Nel 139esimo evento di Lodi Liberale è stato presentato il libro di Carl Menger “SUL METODO DELLE SCIENZE SOCIALI”, pubblicato da Liberilibri Editrice, insieme a Raimondo Cubeddu (Professore di Filosofia Politica all’Università di Pisa), Giandomenica Becchio (Professore di Metodologia e Storia dell’Economia all’Università degli Studi di Torino) e Flavia Monceri (Professore di Filosofia Politica all’Università degli Studi del Molise).
UNA GRANDE FLUIDITA’ ISTITUZIONALE SENZA VINCOLI
“Opera fondamentale per la Scuola Austriaca che l’autore fondò, a cui il pensiero liberale non può che essere legato. Gli ospiti della serata sono gli unici che, in Italia, possono discuterne, visto che hanno curato l’ultima edizione, commentandola e rendendosi parte di questo percorso.” Il presidente di Lodi Liberale Lorenzo Maggi ha introdotto la serata spiegando che questo argomento specifico non ha ancora avuto una trattazione a livello accademico oltre a questa. Le opere non sono ancora state rese disponibili in italiano. Moltissime istituzioni sociali sono nate da un processo di cooperazione progressiva.
GLI ATTI DI SCAMBIO SONO INFINITI E NON SONO IN UN PROCESSO FINALISTICO
“Un libro fondamentale tradotto nel 1996 da Flavia Monceri che al momento non è disponibile, segna la nascita della Filosofia delle scienze sociali della scuola austriaca. Menger in questo libro del 1883 faceva della polemica contro la scuola classica economica tedesca, Metode Strike in cui termina con un fallimento di Menger. L’opera è rimasta lì come un documento che non è stato capito nella sua portata rivoluzionaria. Hayek attinge a Menger a piene mani, specialmente dal punto di vista dell’individualismo metodologico. Della nascita organico riflessa delle principali istituzioni sociali come mercato, moneta.”
UN TESTO SU CUI IN ITALIA SI LAVORA POCO
Raimondo Cubeddu spiega che Hayek non ha mai specificato i rapporti tra Adam Smith e Menger: oscure metafore e significati. L’economia politica doveva ripartire su basi radicalmente diverse rispetto all’émpasse di Adam Smith. La teoria del valore di Adam Smith secondo Menger era radicalmente sbagliata.
PRODURRE CERTEZZA NON E’ UNA COSA NATURALE, NONOSTANTE IL CODICE DELL’ESPERIENZA
“I punti di riferimento di Menger (che arrivano fin da Aristotele) in quest’opera sono Savigny, studioso di diritto romano e Burke.” Secondo Raimondo Cubeddu la cosa più importante di questo libro è che nella Teoria delle Istituzioni vi è la radice dell’individualismo metodologico. Atti individuali di scambio che possono realizzarsi e anche non realizzarsi. La nostra conoscenza si basa su quanto si è realizzato, il resto non lo sappiamo. Nella società c’è un continuo tentativo di migliorare la situazione.
“Gli individui scambiano secondo le funzioni soggettive di utilità, è il valore della DIFFERENZA tra le finalità individuali, che generano il cambiamento sociale. La libertà è madre della direzione dello scambio di tutto quello che ci capita!” Questo secondo Cubeddu, autore di un libro che è uscito in questo giorni “Un altro Menger”, curato da Raimondo Cubeddu e Marco Menon, in occasione del centenario della morte del grande economista, scomparso a Vienna il 26 febbraio 1921, è il grande lascito di Menger.
Un libro che ci porta a una diversa immagine di Menger, un cauto conservatore che sulla politica spicciola non si faceva delle idee tanto importanti da entrare nelle sue opere, che sono tante e varie, molto aperte ai problemi sociali, con una sensibilità sociale notevole, illuminata.
Un testo fondamentale per capire il Liberalismo della Scuola austriaca e uno dei fondamenti della Filosofia delle scienze sociali.
Preceduto da un’informata introduzione di Karl Milford e seguito da un’indice dei nomi e delle opere curato da Raimondo Cubeddu, lo studio di Menger rappresenta un punto di svolta nella filosofia delle scienze sociali, importante non solo dal punto di vista storico. Le “Untersuchungen* di Menger hanno dato inizio a una famosa “querelle” sul metodo delle scienze sociali, nota col nome di “Methodenstreit”.
