I MAESTRI DEL LIBERALISMO NELL’ITALIA REPUBBLICANA in LODI LIBERALE

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Nel 140esimo evento di Lodi Liberale è stato presentato il libro di Giuseppe BedeschiI MAESTRI DEL LIBERALISMO NELL’ITALIA REPUBBLICANA“, pubblicato da Rubbettino Editore, insieme all’autore (Professore Emerito di Storia della Filosofia a La Sapienza Università di Roma), Carlo Scognamiglio Pasini (Presidente Emerito del Senato della Repubblica) e Dino Cofrancesco (Professore Emerito di Storia delle Dottrine Politiche presso l’Università di Genova).

“Un libro uscito nel 2021 dove si fa una sorta di viaggio tra coloro che sono definibili come liberal democratici del ‘900. Diviene importante per capire che cultura marxista ha avuto una diffusione enorme nel ‘900 nel dibattito delle idee, facendo pensare che in qualche modo in Italia non ci fosse il pensiero liberale, un fatto che così non è, se si pensa anche solo a Luigi Einaudi, e agli altri autori che sono inclusi in questo libro, descritti ognuno con le proprie peculiarità, da Benedetto Croce a Gaetano Salvemini a Guido Calogero, Carlo Antoni, Giuseppe Maranini, Roberto Bobbio, Nicola Matteucci, Giovanni Sartori, Giovanni Romeo.” Il libro è stato consigliato dal Presidente di Lodi Liberale Lorenzo Maggi.

Carlo Scognamiglio “La dottrina del liberalismo contiene tante sfaccettature. Nel libro troviamo nel prologo i due giganti del pensiero liberale italiano, Croce ed Einaudi, che sono la cerniera tra la prima parte e la seconda parte del ‘900”.

“Le figure che sono contenute nella seconda e nella terza parte del libro sono sproporzionate tra loro, per cui il rischio è che i minori siano in qualche modo paragonati con dei grandi. In ogni modo il libro aiuta a capire che nel ‘900 in Italia, specialmente nella seconda metà, era molto difficile dirsi liberali.” Secondo Carlo Scognamiglio quindi nel libro non sono contenuti esattamente i maestri del liberismo italiano, ma una selezione di intellettuali italiani che hanno percorso delle strade in taluni casi utilitaristiche e non puramente liberaliste.

“Naturalmente, ciascuno di questi autori ha privilegiato alcuni temi rispetto ad altri, ciascuno ha avuto una propria ispirazione e un timbro particolare. Il libro ricostruisce il pensiero di ognuno, ma mette altresì in rilievo come tutti in una Italia in cui il marxismo e il cattolicesimo politico avevano l’egemonia – abbiano condotto una decisa battaglia in difesa della società pluralistica (sia a livello economico, sia a livello politico, sia a livello culturale), e, al tempo stesso, abbiano combattuto le grandi disuguaglianze sociali e abbiano rivendicato una società più giusta. Il libro mostra che, per ricchezza di cultura e per capacità di riflessioni teoriche, il pensiero liberale italiano dell’Italia repubblicana occupa un posto di tutto rispetto nella contemporanea cultura europea.”

“C’è il pensatore liberale, che scrive i volumi di teoria politica e di analisi storica, ma ci sono anche gli intellettuali che non hanno lasciato volumi su un pensiero politico in particolare, ma hanno contribuito a formare una sorta di intellighenzia liberale nazionale. Personaggi che non sono citati nel libro, magari, ma che hanno contribuito alla creazione del pensiero con delle raccolte di scritti ispirati sicuramente al liberalismo.” Secondo Dino Cofrancesco dunque la figura dell’intellettuale in Italia non è propriamente solo quella di un uomo che scrive dei libri, ma anche di persone che collaborano alla crescita della cultura, come Nicola Abbagnano e Lucio Colletti.

SENZA PROPRIETA’ PRIVATA NON C’E’ LIBERTA’ – SENZA LIBERA IMPRENDITORIA NON C’E’ LIBERTA’

“Il filosofo napoletano Guido Calogero ricordava che la proprietà privata è alla base della libertà: con la sua linea intendeva la giustizia come equa distribuzione che conduce all’uguaglianza, frutto del comportamento non egoistico degli individui dettato dal riconoscimento dell’altro con diritti medesimi ai nostri. Per questo non va escluso, a prescindere dalla filosofia del dialogo.”

LA TERZA VIA NON ESISTE

“La concezione della politica di Norberto Bobbio come liberale presta a notevoli contraddittori, dato che riteneva che l’aumento dei diritti fosse una rivelazione del liberalismo, mentre in realtà non è esattamente così, egli era totalmente sordo ai concetti economici, non se ne occupava, per cui in realtà nel suo programma socialista pensava ad Antonio Giolitti e alla libertà della persona nella società, non al liberalismo in sé.” Secondo Dino Cofrancesco Norberto Bobbio, che ha conosciuto personalmente, era principalmente crociano.

DIFENDO LE MIE SCELTE

L’autore Giuseppe Bedeschi ha spiegato come mai ha inserito taluni autori, poco inseriti nel pensiero liberale, in questo volume. Seppure condividendo le considerazioni in generale, bisogna non perdere di vista i rapporti tra i LIBERALI italiani ed i LIBERALSOCIALISTI. Nel quadrilatero Rossetti, Croce, Einaudi, Calogero assistiamo a un cambio di paradigma della posizione dei liberali in Italia. Dal liberalismo proprio al liberalsocialismo il pensiero liberale ha percorso un avvicinamento alla società, cambiando con essa. Fino a Bobbio, con le fasi in cui si avvicina e si allontana dal liberalismo, subisce il marxismo e parla delle democrazie popolari e delle riforme sociali, allontanandosi dal pensiero originale del liberalismo.

“Il secondo Bobbio – invece – riprende qualcosa del pensiero liberale. Il suo legame a livello strettamente letterario è principalmente con Einaudi.”

“Non ho inserito Mario Pannunzio” ha detto l’autore, che non ha inserito però anche altri pensatori, di per sé, come Giovanni Malagodi, Girolamo Cotroneo, Francesco Barone, ma le selezioni se fossero complete si chiamerebbero enciclopedie, mentre del resto spesso se ne parla, di costoro, e non degli altri.

A chiusura della serata è intervenuta Lisa Kinspergher, studentessa, che ha messo in risalto come in realtà l’essenza del pensiero liberale non venga mai colta nella politica fattuale italiana, quando di fronte a un problema si cerca tradizionalmente un interventismo statale, nonché ha messo in evidenza che, in politica, il pensiero liberale è stato usato come uno scivolo per passare da una posizione all’altra, più che una posizione in sé.

L’autore ha risposto che la Democrazia Cristiana ha governato in Italia con la sua massima espressione, Alcide DeGasperi, che aveva fondamentalmente delle idee profondamente liberali, che si sono sviluppate nella storia del pensiero italiano.

Sull’idea liberale sono state scritte biblioteche ma ciò che le è assolutamente essenziale si può esprimere in tre righe. Il liberalismo si fonda sul riconoscimento del valore sacro della persona umana, tutto ciò che opprime il libero svolgimento della personalità umana è illegittimo e non è nemmeno efficace. La capacità di resistenza e di sopravvivenza delle società fondate sul dibattito e sul consenso è infinitamente maggiore di quella delle società fondate sull’obbedienza e l’autorità anche se queste vedute dall’esterno possono sembrare monolitiche.

Giuseppe Maranini

A cura di Martina Cecco

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