Chi più chi meno, ognuno vorrebbe certamente trarre vantaggio dal lavoro degli altri. Bastiat in Lodi Liberale

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145 serate di Lodi Liberale, alla volta della presentazione del libro di Frédéric Bastiat “SOFISMI ECONOMICI”, pubblicato dall’Istituto Liberale, insieme a Enrico Colombatto (Professore di Politica Economica all’Università degli Studi di Torino), Carlo Lottieri (Professore di Filosofia del Diritto all’Università degli Studi di Verona) e Nicola Iannello (Giornalista e Fellow dell’Istituto Bruno Leoni).

“Il pensiero liberale è importante per l’opinione pubblica, ma anche per la cultura: Lodi Liberale da un anno presenta i classici con cadenza regolare, per migliorare il modo in cui vengono presentate le linee di pensiero politico, serve alla contemporaneità, serve al dibattito politico.” Il presidente dell’Associazione Lorenzo Maggi ha spiegato che l’evento è stato rimandato perché nella serata precedente era in corso il blackout dei social, per cui non si poteva ottenere un risultato.

Fatto sta che la mancanza di concorrenza nel mondo social dimostra che, il quasi monopolio, è un’arma a doppio taglio. Cadendo facebook, cade un intero sistema di comunicazione. Presentare regolarmente testi del pensiero liberale è importante per dare continuità a una corrente che non viene spesa bene.

“Chiunque abbia affrontato questo autore ha incontrato la provocazione, sottile, il paradosso, l’affronto dei luoghi comuni e delle superficialità; il libro affronta in modo originale argomenti di ordine politico ed economico” il Presidente Maggi ha ricordato che grazie agli amici dell’Istituto Liberale da qualche anno tornano ad essere editi alcuni testi, curati con prefazioni nuove e letti con un taglio attuale.

Frédéric Bastiat (1801-1850) è un economista e politico francese, erroneamente ignorato in Francia, sebbene riconosciuto come autore di primaria importanza in molti altri paesi (negli Stati Uniti in particolare). Era un cattolico liberale, convinto che il cattolicesimo ed il liberalismo possano andare d’accordo; una voce fuori dal coro rispetto alla visione attuale.

LA FAVOLA DELLA FINESTRA ROTTA

Bastiat nel suo saggio del 1850, Ce qu’on voit et ce qu’on ne voit pas (“Ciò che si vede e ciò che non si vede” in traduzione presso l’Istituto Liberale di Alessio Cotroneo in questo periodo), per chiarire la nozione dei costi occulti (o costi incidentali) e spiegare perché la distruzione, e il denaro speso per la ricostruzione, non portano beneficio alla società UTILIZZA la metafora della finestra rotta: un ragazzino passa per strada e rompe la finestra con un sasso, la finestra è quella di una vetrina e il vetraio dovrà ripararla e quindi sarà pagato per effettuare questa riparazione (che non è un investimento ma una rimessa a nuovo di un esistente).

Il commerciante Jacques Bonhomme, alla fine viene consolato pensando che “quel che non strangola ingrassa”: ma la realtà è molto diversa. I soldi che sono stati spesi per rimettere mano a una cosa, non possono essere investiti dal commerciante e sono stati sprecati in qualcosa che non era previsto, che era presente prima. Non essendo una scelta profittevole e non apportando migliorie sono soldi buttati via.

I SOFISMI ECONOMICI

Petizione Dei fabbricanti di candele, ceri, lampade, candelieri, lampioni; dei produttori di sego, olio, resina, alcool e in generale di tutto ciò che concerne l’illuminazione.

“Ai signori membri della Camera dei Deputati Signori, Voi siete sulla buona strada. Voi rigettate le teorie astratte; l’abbondanza, il basso prezzo vi toccano ben poco. Voi vi preoccupate soprattutto delle sorti del fabbricante. Voi volete liberarlo dalla concorrenza esterna; in una parola, voi volete riservare il mercato nazionale al lavoro nazionale. Noi vi offriamo una eccezionale occasione per applicare, come si potrebbe dire, la vostra… teoria? No, nulla è più ingannevole delle teorie; la vostra… dottrina? il vostro sistema? il vostro principio? Ma voi non amate le dottrine, voi avete orrore dei sistemi, e, per ciò che riguarda i principi, voi dichiarate che non ve ne sono nella economia “sociale”; noi diremo dunque la vostra prassi, la vostra pratica senza teoria e senza principi. Noi subiamo l’intollerabile concorrenza di un rivale straniero posto, a quanto sembra, in condizioni talmente superiori alle nostre, per la produzione della luce, che inonda il nostro mercato nazionale ad un prezzo favolosamente ridotto; perché, fintantoché si fa vedere, le nostre vendite cessano, tutti i consumatori si rivolgono a lui, e una parte di industria francese, le cui ramificazioni sono infinite, è improvvisamente colpita da una completa stagnazione. Questo rivale, che altri non è che il sole, ci fa una guerra così accanita, che noi sospettiamo che alle spalle esso abbia la perfida Albione, tanto più che per quella isola orgogliosa noi abbiamo dei riguardi dei quali essa si esime bene nei nostri confronti.” (IBL)

