interessi generici di ampio spettro, ma si attivano piuttosto per gli interessi più piccoli.”

“La libertà, infatti, anche se tra le più grandi benedizioni, non è così grande come quella della protezione; in quanto, poiché la fine della prima è il progresso e il miglioramento della razza, mentre quella della seconda è la conservazione e la perpetuazione. E quindi, quando i due principi entrano in conflitto, la libertà deve, e sempre dovrebbe, cedere spazio alla protezione; poiché l’esistenza della razza è preliminare al suo miglioramento.” John Calhoun 1840

La tutela dell’individuo

La maggioranza concorrente, quindi, è più adatta ad allargare e mettere in sicurezza i limiti di libertà, perché è più adatto a limitare il governo a tutela della comunità, mentre protegge la sfera della libertà individuale nella misura massima che la condizione della comunità ammetterà. Dice Calhoun.

La ricerca dei rimedi alla concentrazione del potere

“L’opera di Calhoun affonda le radici nel periodo post rivoluzionario, ma specialmente anticipa la teoria della Scienza della politica, gettandone le basi.” Secondo il professor Alessandro Vitale sulla base delle radici di Rousseau, la maggioranza ha la tendenza a non pensare anche a chi resta fuori, per cui somiglia molto un Governo a una concezione accentratrice, se non c’è una mediazione, ovvero degli strumenti di potere che calmierano il potere stesso. Non bastano il voto e non basta la Costituzione: per evitare la tendenza all’abuso Calhoun pensa che l’unica possibilità sia quella di creare concorrenza tra i poteri.

La politica fiscale, la tassazione e la spesa pubblica come gioco a somma zero

“La crisi della divisione funzionale dei poteri, del costituzionalismo contemporaneo, della mancata contrapposizione dei poteri e delle democrazie maggioritarie è proprio quello descritto dall’autore.”

Se anche la concezione di Calhoun può essere confutabile – secondo Vitale – è fatta di elementi assolutamente rilevabili di fatto. La differenza tra tasse pagate e servizi pubblici o trasferimenti mette in evidenza lampante che c’è una grande differenza in questo sfruttamento, che comporta una riduzione della popolazione, una riduzione delle attività economiche e in pratica una decrescita progressiva.

Prove storiche evidenti tra teoria e realtà

“C’è una grande probabilità che nel gioco a somma zero, tanto maggiore è il guadagno per chi è in perdita e viceversa, ma alla fine quel che accade è che l’intero sistema crolla, non è reciproco.” Il terreno di Calhoun è molto solido.

Calhoun un realista liberale

“I due sistemi, politico ed economico differiscono anche laddove il primo è a somma zero e il secondo è redditizio, per questo si parla dell’intervento pubblico nei suoi limiti fattuali”. Maggi riporta quindi gli esempi che si possono trarre dalla lettura del libro di Calhoun in cui spiega il meccanismo di scontro tra partiti di minoranza e di maggioranza descrivendo un quadro perfetto dei meccanismi politici che avvengono.

Il veto governativo dei gruppi (maggiori) di interesse e come emergono all’interno della società

“I possessori di schiavi erano gli schiavi fiscali del nord America” il professor Marco Bassani contestualizza una delle più importanti opere di filosofia politica, considerata un classico americano, come riflessione politica e costituzionale di John Caldwell Calhoun. Come può una comunità essere strutturata in maniera libera in forma costituzionale e rimanere tale? Il libro è il prodotto più sofisticato scaturito dall’esperienza americana di autogoverno prima della Guerra Civile: parliamo di “Repubblica o democrazia? John C. Calhoun e i dilemmi di una società libera” di Marco Luigi Bassani.

Il Senatore Calhoun, il più importante politico del South Carolina, veniva mandato per discutere delle questioni inerenti la democrazia, la libertà e la politica, divenendo il difensore ufficiale delle ragioni del Sud degli Stati Uniti d’America.

“In quel periodo nasceva anche il Manifesto del Partito Comunista di Karl Marx” Calhoun cercava di scrivere una sorta di contromanifesto, dandosi da fare per proteggere i proprietari terrieri, detti schiavisti, che erano coloro che possedevano i mezzi di produzione e grazie ai quali poteva nascere un rapporto prolifico naturale, che nasce dall’interazione tra gli uomini.

L’assoluta inversione tra struttura e sovrastruttura

“Tra Hobbes e Aristotele: l’uomo ha un potere sociale ma ha bisogno di un governo; l’azione del governo produce due classi contrapposte: i produttori di tasse ed i consumatori di tasse. Chi comanda e chi obbedisce lo stabilisce la politica e non i padroni delle ferriere.” Il professor Marco Bassani ha illustrato con chiarezza come il sud deli USA abbia finanziato il nord per il 43%, consentendo, rispetto alla media del 6% della pressione fiscale, al Nord, di crescere e di essere del tutto evidentemente lanciato per la difesa degli interessi del Nord est America.

Calhoun – ha detto Bassani – sviluppa la teoria di Thomas Jefferson: spiega di come gli stati individualmente possono mettere il veto sulla decisione dell0unione. La comunità politica americana è stata caratterizzata dalla riflessione sulla Costituzione, il pensiero politico americano è definito, lo era allora e lo è in parte anche ora, delimitato in modo fattuale dalla Costituzione stessa. 

Lo stato di diritto e l’idea dell’annullamento statale

“L’idea di Calhoun è che la Costituzione americana non è una legge da interpretare dalla Corte Suprema, bensì i veri conflitti tra gli stati e la confederazione si ottengono con il veto, cioè con la negoziazione continua.” Una sorta di consorteria, consociativismo, dove la politica non attende il decisore, ma prende delle decisioni continuamente. Il decisore ultimo in America sembrava dunque essere la maggioranza assoluta di tutti gli stati, che avrebbe potuto mandare all’aria la Costituzione stessa.

La secessione in Calhoun

Nonostante molto spesso si senta dire che gli Stati Uniti d’America vietano la secessione, non è così. Il governo federale consente la secessione se l’accordo viene scisso quando c’è un cambiamento approvato in Costituzione con l’accordo della super maggioranza degli stati, per riassumere molto, non ci sono delle decisioni unilaterali che cadono sulla competenza di tutti a meno che non siano leggi dei singoli stati che cade solo su quella di competenza.

In linea di massima il dibattito sulla salute dell’unità degli stati americani riguarda l’enorme differenza tra chi vive nel Sud e chi vive nelle metropoli o sulla costa. Quando qualche legge di rilevanza entra nel dibattito e ha una grande ribalta, si ripresenta la possibilità. La secessione americana è difficile ma non è impossibile. E tra chi si fa affascinare dall’idea, anche per il timore che una certa destra non possa arrivare a sfondare nei grandi centri rischiando di essere sempre meno efficace a livello elettorale, e chi invece sottolinea come il vero rischio per gli Stati repubblicani sarebbe quello di staccarsi dai grandi Stati liberal come California e New York per finire sul lastrico.

Non è chi decide nel governo, ma come si forma il decisore, a fare la differenza

“Secondo Calhoun l’unico modo per sfuggire al dispotismo resta allora, in realtà, il sistema della maggioranza concorrente, in modo che emerga che ogni maggioranza non è altro che una coalizione di minoranze, in cui si interpellano separatamente le porzioni di interessi di comunità, che possono essere danneggiate dall’azione del governo, che rendono necessario il consenso della maggioranza.” Dunque il professor Bassani ha concluso facendo esempio di come anche in Italia molti no Euro e no UE e BCE siano finiti per smentirsi di fronte alle concrete battaglie del realismo liberale. Realisticamente appunto.

A cura di Martina Cecco

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