Nel 131esimo evento di Lodi Liberale è stato presentato il libro di Loris Zanatta “IL POPULISMO GESUITA. Peron, Fidel, Bergoglio”, pubblicato da Editori Laterza, insieme all’autore (Professore di Storia e Istituzioni delle Americhe presso l’Università di Bologna), Maurizio Stefanini (Giornalista) e Julio Loredo (Presidente dell’Associazione Tradizione Famiglia Proprietà).
“L’amore per la libertà come strumento di progresso: tendenzialmente si presentano libri che parlano di liberalismo, in questa sede e in questo caso invece si presenta un libro che parla di quel che non è il liberalismo.”
Nella presentazione della serata il presidente dell’Associazione Lodi Liberale, Lorenzo Maggi, ha ricordato che – nella precedente esperienza relativa a Che Guevara – la serata era stata presa di mira dagli insulti da parte dei fans del Che, quando era presente lo stesso autore Loris Zanatta.
CI SONO PUNTI DI CONTATTO TRA PERON, CASTRO E PAPA BERGOGLIO
Ci sono dei paradigmi di complementarietà tra pensiero cattolico e pensiero liberale? Secondo Maggi entrambi sono parametri che esaltano l’individuo, il libero arbitrio, la scelta, nonché il cattolicesimo è un punto di partenza della concezione liberale. In questo libro, invece, si parla dei gesuiti, ovvero della visione negativizzante dell’illuminismo, che esalta uniformità, appiattimento e teme la diversità, il progresso e la modernità. La Giustizia sociale è un fine da raggiungere e la democrazia liberale diviene – in quest’ottica – un limite.
Il relativismo politico valoriale di Papa Francesco, secondo Maggi, nasconde e autogiustifica il popolo, come entità in Sé, senza tener conto che molti aspetti del populismo sono tutto tranne che giustificabili dal punto di vista di un papa, chiaramente. Aspetti che il liberalismo condanna e che il papa non condanna in nome dell’unità. “Perché il signore ci chiede che siamo Uno!”
UNA RELIGIONE POLITICA IN UNA POLITICA SACRALIZZATA DEL REDENTORE
“Un filo rosso attraversa la storia latinoamericana. Risale alla Conquista, passa per le missioni del Paraguay, subisce l’espulsione borbonica, incrocia le spade col liberalismo, risorge coi populismi fino ad approdare a Roma, al soglio pontificio. È il filo gesuita, custode di una poderosa visione del mondo che impregna l’universo morale e materiale dell’America Latina. Suo cardine è l’utopia cristiana, il sogno del Regno di Dio in terra, impermeabile alla corruzione del mondo e della storia; suo modello la cristianità coloniale, Stato cristiano dove si fondevano unità politica e unità spirituale, suddito e fedele. L’ordine sociale? Un organismo naturale conforme alla volontà di Dio. Gerarchia, unanimità, corporativismo erano i pilastri; la fede il collante, lo Stato etico il guardiano. Peronismo, castrismo, chavismo: i più potenti populismi latini sono uniti da quel filo. Da esso emana la teologia del popolo che ispira papa Francesco. C’era una volta, predicano, un popolo puro che viveva in armonia e condivideva una cultura formata dalla sua fede. Ma ecco le idee ‘straniere’, il liberalismo senza patria, i protestanti individualisti, il capitalismo egoista, il secolarismo indifferente a Dio corromperne l’anima, disgregarne l’unità, minacciarne l’identità. Contro tali eterni nemici dei popoli d’America s’erge il leader populista, redentore che brandendo la croce della fede e la spada della giustizia sottrae il popolo eletto alla schiavitù e lo conduce alla terra promessa. Non tutti i populismi latini sono gesuiti, né tutti i gesuiti sono populisti. In tutti i ‘populismi gesuiti’ è pero evidente l’impronta gesuita. Per tutti combattere la ricchezza, fonte di corruzione, è più importante che estirpare la ‘santa povertà’, garanzia di moralità. Studiandoli, questo libro indaga le radici culturali delle grandi piaghe storiche dell’America Latina: autoritarismo, povertà, disuguaglianza.”
LE CONCRETIZZAZIONI STORICHE DEL POPULISMO GESUITA
“Questo libro non è un libro semplice: si tratta di un libro che condensa in dimensioni limitate una situazione ben più ampia. La tesi sostenuta propone una chiave di interpretazione, la relazione tra politica e religione in sud America – ha detto Loris Zanatta – dove la storiografia e il dibattito culturale dovrebbero prendere atto delle origini, dello sviluppo e della situazione attuale culturale e religiosa del populismo.” Il libro è frutto di tanti anni di lavoro in archivio.
