Il Cile è stato chiamato alle urne per le elezioni amministrative, oltre che per i 155 seggi dell’Assemblea costituente, voluta a seguito del referendum dell’autunno scorso, che ha abrogato la Costituzione introdotta dal dittatore Augusto Pinochet e in vigore da trent’anni.
Le elezioni hanno fortemente penalizzato la coalizione liberal conservatrice di governo, retto da Sebastian Pinera, già oggetto di proteste a seguito delle politiche di austerità non gradite alla popolazione.
La coalizione governativa di centrodestra Vamos por Chie, infatti, si è fermata al 20,8% dei consensi alle elezioni per l’Assemblea costituente, mentre – il blocco delle sinistra, composto da Partito Comunista, Lista Apruebo e Apruebo Dignidad – ha conquistato il 33,2% e, sempre un terzo dei voti, è stato ottenuto dai candidati indipendenti dell’opposizione.
Ottimo risultato del Partito Comunista anche nella capitale, Santiago del Cile, che elegge a Sindaco la trentunenne economista Iraci Hassler, che, con il 38,6% ha battuto l’attuale Sindaco liberal conservatore Felipe Alessandri.
Pinera ha ammesso la sconfitta, dichiarando che: “In queste elezioni, la cittadinanza ha inviato un messaggio forte e chiaro al governo e a tutte le forze politiche tradizionali: non siamo sintonizzati in modo adeguato con le richieste e i desideri dei cittadini e siamo chiamati al confronto da nuove espressioni e da nuovi leader”.
Il 21 novembre prossimo, in Cile, si terranno le elezioni presidanziali e i più recenti sondaggi danno in testa la candidata del Partito Umanista (populismo di sinistra/socialismo libertario), Pamela Jiles (ex iscritta al Partito Comunista), al 18%; a seguire il candidato del Partito Comunista Daniel Jadue, con l’11% dei consensi e, al terzo posto, il candidato liberal conservatore Joaquin Lavin con il 10%.
Luca Bagatin