“Era nato nel Sud ovest della Francia e in seguito entra in contatto con gli esponenti del pensiero del libero scambio e della libera circolazione di uomini e capitali: una delle battaglie più combattute da parte di Bastiat. Egli ci fornisce un vero e proprio arsenale concettuale per parlare della libera circolazione delle merci e dello sviluppo del mercato.” Nicola Iannello spiega come la penna di Bastiat sia particolarmente acuta e la sua polemica sottile. Nella Francia dell’epoca l’economia era quella di mercato e gli economisti erano i liberali, per antonomasia. Bastiat non può assistere alla nascita del socialismo scientifico e non vede l’ascesa del movimento operaio. Viene schernito da Karl Marx che leggeva nel liberale un rappresentante del pensiero del commercio, con intento offensivo, di per sé.

Era un fiero sostenitore della libertà: di scambio, di iniziativa economica, di pensiero.” Iannello riporta come per Bastiat la libertà sia tutto, il principale motore per la soluzione dei problemi sociali. In questo libro smonta principalmente gli argomenti protezionistici. Segue a questo libro un secondo libro dei sofismi.

”Nel libro compare anche un’importante analisi del fenomeno della spogliazione. Gli uomini, spiegava Bastiat, hanno a disposizione solo due mezzi per procurarsi le cose necessarie alla vita: la produzione e lo scambio, oppure la spogliazione. In questo secondo caso si aspetta che qualcun altro abbia prodotto qualche cosa, per poi strapparglielo con l’inganno o con la forza. Forme di spogliazione sono i furti, le rapine, le frodi commerciali, le conquiste militari, i privilegi monopolistici, i dazi, le tasse. Ciò che separa l’ordine sociale dalla perfezione è proprio lo sforzo costante dei suoi membri di vivere e crescere alle spese gli uni degli altri. Se la spogliazione non esistesse, la società sarebbe perfetta. Dietro ogni sofisma economico, infatti, si cela sempre un’estorsione, perché per derubare il pubblico, occorre ingannarlo. Ingannarlo è convincerlo che viene derubato per il suo bene; è fargli accettare in cambio dei suoi beni servizi fittizi, se non dannosi. L’utilità dell’economia politica è quindi evidente: è come una fiaccola che svela gli inganni e dissipa gli errori, distruggendo così le basi della spogliazione, la fonte maggiore del disordine sociale.” Dalla Prefazione di Guglielmo Piombini

UN’OPERA LEGATA AGLI ANNI ‘40

“Un grande successo per i contemporanei, ma che immediatamente viene archiviata, seppure alcuni autori, come Pareto, ne abbiano curato alcune parti. Egli riappare sulla scena quando in USA viene tradotto uno dei testi di Bastiat, “La Legge –  La Loi”, che ne rilanciano il pensiero e mettono in circolo questo libro!” Spiega Carlo Lottieri che l’autore interpreta una chiave di volta tra Locke e il pensiero liberale: nei testi di Bastiat troviamo le polemiche coi socialisti francesi. “Bastiat è costretto a confrontarsi con il socialismo emergente, il liberalismo non era più l’avanguardia. I socialisti in quell’epoca era visti come l’innovazione. E’ evidente che – in Bastiat – troviamo una critica molto forte nei confronti dei capitalisti e degli industriali.”

BASTIAT E LA SUA FORMAZIONE SUI TESTI ARISTOTELICI

“La cosa interessante è che le due anime di questo intellettuale, in un mondo molto diverso da quello in cui si erano formate le idee liberali, cerca di difenderne costantemente i principi, ancorandosi a delle teorie – seppure astratte – fondamentali, legate al fatto che rifiuta i pragmatismi!” Secondo Lottieri c’è una riflessione da fare a priori sull’economia, ci sono assiomi da cui partire. Oltre a principi economici ci sono anche principi etici. I contratti implicano per Bastiat anche l’impegno e il rispetto delle regole.

“Le ragioni che hanno reso obsoleto e difficilmente leggibile Bastiat, sono gli stessi per cui attualmente invece è tornato di attualità. Bastiat non prende le parti di un ceto produttivo particolare, anche se sposa gli ideali borghesi, critica il protezionismo e anche il capitalismo parassitario.”

Lo Stato ormai ha talmente permeato il privato, che diviene difficile capirne ad oggi il confine.

“Il testo in oggetto della serata si può trovare gratuitamente sul sito dell’Istituto Liberale, inserendo la propria mail” il Presidente Maggi ha ricordato che il testo è disponibile in pdf in tempo reale.