“Il futuro del Sud America non è strettamente legato al suo passato, ma la sua libertà resta comunque vincolata ai materiali che sono stati accumulati nel passato di un popolo, non è possibile esimersi da quanto ha plasmato una cultura per centinaia di anni.”
Il libro è agevole, essendo un libro di storia, per cui sarebbe assurdo non tenere in considerazione la cristianità coloniale quando si parla del populismo in Sud America, oggi. Questo mondo era dominato dalla sacralità coloniale, per cui la civiltà post coloniale è strettamente identificabile con il percorso gesuita.
“Il filo della colonia passa attraverso i secoli, poi dalla fine della I guerra mondiale ricalca l’immaginario organico revanscista della tradizione post coloniale.”
IN ARGENTINA ANCHE CHAVEZ E’ INSERITO NEL SOTTOTITOLO
“Tutti questi regimi sono diversi tra di loro, però questi fenomeni non solo hanno caratteristiche utilizzabili come categorie analitiche (forme neo-ispaniche secolarizzate di un fenomeno) ma sono simili anche nei rapporti umani: persone che fanno da contatto, eredità riconosciute, in una galassia di persone e di modelli che si toccano concretamente, in modo portentoso. Si parla della tradizione egemonica della cultura latino americana.”
“Chiunque pensa che siano il dominio internazionale, il capitalismo, il mercato a causare il cattivo sviluppo delle risorse in Sud America. In realtà le cose non stanno esattamente così e le cause effetto sono spesso invertite, concretamente, nel panorama della cultura iberica e latino americana”.
I 300 anni della cristianità coloniale sono la spina dorsale della cultura latino americana, oggi. La storia europea, di contrasto, ha avuto 3 rivoluzioni, quella scientifica, quella tecnologica, quella economica, che dipendono prevalentemente dalla Riforma Protestante, che ha garantito una dualità del pensiero in seno al solco tracciato dalla religione monoteistica. In America Latina vige – invece – un immaginario unanimista.
POPULISMO COME NOSTALGIA DI UNANIMITÀ
“La parabola monoteista Sud Americana è una tipica forma della narrazione religiosa di un popolo che entra nella storia da una situazione mitica e pura delle origini alla sua corruzione fattuale della storia vera. Le idee del protestantesimo sono quindi intese come un attentato contro la purezza del popolo. Il popolo eletto.” Secondo l’autore, dunque, è un libro che porta e introduce in un contesto molto distante da quello europeo. Per questo facilmente fraintendibile.
IL POPULISMO GESUITA È LA SINTESI DELLA STORIA DI UN CONTINENTE?
“Il populismo è una spezia molto forte, che mescolata in un qualsiasi avvenimento politico, tende a far convergere il sapore su uno standard, quello stesso del populismo. E allora, si considera che il populismo, il popolo in sé, rispetto agli individui, faccia emergere gli stessi solo in funzione della collettività”.
Anche il popolo francese aveva tra i suoi nemici i massoni, gli ebrei, i protestanti ed i meteci, tradizionalmente parlando – riporta Maurizio Stefanini – e dunque la terminologia che troviamo nel populismo francese, può essere in un certo senso tradotta e traslata.
“I movimenti di protesta e di contestazione, richiedono un nemico. I tratti identitari del populismo nella storia sono comuni.” La disamina di Stefanini concorre alla definizione di una dissezione tra il popolo puro e il popolo nemico. Insomma, in America latina il rapporto tra Corona, Indigeni e Coloni, a differenza dai narodničestvo o dal populismo francese, diede ragione di una non conformità al cattolicesimo stesso. Il concetto di diritto naturale è un argomento aperto in merito al colonialismo religioso , la Scuola di Salamanca arriva alla conclusione che, dal momento che tutti gli uomini partecipano della stessa natura, impressa da Dio, essi condividono anche gli stessi diritti di uguaglianza o di libertà.”
ORGANICITA’ E CAOS NEI MODELLI DELL’AMERICA LATINA GESUITICA
“Le missioni erano un modello che secondo i Gesuiti poteva servire ad assimilare l’impero incaico, applicando una struttura più economica che politica, una sorta di socialismo gesuitico. Ma le missioni – oltre che il Paraguay – hanno interessato anche altre periferie del Sud America. Esse avevano lo scopo del controllo indiretto del missionario tra gli indigeni, trasformandole da sciamano, ovvero senza intervenire con un esercito od una organizzazione politica vera e propria. I Gesuiti hanno in questo modo reso indipendente il Guaranì e hanno contribuito a una schiera di acculturati, però esenti dalle cariche, secondo lo stile auto-protezionistico tipico dei Gesuiti. In questo modo il popolo non otterrà mai l’indipendenza.”
