Il 22 settembre scorso, cinque attivisti di Mosca del partito nazionalbolscevico “L’Altra Russia di Eduard Limonov”, hanno intrapreso un’azione di protesta denunciando il partito di governo liberal-conservatore “Russia Unita”, espressione di Vladimir Putin.
Gli attivisti, vicino all’edificio della Duma di Stato (parlamento russo), hanno infatti appeso uno striscione con la scritta “Non ti abbiamo scelto!”, per ribadire che, le elezioni del 17 -18 e 19 settembre scorso, sono state una farsa, tutta a vantaggio del potere putiniano, che era già stato stabilito che avrebbe vinto.
Gli attivisti – Timothy Filin, Ivan Rybin, Maria Pastushkova, Sergey Semenov e Yegor Feshchyshyn – sono stati tutti arrestati dalle forze speciali.
Il tribunale ha oggi emesso la sentenza di condanna per gli attivisti.
Maria Pastushkova e Yegor Feshchyshyn sono stati condannati a 10 giorni di carcere, con l’accusa di disobbedienza agli agenti di polizia.
Timothy Filin è stato condannato a 14 giorni di carcere, con l’accusa di teppismo.
Ivan Rybin e Sergei Semenov sono stati condannati a 25 giorni di carcere, con l’accusa di ripetuta violazione della legge sul diritto alla riunione e alla manifestazione (diritto praticamente inesistente nel Paese, nonostante sia sancito dall’articolo 31 della Costituzione della Federazione Russa).
I cinque imputati sono difesi dall’avvocato Leonid Solovyov e il partito di Limonov sta raccogliendo fondi in sostegno della liberazione degli attivisti.
“L’Altra Russia di Eduard Limonov”, partito di sinistra patriottica al quale, assieme al partito di Navalny e al Partito Libertario, è stato impedito di partecipare alle elezioni, ha tenuto, in tutti gli scorsi giorni, picchetti di protesta, denunciando l’illegalità delle elezioni parlamentari russe ed il clima di intimidazione nel quale si sono svolte.
Nessun grande organo della stampa Occidentale si è mai degnato di parlare del partito fondato dallo scrittore Eduard Limonov e del suo attivismo anti-governativo.
Luca Bagatin