BASTIAT OGGI, COME FILOSOFO DELLA POLITICA E COME ECONOMISTA

“Bastiat non è sempre chiarissimo e coerente, specialmente sotto il profilo economico: la sua lettura non è facile, è agevole, per lo stile, ma molto complessa. Egli scomparve molto in fretta dai suoi contemporanei perché nell’800 l’economia classica era legata più alla produzione che non allo scambio. Questo concetto presuppone la distribuzione del valore ottenuto, ma non contempla la valutazione nello scambio!” Al contrario Bastiat, spiega Enrico Colombatto, ha portato il tema fondamentale del valore dello scambio.

Quando in seguito si sviluppa l’idea che parte dalla Scuola Austriaca si cerca in Bastiat una sorta di padre nobile del pensiero. Dal punto di vista strettamente economico Bastiat viene emarginato perché non sviluppa con precisione teorie economiche. I suoi errori sarebbero da matita rossa.

“Troviamo in Bastiat molto delle Conseguenze non intenzionali delle Azioni intenzionali di Hayek in questo autore, la miopia delle decisioni individuali che portano a conseguenze che non vediamo, non percepiamo e non vogliamo capire più spesso.” Secondo Colombatto in Bastiat troviamo anche l’idea dell’ordine spontaneo. Dobbiamo a Bastiat una visione ampia, che si collega con la Scuola Austriaca.

UNA LEGGE NATURALE DETTATA DA DIO

Bastiat, secondo Colombatto, ha una visione Giusnaturalista che in Hayek non si trova, i diritti naturali innati dell’uomo includono la libertà, qualcosa che ci appartiene dal punto di vista ontologico.

“Bastiat era contrario all’individuo che si assoggetta alla legge, visto che l’uomo è soggetto a dei valori assoluti, per Bastiat legati alla fede.”

Tutto si tiene collegando Bastiat all’illuminismo scozzese, non all’illuminismo francese. Esiste quindi un’alternativa in chiave interpretativa dell’illuminismo.

SIAMO NATI PROPRIETARI

Per Bastiat anche la proprietà privata fa parte dei diritti naturali: il legame tra questo autore e gli altri autori che sono seguiti è difficile da comprendere: innovativo, ma con punti certi legati a Dio, troviamo quindi principi simili ma con esiti diversi, ad esempio contrariamente a Buchanan dove non esiste armonia divina, congiunzione tra aspirazioni umane e provvidenza. La Public Choice non rileva questa tendenza.

LA RESPONSABILITA’ INDIVIDUALE IN BASTIAT

L’autore non arriva a giudicare lo Stato tout court, ma si limita a dare un parere sugli effetti dell’attività dello Stato: contrario ai protezionismi ha una visione complessa della tassazione. Da certi punti di vista emerge anche una sorte di populismo socialista, da questo punto di vista, che confonde il lettore.

Bastiat non comprende che il protezionismo impedisce la crescita, ma semplifica molto, dicendo che i dazi e il protezionismo comportano aumento di prezzo e scarsità. Allo stesso modo arriva a definire gli avanzi commerciali partendo da una eccessiva semplificazione che lo rende impreciso.

“Immaginate che una nazione isolata, che possiede una data quantità di denaro, ogni anno si diverta a bruciare la metà di tutto ciò che produce. Potrei provare, tramite la logica di Dombasle, che essa non diminuirebbe la sua ricchezza. In effetti, in seguito all’incendio il prezzo di ogni cosa sarebbe raddoppiato, e gli inventari fatti prima e dopo il disastro segnerebbero esattamente lo stesso valore nominale. Ma a quel punto, chi avrà perduto qualcosa? Se Tizio compra del tessuto a prezzo più caro, egli venderà a prezzo più caro anche il suo grano; e se Caio ci perde comprando grano, egli recupera sulla vendita del suo tessuto. Allora trarrò queste conclusioni: «ciascuno ritrova l’aumento dei prezzi di tutto ciò che compra nell’aumento di prezzo di ciò che produce; e se tutti spendono di più come consumatori, tutti anche ricevono di più come produttori». Ma tutto ciò non è scienza: è un mucchio di parole senza senso. Ecco la verità, ridotta alla sua espressione più semplice: sia che le persone consumino il tessuto e il grano bruciandolo, sia che lo consumino usandolo, l’effetto sul prezzo è lo stesso; ma non l’effetto sulla ricchezza: poiché è precisamente nell’uso delle cose che consiste la ricchezza, o il benessere.” Bastiat

“La legge secondo Bastiat piega gli individui come se fossero argilla, la democrazia allargata e lo Stato come ne escono? Promulgare le leggi non finisce per dare limitazioni alla libertà degli individui?” La domanda di Lisa Kinspergher, studentessa, ha portato l’argomentazione della serata sul problema delle competenze. Tra le competenze anche i ruoli, ad esempio nel pagamento dei servizi pubblici.

Lo Stato, è la grande illusione attraverso la quale tutti cercano di vivere alle spalle di tutti gli altri. Infatti, oggi come ieri, chi più chi meno, ognuno vorrebbe certamente trarre vantaggio dal lavoro degli altri. Bastiat

 

Ad esempio: chi può stabilire eticamente a chi compete la tassazione per il ponte sullo Stretto di Messina? (MC)

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