Secondo Stefanini oggi, con Chavez, troviamo una tipologia di populismo più modaiola, invece, che tende a mettere insieme una visione più popolare che non populista. Tuttavia il Sud America richiede dal proprio leader anche e comunque la capacità di astrarsi e di avere una definizione mistica, pena non trovare alcun contatto con il popolo. Il modello della società organica tendenzialmente vuole risolvere le contraddizioni storiche dell’America Latina.
LA NARRAZIONE DI PAPA FRANCESCO E’ CONTRARIA AI DATI DI FATTO
“Da tempo, organizzazioni internazionali e istituti di ricerca, indicano significativi progressi in tutti i campi, oltre a persistenti piaghe, naturalmente. Centinaia di milioni di persone sono oggi più prosperi o meno poveri dei loro genitori più sani e istruiti, dall’alimentazione alla sanità, dall’istruzione alla stessa pace il trend globale è più positivo che negativo, se visto in prospettiva storica, la strada percorsa non sarà l’ideale ma nemmeno la via per l’inferno.”
IL PAUPERISMO E LA FORMA MENTIS DI PAPA BERGOGLIO NON GUARDA IL PROGRESSO
Non per papa Francesco che di tali progressi non fa cenno nella sua predica: “Ogni giorno cresce la miseria e miliardi di persone sono escluse”, assistiamo a un continuo “deterioramento del mondo e della vita di gran parte dell’umanità” sfruttamento, ingiustizia, oppressione non hanno in lui una dimensione storica, non sono tratti atavici dell’umanità.
UN INDOVINELLO AVVOLTO NEL MISTERO, ALL’INTERNO DI UN ENIGMA
“Questo libro tocca dei punti assolutamente veri ed essenziali: è un libro molto interessante che ho letto con molto profitto, perché apre una chiave d’analisi che non è molto conosciuta in Europa, presentando una realtà facilmente comprensibile per un latino americano, incomprensibile per una persona che vive in Europa e non studia l’America latina e non la conosce.” Julio Loredo ha qualche osservazione in merito ad alcuni distinguo, ma in linea generale colma una lacuna che c’era nella pubblicistica europea.
PAPA BERGOGLIO NON ERA NOTO AL GRANDE PUBBLICO
“Non è facile capire Papa Bergoglio.” Papa Francesco non richiede che si seguano le Encicliche e le Dottrine, lui è un papa di gesti, di silenzi, di argomenti che non sono scritti. Papa Bergoglio è più da vedere che non da seguire nei suoi documenti. In questo caso dunque vediamo che il papa non ritiene di esprimere il suo essere papa nella documentazione, ma nel comportamento e nella figura. Qualsiasi analisi del papa attuale deve tener conto di questo e della tradizione da cui viene. Seguire e attenersi agli eventi.
Come mai esistono populismi che si identificano sia con la destra che con la sinistra? Questo deriva da una situazione che nel libro dell’autore sulla “Teologia della liberazione. Un salvagente di piombo per i poveri” spiega con precisione come mai il modello della Liberazione è un modello che – insieme all’applicazione del corporativismo, nel lasco medievale – impedisce l’empowerment delle popolazioni residenti. Il cattolicesimo sociale, contrario alla rivoluzione industriale nei suoi aspetti capitalistici, va mano a mano con il socialismo e ispira conseguentemente delle reazioni cosiddette di destra.
“Il socialismo marxista ha anche declinazioni nazionaliste e militarizzate.” Dunque anche da questo punto di vista il Sud America è molto diverso rispetto all’Europa in fatto di politica e di gestione della cosa pubblica.
IL PROGRESSO VIENE SCARTATO PERCHE’ METTE IN DUBBIO IL CONCETTO DI GIUSTIZIA
Si potrebbero portare tantissimi esempi di questa apparente contraddizione di accordi tra la destra sociale sud americana e la sinistra socialista e marxista. Questo spiega anche l’ammirazione della destra per Putin, che si dichiara erede dello Stalinismo. Ma che viene stimato dalla destra europea. Il socialismo reale e la Guerra patriottica del popolo russo contro la Germania sono parte di questa logica.
“Alcuni riescono a fuggire dalla povertà, altri no – ha detto Zanatta – ma nella società corporativa, dove il popolo diviene una gabbia, non è possibile uscire da tale gabbia”. La posizione che meglio identifica l’ideologia sottotraccia di Papa Bergoglio, è questa. Insomma, come dice il tomista Rafael Tello, “La grazia suppone la cultura, e il dono di Dio si incarna nella cultura di chi lo riceve” così gli elementi di progresso vengono declassati in nome della cristianizzazione fatta di uguaglianza e, senza aggiungere altro, ovviamente, di povertà.
A cura di Martina Cecco