“Questo libro è del 1883: Menger come teorico e come teorico del metodo è uno studioso che ha coerenza, nonostante le differenze con l’opera precedente, edita e pubblicata nel 1871.” Secondo la professoressa Giandomenica Becchio l’idea che si trova in Menger sul LAVORO e del valore vanno sull’utilità soggettiva.
IL PERIODO DEL METODO
“Questa logica è detta teoria marginalista, che è uno spartiacque che porta a cambiare il paradigma economico; nei suoi studenti e nei suoi lettori Menger suscita questo interrogativo, passando da una trattazione della ricchezza delle nazioni, alla trattazione delle leggi economiche delle diverse nazioni basata sull’utilità, specialmente in riferimento al mondo tedesco contro cui si scaglia.”
In questo modo Menger ha elaborato quel metodo, poi chiamato individualismo metodologico e perfezionato dall’allievo Friedrich von Hayek e da Karl Popper, che si propone di spiegare i macro-fenomeni sociali a partire dalle azioni finalizzate degli individui che nella loro combinazione danno luogo a esiti non previsti, servendo scopi diversi da quelli originari (La voce della critica).
LE ISTITUZIONI E LE SCIENZE SOCIALI
“Menger propone un metodo analitico per estrapolare le leggi economiche dai fenomeni fattuali, contestualmente li colloca in un contesto storico, culturale, argomento della statistica. In Menger tende a ritirarsi l’approccio descrittivo per approdare a una scienza economica.” A questo la Becchio collega la storia delle Istituzioni. Per primo il Mercato, la cui natura è di essere libero.
TUTTO SI INCASTRA NEL SODDISFARE I PROPRI BISOGNI
“La domanda di un bene, premesso il bene come bisogno, in senso economico, si forma quando manca il bene. Quindi l’utilità è il principio dietro cui si costruisce la domanda nel mercato.” Questo non è un divertissement del Menger filosofo, ma un argomento del Menger teorico.
Secondo la dottoressa Becchio queste premesse sono legate ai Piani individuali di Hayek che prese il Premio Nobel, oppure quando si parla del tempo come fattore della descrizione dello scambio, abbiamo tutta una parte di economia teorica dinamica che critica l’approccio statico del marginalismo, quando parla dei bisogni come base del progresso, mette le basi per lo studio dei fenomeni d’innovazione in economia.
“Questo libro è molto importante e attualmente non è più disponibile in italiano, ma solo in inglese!”
LA SOCIETA’ COMPLESSA E L’INDIVIDUALISMO ECONOMICO
Secondo la professoressa Flavia Monceri “la parte più rilevante è quella della Teoria dell’azione umana e Il metodo genetico” cioè una revisione dell’individualismo, spogliato della parte superficiale e calata in un sistema detto complesso.
“La fallibilità, l’ignoranza e l’errore sono parte del bagaglio dello scambio di ciascun individuo. In questo modo qualsiasi relazione diventa complessa. Anche se si parlasse di uno scambio tra due persone.” Secondo la Monceri Menger anticipa qualcosa che era molto distante da quel periodo: i teorici della complessità nascono in Austria, ma molto dopo.
LO SCAMBIO E’ LA BASE DI TUTTO
“Esso non è un evento puntuale, ma un evento che dipende dalle variabili di cui sopra, che possono determinare il contesto e trasformare il momento del fatto.”
LA GENEALOGIA E GLI ASSIOMI ECONOMICO SOCIALI
Menger e Nietzsche hanno molto a che fare sul punto della genesi, il punto di partenza è l’individuo.
“La teoria delle Istituzioni di Menger è molto chiara: si tratta di una costruzione. Menger ha chiaro che le Istituzioni sono costruite; non in modo pragmatico o per accordi, ma come frutto dell’azione umana tra singoli o gruppi, una costruzione che è caratterizzata da errori, fallibilità e scarsità, ma libera.” La professoressa cerca nel suo complesso di mettere insieme degli assiomi che considerino le parti inderogabili dello spazio, del tempo, della verità, e di tutte quelle categorie concettuali non trascurabili.
“In ogni caso e ad ogni modo qualsiasi punto di approdo è temporaneo, per cui attuale.”
A cura di Martina Cecco